Recensione 28: "Sette minuti dopo la mezzanotte" di Patrick Ness - Siobhan Dowd 5/5
Le storie sono fra tutte le cose le più selvagge, tuonò il mostro. Le storie inseguono, predano e mordono.
Le storie sono creature selvagge e indomite, continuò il mostro. Quando le liberi, chi può sapere quali sconvolgimenti potranno compiere?
Le storie sono importanti, disse il mostro. Possono essere più importanti di qualsiasi altra cosa. Se portano con sé la verità.
Ci tengo a questa recensione. È un fatto personale, quasi intimo, tra me e la storia.Purtroppo so già che le parole non potranno essere all'altezza dell'impresa, rendere la pienezza ed il potere del racconto.
L'unico modo per capire è fare l'esperienza diretta: leggetelo.
Trama
Conor ha un incubo ricorrente che lo assilla. Un incubo angosciante, nero come la pece. Il mostro che lo viene a trovare sette minuti dopo la mezzanotte, però, non è il protagonista dell'incubo, Conor quando lo vede la prima volta non si sconvolge, non è spaventato. In realtà si rese conto di non essere neppure spaventato. [...] Perché quello non era il mostro che si sarebbe aspettato.
Questo mostro ha le sembianze dell'albero di tasso che si erge nel giardino del cimitero davanti alla casa in cui vive con la mamma. Questo mostro è l'albero di tasso che si alza, inizia a camminare verso la casa di Conor con un unico obiettivo: le storie perché non accade spesso che io mi metta a camminare, ragazzo, lo faccio solo per questioni di vita e di morte.
Il tasso si recherà da Conor tante volte, sempre alla stessa ora, gli racconterà Tre racconti sulle altre volte in cui mi alzai e cominciai a camminare. Quando avrà finito toccherà a Conor raccontare una storia. E quando avrò concluso le mie tre storie, disse il mostro [...] Me ne racconterai una quarta, ripeté il mostro, e sarà la verità. [...] Non una verità qualsiasi. La tua verità.
Il mio punto di lettura
Come ho scritto nella premessa so già che non sarò in grado di rendere tutto il mondo di sensazioni e sentimenti che mi hanno investito.
Finito di leggere è proprio così che mi sono sentita: investita dalle parole arrivate addosso a 300 all'ora. L'impatto è stato poderoso. Il mio corpo ha retto, la mia anima un po' meno.
Il libro di Patrick Ness in memoria di Siobahan Dowd dimostra il potere delle storie. Mulinare, tracimare, turbinio, sono solo alcune delle parole evocative che ho segnato. Siamo lì accanto a Connor, il suo incubo è il nostro, la paura, la rabbia, la vergogna sono le nostre. Il suo pianto è stato il mio. Copioso, liberatorio.
E' una racconto con dentro altre storie quelle raccontate dal tasso che Conor definisce storie con imbrogli, quella che racconterà Conor.
Storie selvagge, indomite che porteranno stravolgimenti, su chi le leggerà.
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