Recensione 17: Hyperversum Il falco ed il leone - Cecilia Randall 5/5


Allacciò la spada alla cintura: non potè resistere alla tentazione e gli sembrò di rinascere cavaliere in quel momento. [...] senza neanche rendersene conto, era di nuovo Jean Marc de Ponthieu.


hyperversum, cecialia candall


Trama
Saint Michel, Feudo di Montmayeur, Piccardia. Ian dopo due anni e mezzo  ritorna in  Francia. 
Data del ritorno: 16 agosto del 1214.
Ad accompagnarlo l'inseparabile amico Daniel. Il mezzo di trasporto: il gioco di ruolo Hyperversum. La magia si ripete ed i protagonisti sono catapultati nuovamente nel passato. Ma mentre Ian torna in un mondo che gli è sempre appartenuto, Daniel tristemente assiste alla repentina trasformazione dell'amico in cavaliere, preparandosi a salutarlo per sempre, per  tornare alla  vita nel XXI secolo. Perchè Daniel non era come Ian, non avrebbe mai fatto la stessa scelta e non voleva finire i suoi  giorni nel medioevo. Hyperversum però deciderà per entrambi. Diversamente. Li porterà lontani, oltre manica. Li trasporterà in Inghilterra, nel castello di Dunchester. Saranno testimoni attivi della guerra intestina che vede da un lato l'autocrate re Giovanni Senza Terra e dall'altro i baroni, il popolo, i cavalieri, spinti da un sentimento inviso verso il loro stesso sovrano, stanchi di veder depredare le terre, i raccolti, il popolo, ridotto allo stremo.
Hyperversum farà di più. Ad un certo punto dividerà le strade di Ian e Daniel. Ognuno si troverà a dover affrontare gli eventi, le battaglie efferate,  la storia, da solo.
Alla fine delle loro peripezie, delle 600 e passa pagine Ian riuscirà a riabbracciare Isabeau? Daniel tornerà nel suo tempo? I due amici riusciranno a ritrovarsi per dirsi addio?



Il mio punto di lettura
Chi pensava, come me, di aprire il secondo volume di Hyperversum per immergersi  nell'incontro tra Isabeau e Ian, trovare pagine e pagine sull'evolversi della cavalleresca storia d'amore rimarrà deluso. 
La ricompensa per questa mancanza sarà la scrittura della  Randall, lo strumento che trasporterà il lettore in un'altra epoca. Sarà il rocambolesco correre  accanto a Ian e Daniel. Sarà l'ammirata  osservazione dei cavalieri, pronti a morire per  la parola data, pronti a seguire un ideale, senza paura. Sarà la voglia di perdersi nelle pagine lasciando tutto il resto fuori.

La Randall  con questo secondo romanzo non si smentisce. Onore, dignità, valori, coraggio indefesso, battaglie ed anche se la narrazione si svolge quasi interamente nel castello di Dunchester, attraverso due violente battaglie,  vi posso assicurare che si legge tutto d'un fiato.
I personaggi, già ben caratterizzati nel primo Hyperversum, qui, li ritroviamo cambiati.  Ho particolarmente apprezzato la scelta dell'autrice di descriverci le   personalità maturate dei protagonisti.
Daniel in particolare non è più il ragazzo indeciso, impaurito, inesperto. Riscatta se stesso e molte delle sue azioni, dettate dalla giovane età, lette nel primo volume.
Ian  conferma la scelta fatta diverso tempo prima: può vivere solo come Jean Marc de Ponthie, solo come cavaliere. Nonostante la forte consapevolezza continua a mantenere quell'atteggiamento dimesso,  critico verso se stesso, responsabile per ogni azione o evento che possa capitare a Daniel o alle persone a lui vicine. Un cavaliere con un temperamento, oso dire, modesto che non mi aveva convinto e non mi ha convinto neanche adesso ed ho provato la stessa sensazioni di fastidio, il naso mi si è arricciato all'insù.
Chi invece incarna l'immagine del cavaliere per eccellenza è Geoffrey Martewall la personificazione della forza guerriera, terribile nella sua livrea funerea. Mi ha fatto sognare e non me ne vogliano i fans di Ian, ma lo preferisco a quest'ultimo. L'inglese era elegante ed impeccabile, aveva una rapidità e una precisione assolute, la lama sembrava il prolungamento naturale del suo braccio.
Con l'arrivo di  Martewall  ho capito quello che manca a Ian. Martewall è fiero, intenso, impetuoso, impavido, è uomo del Medioevo ed ha quel di più che Ian, uomo moderno, non potrà mai avere: l'abitudine ad esercitare il potere di un feudatario, con guardie e carcerieri a sua disposizione in qualsiasi momento. 

Mi sono innamorata di   questo  fantasy medievale e la sola idea di averne ancora uno da leggere che chiude la trilogia mi fa sentire una lettrice felice. 







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