Recensione 14: Hyperversum Cecilia Randall 4/5

Se tu potessi conoscere il futuro, questo sarebbe già scritto e se fosse già scritto, tu non potresti cambiarlo» considerò Isabeau.
Ian rimase colpito dall’osservazione. […] Sospirò e chiuse gli occhi per un attimo. Quella vicenda assurda gli dava le vertigini ogni volta che ci ripensava.


punto di lettura


Trama:
Ian, Daniel, Martin, Jodie, Marc, Donna sono pronti, con il visore 3D ed i guanti in fibra ottica,  per essere catapultati nella realtà virtuale  di Hyperversum, un videogioco in grado di replicare  tutte le ambientazioni del mondo  e della storia e di proporre avventure in scenari di un realismo quasi assoluto.
Sei giocatori ognuno con il suo avatar: un cavaliere, un ladro arciere, un paggio, la figlia di un ricco mercante, un abate ed una suora. L'ambientazione in cui si svolgerà la sessione di gioco è stata attentamente preparata da Ian, dottorando in storia medievale, amico di Daniel,  rientrato  in America da un periodo di studio a Parigi incentrato sulla famiglia feudale dei Montmayeur.
I presupposti per una partita indimenticabile ci sono tutti.

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Lo scenario viene caricato e con un click ci ritroviamo nella regione della Fiandra in  Francia, nel 1214 d. C.,   su un mercantile  in mezzo ad una violenta tempesta.  Ian e gli altri vengono sbalzati dalla nave. Un naufragio. Si ritrovano su una riva deserta. Un clangore li colpisce e non è più il suono della tormenta, la terra trema  e qualcosa non torna. I giocatori non sono più tali ognuno ha preso il posto del suo avatar sostituendosi in carne ed ossa. Niente è più virtuale. Tutto è diventato realtà.
Sono dentro ad Hyperversum,  niente  visiera 3D e guanti ottici, i volti e le mani  sono liberi. Sono apolidi in una terra lontana ed incomprensibile.
Da qui inizia la storia. Pagina dopo pagina si aprirà davanti ai nostri occhi  un mondo antico fatto di dame, cavalieri, re, feudatari, codici cavallereschi,  valori lontani nel tempo.
Ognuno dovrà confrontarsi con  la propria paura, con la durezza di un mondo in cui non valgono più le regole di vita apprese, con l'incognita di non sapere  se e come tornare alla vita nei nostri tempi. Ognuno farà la propria parte intessendo relazioni, affondando le radici nella terra aspra,  chi più superficialmente, chi in profondità. Non mancherà la cavalleresca storia d'amore che scorre parallela agli avvenimenti di armi
Cecilia Randall ha unito tutti gli elementi per  un fantasy storico che coinvolgerà il lettore fino alle ultime pagine.


Il mio punto di lettura
Il mio viaggio con Hyperversum è stato duplice. Da un lato l'immersione profonda nella lettura,  dall'altro un ritorno alla mia adolescenza quando giravo con i libri di Walter Scott  e con l'immancabile Ivanhoe. Unico denominatore comune il Medioevo carico di fascino, di regole, di efferatezza,  di codici cavallereschi.

La scrittura della Randall è diretta: tanti dialoghi, descrizioni brevi, concise che pemettono al lettore di ricreare lo scenario medievale. Un intreccio ben riuscito in cui  i tanti personaggi si muovono all'unisono o individualmente costruendo l'affresco umano.
Il ritmo serrato investe Ian e gli altri appena toccano terra e colpisce il lettore trasformandolo in un essere avido  di pagine, di storia. La Randall sa costruire suspence, intrighi  e sa anche dirimere i misteri lasciando il lettore appagato.
Ian e Daniel sono i protagonisti maschili, i più caratterizzati. Amici, quasi fratelli,  tanto uniti e tanto diversi nei caratteri somatici e nel temperamento. Li ho trovati a tratti fin troppo calati nel ruolo e questo mi ha portato ad amarli e ad essere infastidita, a fasi alterne, da entrambi. Ian è protettivo verso i "naufraghi", mette se stesso a protezione del gruppo, un  valoroso cavaliere  con un atteggiamento fin troppo compunto. Daniel apparentemente impavido nasconde una profonda paura ed una forma di  egoismo dettato dalla giovane età. Entrambi saranno riscattati nel finale, assisteremo ad una catarsi: la crescita  di Ian e Daniel allo stato di  uomini. La scrittrice riesce ad offrire al pubblico dei ragazzi un percorso umano di cambiamento che passa attraverso l'azione, l'avventura e la sofferenza.

Vivere nel passato con la conoscenza del futuro è un punto di vista del tutto diverso ed è un tema su cui ho riflettutto durante la lettura. 
Le scelte di Ian sono sempre dettate da un profondo rispetto per gli eventi storici e dalla volontà di non interferire su quanto scritto e lasciato ai posteri. Del resto potrebbe anche essere, come gli dice Isabeau  che Se tu potessi conoscere il futuro, questo sarebbe già scritto e se fosse già scritto, tu non potresti cambiarlo. 

L'inserimento dei pensieri dei personaggi, riportati in corsivo nel testo, è l'unica scelta che mi ha fatto storcere il naso. Un di più che interrompe la fluidità del racconto.

Che dire, la lettura è stata piacevolissima e visto che la scrittrice chiude il libro offrendoci un trampolino  di lancio io mi sono già tuffata nel secondo volume.
Ringrazio la Challenge Viaggio nel caos, Sara Prearo ed Emanuela Brancato per aver messo sulla strada delle mie letture questo fantasy storico.


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