Recensione di Alessia: "Lungo petalo di mare" di Isabel Allende

È con grande piacere che oggi ospito nel blog la recensione di un'amica lettrice, Alessia,  con cui condivido tanto altre cose oltre ai libri.  La sua lettura è stata impegnativa ma alla fine è rimasta appagata dalla scrittura della Allende.

“Nell'agosto 1939 Pablo Neruda organizzò quello che poi ha definito il "suo poema più bello": il Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste. A settant'anni dall'approdo a Santiago del Cile del Winnipeg, la nave equipaggiata da Neruda per mettere in salvo più di duemila esuli della Guerra civile spagnola, la voce di Isabel Allende ci accompagna in Spagna, durante l'ultimo periodo del conflitto, ci porta in fuga nei Paesi Baschi e in Francia e da lì in Cile, per raccontarci cinquant'anni di storia del suo paese natale. E insieme a quella protagonisti, esuli catalani, la pianista Roser e il medico Víctor, ripercorre l'esistenza di personaggi quali Neruda e Allende, comparse d'eccezione in un libro che fonde la storia con l'immaginazione del possibile, secondo quella formula già sperimentata con cui solo Isabel Allende sa restituire un affresco indimenticabile di solidarietà, di integrazione, di resistenza.”


Alessia, punto di lettura
Edizione  digitale - pag. 282 - valutazione ⭐⭐⭐⭐⭐/5

Sarò sincera:  dare un parere dopo la lettura di questo libro è risultato assai complicato. Per prima cosa perché è ricchissimo di eventi storici e perché i personaggi che si alternano tra un capitolo e l’altro sono tanti e descritti minuziosamente, così bene che ogni volta, alla fine,  mi sembrava di conoscerli come le mie tasche. Mi ritrovavo a pensare “ah beh, questa cosa non è proprio da lei, mi ha deluso”!
Il libro ha 282 pagine e mi sono approcciata con molta resistenza all’inizio perché il rapporto che ho con l’autrice è più odio e amore. Pensavo che fosse il solito romanzo storico, noioso, prolisso, l’ho guardato di sottecchi pensando “sarà il classico mattone”, invece la Allende ha avuto la capacità fin dalla primissima pagina di creare uno squarcio dentro la mia anima ed entrarci dentro piano piano. E’ stata una sorpresa perché per una volta mi sono data la possibilità di mettere da parte i pregiudizi e di aprire la mente, di spaziare tra le righe.

Alla fine ho dovuto centellinare le ultime pagine perché non volevo finirlo e staccarmi da quei meravigliosi personaggi così vivi, così fieri, così unici. Il romanzo è indubbiamente storico ma anche sociale. Si intrecciano con passione varie storie d’amore, di amicizia che si evolvono senza dare mai nulla per scontato. La grande protagonista di questo romanzo è la storia che racconta come fino a pochi anni fa gran parte della popolazione fu costretta a scappare dal proprio paese per via di una guerra ingiusta. Siamo nel 1939 quando in Spagna imperversa la guerra civile. Il generale Francisco Franco con l’aiuto di Mussolini e Hitler ha sconfitto le forze del governo di Spagna democraticamente eletto, scatenando un’ondata di violenza e omicidi.  Sono centinaia di migliaia i disperati, simpatizzanti della Repubblica spagnola che hanno attraversato i Pirenei per scappare dal massacro fascista. Tra i milioni di rifugiati ci sono Victor e Roser i protagonisti principali del romanzo, che salpano sul piroscafo francese “Winnipeg” in direzione del Cile. E ’proprio durante il viaggio verso il Cile che i due stringono prima di tutto una amicizia che si trasforma in amore; un amore puro, semplice e vero che cresce con gli anni e diventa sempre più forte.
Pochi sanno che questa operazione umanitaria fu possibile grazie all’interessamento e all’organizzazione di Pablo Neruda, illustre poeta del Cile e futuro premio Nobel per la letteratura, il quale all’epoca aveva incarichi consolari tra Francia e Spagna. Il suo prestigio era sufficiente per  condurre il presidente cileno, Pedro Aguirre Cerda,  verso l’idea di offrire asilo ad alcuni dei maltrattati patrioti spagnoli che erano abbandonati in campi di concentramento francesi. Per Neruda questa grande azione sarebbe stata non solo un esempio per tutti,  ma avrebbe offerto  al Cile l’esperienza e il talento esterno di cui aveva bisogno per il suo stesso sviluppo. Il titolo del libro prende spunto da una poesia del poeta, che definisce il Cile “lungo petalo di mare” essendo il Cile un paese “stretto e lungo” come un petalo.

La narrazione infatti si intreccia con le poesie di Neruda che accompagnano l’inizio di ogni malinconico capitolo. In breve tempo ero catapultata nella vita di Victor e Roser, nel loro viaggio verso un mondo nuovo e nel loro particolare rapporto, entrambi innamoratissimi ma immuni alla gelosia.
Non ho parole per descrivere la profondità di questo romanzo e la capacità dell’Allende di ritrarre la forza d’animo della protagonista femminile, Roser, che nonostante la gravidanza riesce ad attraversare i Pirenei per fuggire dalla guerra.
In questo libro ho trovato tutto l’orrore che la guerra si porta con sé, ma ho trovato  anche la storia di personaggi che si sentono esuli per una vita e poi imparano a sentirsi a casa, un po' dappertutto.


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