Recensione 4: "La bambina che somigliava alle cose scomparse" Sergio Claudio Perroni (Reading Challenge 2.0 e Challenge Viaggio al centro del caos)

Perché non prendi esempio dai cuginetti?" Quando le dicevano così, per Pulce era come se si rinfacciassero a vicenda di avere ordinato una bambina sbagliata; e temeva che un giorno o l'altro decidessero di impacchettarla e rispedirla al mittente per farsi mandare quella giusta. [...] 

Finché un giorno, stufa di sentirsi dire che doveva essere come qualcun'altro, Pulce decise di fare quello che sua madre minacciava sempre e non faceva mai. Decise cioè di "prendersi una vacanza". 


Scelta del libro
Le due challenge a cui sto partecipando organizzate dalle pagine  Ladre di Libri al centro del caos e Leggere è Viaggiare mi hanno dato la spinta, la motivazione, lo stimolo per leggere molti libri che ho  nella lista dei  da leggere, come questa splendida favola che ora è passata nella categoria: letti.
Il libro partecipa ad entrambe le sfide.

Trama
Inizia così la storia di Pulce, bambina di sette anni dagli occhi color tatuaggio un caratterino vivace, con la decisione di prendersi una vacanza per allontanarsi da quella famiglia, madre, padre, nonna, che invece di lamentarsi per quello che faceva si lamentavano per quello che era. Anzi per quello che non era. 
Pulce dovrebbe assomigliare di più al fratellino o alla sorellina o addirittura prendere esempio dai cuginetti.
Se ne va di casa ed inizia a passeggiare per strada, costeggia un laghetto, arriva in cima ad una collina, nel parco, su un ponte, in mezzo ad un prato, su un sentiero sassoso, addormentandosi su una panchina.
Durante il suo "viaggio" incontra persone, animali, oggetti e con ognuno si ferma a parlare perché ognuno di loro ha qualcosa da raccontarle o meglio  ha smarrito qualcosa.
Pulce ascolta, con attenzione, ma fa di più: nell'ascoltare le mancanze degli altri si trasforma esattamente in quella mancanza permettendo, a chi le sta davanti, di riappropriarsi di un momento di riconciliazione.
E cosi si trasforma nel marito fedifrago della vicina permettendole di sfogarsi e dirgliene quattro.
I suoi capelli di trasformano in una ragnatela per permettere ad una ragno che ha le zampette rotte, di mangiare e non morire di fame.
Si trasforma nelle parole di una poesia che un poeta aveva sognato e poi dimenticato.
Si trasforma nell'aspetto di una ragazza che non può più vedersi perché a forza di criticarsi ha smarrito la sua immagine.
Si trasforma nella luna per permettere ad un grillo di cantare e così facendo far addormentare Pulce ninnata dalla voce melodiosa dell'insetto.
Si trasforma in un palloncino, in un ricordo, in un lampione, in un fiume, in una nuvola ecc.
Fino a quando non incontra un cane detective a cui Pulce dona l'olfatto, smarrito, che chiuderà il cerchio delle trasformazioni, regalando al lettore il giusto epilogo di una fiaba delicata e divertente e
permettendo a Pulce di capire che a volte andarsene è solo un modo più efficace per restare.

Il mio punto di lettura
Pulce è una bambina vivace, cocciuta, indipendente ed io aggiungo divertente, sagace e saggia, di una saggezza appresa ascoltando le tante e diverse fonti: la nonna, la mamma, l'amica di banco, la parrucchiera che  l'autore non dimentica di citare nelle note a piè di pagina, ben 39.
Durante la conoscenza dei personaggi che incontra strada facendo Pulce ci offre questa saggezza sotto forma di riflessione, una sorta di vademecum che Pulce ha appresso  ed ha fatto suo ascoltando gli altri, le sue fonti appunto.
Ed io ho subito amato Pulce e le sue perle di saggezza che mi hanno portato a sorridere ed a riflettere all'unisono:
Pulce sapeva che ai grandi piace moltissimo dire agli altri:" non puoi capire", soprattutto per le cose che non riescono a capire"
Fonte: esperienza diretta

Pulce sapeva che spesso gli adulti darebbero "non so cosa" per rimediare a pasticci che potevano evitare dando molto meno."
Fonte: Chicca, compagna di scuola dal passato oscuro.

Lo stile è semplice e poetico allo stesso tempo. I capitoli sono brevi, ognuno con il suo titolo esplicativo, tanti racconti uniti insieme da Pulce e dal suo peregrinare, dove il lettore troverà: una storia, un incontro, una mancanza, un vademecum, una riconciliazione, un disegno.
Gli altri due elementi  che rendono speciale questo libro sono proprio i disegni ed il formato. I disegni, di Leila Marzocchi, uno per ogni storia, sono sistemati alla fine del racconto ed io mi sono divertita tantissimo: leggere  gli incontri  bizzarri di Pulce, immaginarmi  la storia nella mia testa e poi  vedere come viene consegnata al lettore dalla disegnatrice.
Il formato del libro, ridotto in altezza,  mi è piaciuto moltissimo, tenendolo tra le mani, mi ha ricordato i libricini per i bimbi.

Non avevo letto nulla di questo autore, mi sono ripromessa di leggere altro.
Un libro che comprerò presto, quello che ho letto era della biblio, perché  Pulce non può mancare nella mia libreria.

Consigliato a chi non ha smesso di essere bambino o come dice lo stesso autore: a chi ha ancora in sé il sorriso del neonato.

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