Recensione 16: "Wintergirls" di Laurie Halse Anderson 4 su 5 Rubrica "Ci Provo con..."

Nuova recensione per la rubrica a cadenza mensile Ci provo con... ideata da Chiara del blog La lettrice sulle nuvole in cui si legge un autore o autrice per la prima volta. 
Questo mese ci ho provato con una scrittrice americana ed un libro che tratta un tema delicato: l'anoressia.





La casa attende in silenzio che io le dica la verità.
Potrei provarci. Magari non tutta. Magari solo le parole, le parole cattive ::stupida/brutta/stupida/stronza/stupida/grassa/stupida/bambina/stupida/sfigata/stupida/persa::
che mi pugnalano ogni volta che mi viene voglia di mangiare una ciambella alla cannella o una ciotola di cereali ai mirtilli. E allora dovrei anche dirle che sono intrappolata tra due mondi, senza bussola né mappa


Trama
Cassie e Lia, due giovanissime amiche per la pelle o meglio per patto di sangue:
<<Giuro che sarò la ragazza più magra della scuola, anche più magra di te.>>
Cassie sgranò gli occhi nel vedere il sangue sgorgare dalla mano. Afferrò il coltellino e si fece un taglietto anche lei. <<Scommetto che sarò più magra di te>>
<<No, non facciamo scommese. Diventiamo magre insieme>>

Amiche e antagoniste in una gara che ha come traguardo: diventiamo magre insieme. Non ci sono controlli o  arbitri a fischiare falli. Tutto è concesso. Possedere una scatola segreta con lassativi e diuretici d'emergenza. Svegliarsi di notte per sottoporsi a sessioni di ginnastica estenuanti.  Mentire. Sentirsi forte perchè la mente impone al corpo, lo controlla e la forza aumenta all'umentare del numero di chili persi. Trasformare il cibo in numeri: il contenuto calorico. Mentire ancora. Vomitare perchè i numeri ingeriti sono troppi. Aprirsi la pelle per liberarsi dal proprio corpo e poter danzare. Assottigliare il corpo. Allungarsi come Elasticgirl.

Lia racconta in prima persona di quando era una ragazza vera con una famiglia vera. Una madre ed un padre che si rannicchiavano sul divano e le raccontavano la versione fiabesca di come si erano innamorati. Parla della rottura: la mamma contro papà. Papà contro mamma. Papà contro il lavoro della mamma. Mamma contro le fidanzate di papà.  Racconta di quando ha smesso di vivere con la mamma, che voleva essere la dottoressa Marrigan e non la Mamma di Lia Malata.  Di quando è andata a stare con il padre David, con la sua seconda moglie Jennifer e con Emma, la piccola sorellastra, l'unica verso cui Lia prova sentimenti d'amore e protezione. E racconta ancora del patto di sangue con Cassie, la loro amicizia-inimicizia. La trasformazione in wintergirls, bloccate in un mondo chiuso in cui non  ci sono crepe perchè la lastra è spessa, impossibile incrinarla.

La storia inizia nel peggiore dei modi:  Corpo ritrovato nella stanza di un motel, la ragazza era sola...
Lia cerca un perché alle 33 chiamate che l'amica Cassie le ha fatto quella notte, ma soprattutto un motivo alle sue 33 non risposte, che sono lì, nella memoria del suo cellulare. 
La storia  inizia  nel peggiore dei modi. Perchè  Elasticgirl non esiste ed il nostro corpo ad un certo punto si spezza.

Il mio punto di lettura
Leggere Wintergirls è come scendere in picchiata da un dirupo scosceso senza protezioni.  L'autrice non ti lascia il tempo di realizzare cosa stai per fare  ti spinge giù. Non si ha altra scelta. La  discesa del lettore accompagna la discesa dell'ago della bilancia di Lia. Discendere sperando che  l'atterraggio non sia rovinoso.

Subito dalla prima pagina ci si trova davanti ad una scrittura visionaria e questo è stato il motivo della mia iniziale titubanza. Cosa sto leggendo? Mi sono chiesta.  
La struttura del romanzo è piegata all'esigenza di mettere il lettore dentro a Lia e vivere la vita come la vive lei: in modo distorto. Narrazione in prima persona con frasi brevi, brevissime. Parole, tante, ripetute all'infinito. L'uso del corsivo per introdurre i ricordi e le frasi ridondanti nella mente di Lia.  Interi periodi barrati, per censurare  i pensieri. La censura però non fa perdere il senso del discorso anzi lo amplifica. Numeri, sempre quando c'è un alimento. Sempre quando si contano le calorie. Un flusso di pensieri, ricordi, azioni, mischiati tra loro, incastrati in un puzzle caotico. Né viene fuori un racconto fortemente intimo a tratti allucinato come è, forse, il mondo interiore di una ragazza che arriva a pesare 45 chili, 43, 40 e giù, sempre più giù.

L'autrice non ci offre il movente di tanto "odio" verso se stessi, ce lo fa intuire attraverso la descrizione della famiglia scomposta di Lia. 
La lettura è stata fisicamente faticosa all'inizio per lo stile, è stata emotivamente faticosa, poi, per il tema ma chiuso il libro ho apprezzato ogni scelta stilistica, tecnica e grafica che mi ha permesso di sentire sulla pelle la fatica, il dolore, di una vita bloccata.

Chiudo la recensione riportando un brano  che  secondo me rappresenta la bravura dell'autrice nell'uso delle parole. Lia descrive come ci si sente a vivere come lei. Per stare nel corpo di Lia: 
Infilati in una cabina di un solarium e friggiti per due o tre giorni. Quando la pelle sarà tutta bolle e comincerà a spellarsi, rotolati nel sale grosso, poi mettiti una maglia di lana intrecciata con vetro filato e lamette. Poi mettiti sopra i tuoi vetiti normali e stringili più che puoi.

Ed ora, se vi va, andate a curiosare nei blog delle altre partecipanti:

La biblioteca del libraio
La lettrice sulle nuvole
Le mie ossessioni librose
Letture a pois 
Libri al caffè
Libri in tavola
Made for books
 

Commenti

  1. Ho letto questo libro anni fa e l'ho apprezzato moltissimo per le sensazioni che è riuscito a trasmettermi.

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  2. Risposte
    1. Io non conoscevo neanche l'autrice. Mi sono ripromessa di leggerla ancora

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  3. Non credo di conoscere questo libro. Mi stai facendo riflettere in merito. Ho deciso di segnarlo nella mia lista perché mi interessa

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  4. Ricordo questo libro, non letto da me ma da Dolcil che lo trovò molto bello e molto crudo le sue parole mi lasciarono perplessa e non ho mai deciso se leggerlo, chissà che non lo prenda in mano!!!

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  5. L'ho letto tempo fa, duro, durissimo, ma non ero riuscita a provare empatia per la protagonista e un po' mi era pesato

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  6. Non conoscevo questo romanzo: sembra davvero duro, non facile. Mi sa che non fa sl caso mio

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