Recensione 18: "Aurora nel buio" di Barbara Baraldi 4/5

Perché era questo che l'aveva spinta a restare in polizia nonostante tutto. C'era un solo posto al mondo da cui non sarebbe mai riuscita a stare lontana. Ed era la scena di un crimine.





Trama
Aurora Scalviati  arriva a Sparvarà, una piccola città emiliana, a seguito di un trasferimento dalla città di Torino, preceduto da 18 mesi di aspettativa.
Da subito si comprende che la protagonista è un personaggio complesso,  con un passato tormentato. La cicatrice che segna il suo viso né è la testimonianza. 
Sparvarà doveva essere un paese tranquillo, dove Aurora avrebbe potuto annoiarsi se il suo arrivo non fosse coinciso con un assassinio feroce e misterioso, dai risvolti simbolici, che coinvolge un uomo, una donna ed una bambina. Un' intera famiglia e la ossessiva ripetizione della frase: Tu non farai alcun male.
Aurora si troverà ad indagare, come solo lei sa fare: cercando di ricostruire la personalità, i pensieri,  le azioni dell'omicida, seguendone le tracce, braccandolo. Le loro strade si incontreranno. Per Aurora sarà una corsa contro il tempo per salvare una vita. Un tuffo nel passato per salvare se stessa. 


Il mio punto di lettura
Il libro inizia con: un prologo, un capitolo intitolato  Tre mesi prima del risveglio, un capitolo ambientato nel 1349 l'anno della peste,  nella sequenza in cui li ho scritti.
Dire che il lettore si trova spiazzato è poco. Quale è l'inestricabile legame che unisce i tre tempi diversi? Cosa centra un priore domenicano del XIV sec. con un omicidio efferato ai giorni nostri? Che cosa è il risveglio?
L'autrice costruisce un giallo che tiene il lettore attaccato alle pagine. Non ci sono tempi morti. Gli eventi si susseguono uno dopo l'altro. Ogni scoperta fatta da Aurora è un tassello per ricostruire la soluzione. 
Il ritmo concitato, però, non toglie spazio alla caratterizzazione  fisica e psicologica dei personaggi che ruotano intorno ad Aurora, primo fra tutti l'omicida ignoto.

Durante la lettura, che spesso per me avviene nelle ore serali con la piccola  lucina agganciata al libro, mi ha attanagliato una sottile paura.
Le parole della Baraldi sono riuscite nell'intento di nutrire un terrore ancestrale, quello verso il male, direi che l'autrice ha centrato l'obiettivo per un libro giallo.



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