Recensione 2/49: Musica di
Nel mondo del sesso non c'è un'unica felicità per tutti. Vorrei che questo i lettori lo ricordassero bene.
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Edizione cartacea - Pag. 208 ⭐⭐⭐ e mezzo /5 |
Musica - Un'interpretazione psicoanalitica di un caso di frigidità.
Il sottotitolo e la prefazione spiegano esaurientemente il contenuto di questo romanzo dalla copertina piacevole ed elegante.
Shiomi Kazunori ci porta nel suo studio per raccontarci il percorso terapeutico di Yumikava Reiko, la giovane e bellissima ragazza che si presenta con una domanda: Dottore perché non sento la musica?
Seduti accanto a Shiomi ci renderemo subito conto che la musica è una metafora con cui affrontare il vero problema, la prolungata, persistente frigidità e la conseguente isteria.
Entrare nello studio di Shiomi è stato per me un piacere. Se le tre sale di terapia non contengono nulla, né vasi di fiori né quadri; sono chiuse e perfettamente isolate acusticamente, la sala d'aspetto, invece, è occupata da grandi finestre, i colori delle pareti e delle poltrone sono stati attentamente scelti, ci sono riviste e fiori sempre freschi. Dettagli per creare un ambiente confortevole, tranquillo, riservato, aspetto, quest'ultimo, fondamentale per superare quella diffidenza o timidezza che si porta sulle spalle chiunque decide di iniziare una terapia.
Shiomi è un terapista attento ma ammette che nella psicoterapia vi sono alcune cose severamente proibite, come l'impazienza, l'atteggiamento autoritario e le imposizioni, ma rispettando con meccanico rigore l'ortodossia non si ottengono sempre buoni risultati ed il caso di Reiko impone diverse deroghe. Reiko è un rompicapo. Le sedute con i lunghi racconti attraverso la tecnica della libera associazione, infarcite di simboli e soprattutto di bugie, l'interruzione della terapia per un viaggio imprevisto, le lettere con cui Reiko si racconta da lontano in modo del tutto soggettivo mettono a dura prova Shiomi che deve muoversi in un terreno minato per poter arrivare alla radice del problema. Perché un'origine, la nevrosi di Reiko, ce l'ha.
È la prima lettura di un autore giapponese di cui, tra l'altro, sono andata a leggere la biografia incuriosita dalla quarta di copertina dove è riportata la morte per suicidio, scoprendo così la vita di un artista poliedrico, eccentrico e controverso.
Il racconto è l'intero percorso di analisi di Reiko ed è una storia compiuta. Mi sono fatta accompagnare da Shiomi apprezzando la sua placidità, l'intuito e le conoscenze di cui ci rende partecipi, senza essere pedante. Chiusa l'ultima pagina mi sono sentita soddisfatta, nonostante il forte simbolismo di cui è impregnata la storia e le descrizioni a briglia sciolta di Reiko, dei veri voli pindarici, ma del resto stiamo o non stiamo facendo una terapia psicoanalitica? L'altra grande protagonista.
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