Recensione 3/50: rubrica Tu leggi, io scelgo. "Caffè amaro" di Simonetta Agnello Hornby
Maria Marra il caffè lo prende zuccherato ma quel giorno a casa di Sistina Sala e poi da Graziella Sala, le sorelle del suo futuro marito, non lo dice ed il caffè arriva amaro. Quando la madre le chiede il perché di quel silenzio Maria risponde: Non l'ho fatto da Sistina perché mi pareva male fare notare la sua manchevolezza. Mi ci abituerò
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Edizione cartacea, pag.348, giudizio ⭐⭐⭐ |
Nuovo appuntamento con la rubrica Tu leggi? Io scelgo da un'idea di Rosaria Sgarlata. Rubrica in cui si sbircia nelle librerie virtuali delle partecipanti, in base ad abbinamenti casuali e si sceglie il libro da leggere.
La libreria in cui ho curiosato è quella di Elisa Serena ed il titolo sceltonè Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby.

Caffe amaro è un affresco della società siciliana di fine Ottocento, primi del Novecento. Uno spaccato del tempo in cui la situazione politica, economica, sociale viene descritta con una dovizia di particolari, con una ricostruzione così precisa e note finali esplicative di alcuni aspetti trattati nel romanzo da risultare quasi un libro storico.
Protagonista indiscussa di questa saga familiare è Maria, la giovane quattordicenne che decide di sposare Pietro Sala, uomo maturo di quasi vent'anni più grande, folgorato dalla bellezza sensuale e suggestiva di quella ragazza intenta a ricamare con movimenti ritmici, da sacerdotessa.
Maria e Pietro non potrebbero essere più diversi e non solo per l'età.
Maria cresce in un paesino della Sicilia, Camagni, con un padre, Ignazio, avvocato dalle forti idee socialiste in un periodo storico in cui, con la caduta del Regno dei Borboni e l'annessione al Regno d'Italia, l'aristocrazia ex feudataria entra in combutta con la mafia per far incetta di potere e denaro nel vuoto lasciato dai Borboni e dal nuovo Stato. Ignazio si adopera per un'ascesa del socialismo nella classe media, per una società equanime, per riuscire a risolvere i mali della Sicilia: l'analfabetismo, la mortalità infantile, la povertà, la corruzione.
Maria cresce circondata da queste idee, con due fratelli di sangue ed un fratello acquisito Giosuè, poco più grande di lei, figlio di un amico di Ignazio. Giosuè è l'altro protagonista, la figura che avrà un peso fondamentale nella vita di Maria, un fratello, anzi più di un fratello perché il loro è un rapporto di anime.
Meglio di fratelli siamo! Più che fratelli! Capisci, Maria? Il nostro è un solo destino
Maria ama la musica, il pianoforte, le piace studiare e vorrebbe diventare maestra per aiutare la famiglia soprattutto i suoi due fratelli più grandi che di diritto, in quanto maschi, sono destinati allo studio.
Pietro è figlio di una ricca famiglia siciliana proprietaria di una grande miniera di zolfo. Vive tra Girgenti, Palermo, Roma, Parigi e Montecarlo. Pietro è un edonista, amante del bello, della letteratura, collezionista di pietre preziose, gioielli, opere d'arte, incapace di interessarsi degli aspetti economici e amministrativi del patrimonio familiare, in mano all'anziano padre.
Maria e Pietro. Ma se pensate che Maria viene in qualche modo costretta ad accettare la proposta di matrimonio del ricco Pietro, vi sbagliate. Maria è una giovanissima donna pensante e nonostante l'avversità della madre che si oppone a questa unione, del padre che vede in questo matrimonio tutto quello verso cui combatte, decide di sposarsi, spinta dal senso del dovere, dalla convinzione di aver fatto la scelta giusta. È grata dell'amore di Pietro, così passionale, così attento ai suoi desideri, così stimolante, perché con quell'amore potrà aiutare la sua famiglia. Avrebbe cercato di amare Pietro e avrebbe creato la propria felicità accanto a lui.
Pietro non deluderà Maria, sarà per lei un mentore. La introdurrà nella bella vita siciliana, viaggeranno in Italia, la inizierà all'amore, le regalerà gli oggetti più preziosi e dalla loro unione nasceranno tre figli. Ma il caffè amaro prima o poi le sarà servito e allora dovrà fare i conti con i mostri di Pietro: Maria, mi aiuterai a combattere i miei mostri?
La lettura di questa saga familiare è stata contraddistinta da diverse sensazioni. Sono stata subito investita dai numerosi personaggi tanto da fare fatica a tenere i fili dei legami tra le due famiglie, fatica alleviata dall'indice dei personaggi principali a fine libro, una sorta di albero genealogico.
Sono stata a tratti infastidita dal personaggio di Maria, giovanissima donna con il pesante ruolo di moglie di uno degli uomini più in vista della società del tempo, per l'inverosimile maturità dimostrata nella gestione dei nuovi rapporti familiari e non solo. Maturità che ci fa scordare i suoi quattordici anni, salvo ritrovarli nel modo in cui è solita addormentarsi nel letto matrimoniale: poi si accucciò sotto le coperte, e piombò nel sonno, il lembo del lenzuolo sul labbro.
Sono stata stolkerizzata dalla storia. Nei momenti di non lettura Caffè amaro solleticava la mia curiosità, sensazione che mi ha accompagnato per più della metà del libro.
Sono stata poi sensibilmente appesantita dai tanti rimandi agli eventi storici, politici e sociali, che aumentano con il diminuire delle pagine da leggere, al punto da desiderare velocemente l'arrivo della fine, non per scoprire l'epilogo bensì per chiudere il libro e riporlo.
Ecco Caffè amaro ha avuto questo effetto su di me, del resto nelle 348 pagine c'è tanta roba, forse per il mio gusto troppa, ciò non toglie il riconoscimento della bravura dell'autrice, una penna raffinata, culturalmente preparata.
Credo che per poter leggere questo romanzo bisogna essere nello spirito giusto ma soprattutto essere consapevoli che non è una lettura facile. Ho letto anche la recensione di Chiara per questo libro e mi duole ammettere che non è la storia adatta a me.
RispondiEliminaAnche a me non è piaciuto, ti capisco
RispondiEliminaNon so se sia un libro che in questo momento leggerei, ma è un libro con una trama e una storia molto complessa che onestamente mi incuriosisce molto
RispondiEliminaNon mi ha convinto molto questo libro, ma bella recensione :)
RispondiEliminaDi questa autrice ancora non leggo niente...forse dovrò cominciare da altro!!
RispondiEliminaSono felice tu abbia apprezzato la scrittura della Hornby. A me era piaciuto molto questo libro, ma è effettivamente una lettura impegnativa e un genere che non appassiona tutti.
RispondiEliminaHo sentito parlare molto di questa autrice, ma non l'ho mai affrontata
RispondiEliminaAl momento questo titolo non mi ispira molto!
RispondiEliminaPurtroppo questo romanzo non mi attira particolarmente
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