Recensione 1/48: "Follia" di Patrick McGrath

La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca.

Questo libro ha la pretesa di affrontare la vastità e le insondabili profondità della natura umana e ci riesce con una scrittura brutalmente perfetta. 

Edizione Cartacea, pag. 296, Voto 5/5

In questo romanzo neo-gotico ci ritroveremo  ad indagare la mente umana  e questa analisi non è sempre uno spettacolo piacevole. Le sentiremo tutte, nella pancia a volte simultaneamente: l'inquietudine, le nevrosi, la freddezza, i deliri, l'inganno, la vergona, l'aggressività passiva e ci verrà da sussurrare <<Pietà. Pietà>> ma la nostra voce non  ha diritto di parola nella lettura mentre saranno le parole di Patrick McGrath a continuare a scorrere. 

Follia è una storia di cieca, disperata, ossessiva passione  tra due esseri intensi: Stella Raphael giovane moglie di Max Raphael psichiatra e vice direttore  in un manicomio criminale vicino Londra, ed Edgar Stark uno scultore detenuto per la brutale uccisione della moglie Ruth.
Le ambientazioni cupe contribuiscono al processo di obnubilamento dei personaggi. Il manicomio criminale di massima sicurezza, una cittadella fortificata, isolata, in mezzo alle campagne con la residenza del vice direttore annessa, un edifico cupo di pietra scura; i sobborghi londinesi malfamati; la fattoria nel Galles circondata da boschi, prati, una cava e persone diffidenti, scostanti.
Stella è giovane, una bellezza sensazionale, intelligente ed impavida. Vive una vita apparentemente tranquilla con il figlio Charlie, di dieci anni, ed il marito Max psichiatra ambizioso, trasferitosi con la famiglia da Londra al carcere per assumere quel ruolo di vice direttore. Un uomo riservato, malinconico, privo di fantasia, a tratti ermetico che Stella ben presto identifica con il volto del potere carcerario [...] la voce del padrone. A Stella spetta il ruolo di moglie, strettamente  coinvolta nelle attività del marito e contemporaneamente  esclusa da alcuni livelli di conoscenza  a cui le donne non possono accedere.
Edgar è una bestia ferita, con una vitalità animale, un'intelligenza notevole, lo spirito dell'artista maledetto, con deliri morbosi che lo hanno spinto ad uccidere  la moglie ed infierire sul suo corpo, azione verso cui non prova rimorso o senso di colpa, azione  verso cui si giustifica con la presunta infedeltà della compagna. 
Ma per Stella Edgar è senza voce in quel carcere, Edgar è ebbrezza, euforia, vertigine, è vita, è possibilità contrapposta alla freddezza, alla negazione, all'indifferenza, alla mefitica superiorità morale di quel marito, distante. Edgar  è un porto  in cui approdare perché a sentirsi braccata è lei.

Follia è la storia del  lento, ineluttabile detrimento della vita di Stella. Si spoglia del ruolo di moglie, si spoglia del ruolo di madre, ad un certo punto perderà anche la donna che è, terrà stresso soltanto il ruolo di amante. Amante di un folle  perché  Stella, nella sua ingenuità, o spinta dall'istinto del cuore o da un'ossessione passionale, riesce a vedere in Edgar l'uomo oltre al malato: Oh, era facile, poteva farcela tranquillamente, vedeva Edgar con la testa fra le mani mentre l'uragano infuriava nella sua povera mente ottenebrata, ma l'uragano e lui erano due cose diverse! Passato l'uragano sarebbe guarito, sarebbe stato di nuovo lui.  

Follia ha una fascinazione tutta sua, il libro inizia avvisandoci  La storia di Stella Raphael è una delle più tristi che io conosca  ma  una volta iniziato non riusciremo a tirarci indietro. 
Ho amato la scrittura di Patrick McGrath, sono stata calamitata. Una scrittura capace di indagare, scandagliare, rivelare  l'animo umano in modo così calzante da farmi sentire tutto il vissuto psichico ed emotivo di Stella, fino alla fine. 
L'autore decide di narrare la vicenda attraverso Peter,  psichiatra di Edgar, amico saggio e gentile di Stella, collega di Max,  trasformando la storia in un'analisi dei fatti a posteriori, una ricostruzione degli eventi, delle spinte emotive e psichiche su cui si basano le relazioni tra i personaggi. Ai lettori il ruolo di ascoltatori privilegiati, solitari, inamovibili   traghettati verso il finale che colpirà direttamente in pancia. 

Questo libro ha la pretesa di affrontare la vastità e le insondabili profondità della natura umana...  E sì,  ci riesce alla perfezione.

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