Recensione 11/188: Il serpente e le ali della notte di Carissa Broadbent

La paura è il battito accelerato, respiro convulso e palmi sudati. La paura è una porta per la rabbia e la rabbia una porta per il potere.


Il serpente e le ali della notte
Carissa Broadbent
Traduzione a cura di Alessandra Petrelli
Mondadori, pag. 541
Dark Fantasy
Valutazione ⭐⭐⭐ e mezzo  / 5

Trama:
Che tu sia un essere umano o un vampiro, le regole per sopravvivere sono le stesse: non fidarti mai, non cedere mai e proteggi sempre il tuo cuore. Sempre. Oraya è un'umana, figlia adottiva del re vampiro dei notturnati. Si è ritagliata un posto in un mondo destinato per natura a ucciderla, e ha un solo modo per cessare di essere una preda: partecipare al Kejari, il leggendario torneo organizzato da Nyaxia, la dea della morte in persona. Uscire vincitrice dalla feroce sfida fra i tre Casati dei vampiri non sarà facile e Oraya si troverà obbligata a stipulare un'alleanza con un misterioso rivale. Tutto in Raihn è pericoloso. È un vampiro spietato, un assassino infallibile, un nemico della corona... e il suo più potente avversario. Tuttavia, ciò che terrorizza veramente Oraya è la strana attrazione che prova per lui. Ma non c'è spazio per la compassione nel mondo di Nyaxia. La guerra per la corona dei notturnati scoppia a poche settimane dall'inizio del Kejari, mandando in frantumi tutto ciò che Oraya pensava di sapere sulla sua casa. E proprio Raihn sembra comprendere come nessun altro le sue emozioni. In un regno dove nulla è più mortale dell'amore, però, ciò che sta nascendo tra loro potrebbe essere la rovina della giovane umana.

Recensione:
La storia mi è piaciuta? Si. 
Mi ha convinto? No o meglio non del tutto.
Durante la lettura c'è stato un equilibrio nel disequilibrio, due sensazioni opposte in continua alternanza tra: «Sì mi piace!» e «No non torna» del resto l'autrice lavora sui contrari: l'amore e l'odio; la preda ed il predatore; la paura ed il potere; il Re ed il padre ma soprattutto l'umana ed il vampiro. Gli opposti funzionano solo in coppia lo sa bene la scrittrice che mette predatori e  prede, gli uni dirimpetto agli altri, sempre insieme mescolando il sangue ed i  cuori. Il risultato? Un gioco ben costruito nei rapporti emotivi tra i protagonisti: Oraya l'umana con cui non ho empatizzato;  Raihn vampiro, troppo spesso ombra di Oraya riscattatosi sul finale e  Vincent, padre ma soprattutto re del casato del vampiri, il  personaggio che mi ha convinto più di tutti. 
Mi sono piaciute le descrizioni dei personaggi soprattutto la caratterizzazione dei vampiri le ho trovate brillanti e la parte spyce è gustosa. Interessante anche l'idea di dividere la gara del Kejari in base alle fasi lunari, ispirandosi per le prove alla storia di Nyaxia, dea della morte.

Fin qui tutto bene ma la storia si basa, appunto, su prove mortali tra umani, vampiri e altre mostruosità, la struttura stessa del libro segue le fasi della gara del Kajari e se una storia si basa sull'azione allora le azioni devono essere portentose, piene di suspence e fatemelo dire di sangue altrimenti io rimango perplessa.  Nella narrazione delle dispute a mio avviso c'è la debolezza della scrittura, l'ho trovata mancante, spesso, di tutte le sequenze delle azioni tra i contendenti, non sono riuscita ad immergermi si arriva con troppa facilità all'esito finale costruendo per Oraya una strada in discesa, troppo in discesa. Tutto troppo semplice anche quando l'antagonista è formidabile ed io non amo le eroine facili perdo mordente. L'autrice non me l'ha resa simpatica anzi a tratti  Oraya mi ha infastidito: l'umana più immortale di tutti i vampiri presenti nella gara, sempre un passo avanti agli altri.

Quindi sì la storia mi è piaciuta e spero che mi convinca con il secondo volume. 

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