Rubrica "Ci provo con..." Recensione 11/58: "Malinverno" di Domenico Dara

Per la rubrica mensile Ci provo con...  ideata da Chiara del blog La lettrice sulle nuvole in cui si legge un autore o autrice per la prima volta,   ho fatto en plein.
Posso affermare senza ombra di dubbio che Malinverno è una lettura Gold, per la storia, per la scrittura, per le emozioni che mi ha regalato. 


recensione
Malinverno - versione cartacea- pag. 336
valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐/5

I lettori mi perdoneranno per questa recensione che recensione non è ma anche Malinverno non è stata una lettura bensì un viaggio tra il reale e l'irreale.
Un'esperienza a tutto tondo dove sono stata cullata e strapazzata dalle emozioni. Ogni volta che ho aperto il libro sono caduta a capofitto nella storia perdendo il tempo e lo spazio reale, una traslazione da viva dentro a Timpamara. 
Ed ogni volta che ho chiuso il libro sono rimasta con quell'ambigua sensazione di serenità e infelicità assieme.



Le persone che incontro, quando bevono al bar o bestemmiano giocano a carte, quando aprono un libro o piangono gli amici morti, vivono tutte una doppia vita: quella che ci è stata data, che si svolge nel tempo degli altri e che scorre sulla pelle e sul volto; e l'altra, quella che ci scegliamo, proiettata nel nostro tempo solitario, e che fluisce dentro di noi, nel nostro sangue, nei nostri recettori, nella nostra testa. La maggior parte sceglie la prima, nascondendo l'altra sotto un pesante manto nero, affogandola, sopprimendola, facendola pezzi pezzi.
Io ho preferito al contrario di   fare di questa vita interiore il recinto della mia esistenza, di lasciarla affiorare in superficie, e forse in questo consiste la mia diversità, nell'aver confuso  ciò che il resto degli uomini sa ben separare.

Mi sono innamorata della scrittura di Domenico Dara.
Mi sono innamorata di Astolfo Malinverno. 
Ma il problema degli innamorati sta nelle parole. Sento tutta la loro inadeguatezza, incapaci di rendere la sconfinata dolcezza e l'indefinibile tristezza, la magia di Malinverno. Ecco perché questa non è una recensione ma una lettera  per l'unico bibliotecario guardiano di cimitero che l'umanità abbia mai avuto. 
Ne farò una copia cartacea da lasciare al vento che, se vorrà, la porterà  per le strade di Timpamara, fino al cimitero o alla biblioteca o nelle tasche di qualche timpamarano.


"Caro Astolfo Malinverno,
In questa  missiva troverai citate qua e là le tue parole perché se tu sei zoppo dalla nascita io mi sento  zoppa nelle parole. Disarmata, non ne trovo. Ci ho provato, sai, ma nulla. Utilizzando quelle di un'amica posso affermare che la tua storia ha "creato teatri nella mia mente" e solo leggendoti avviene il miracolo. 

Era destino che la tua voce  entrasse nella mia casa. Una profezia. 
Ci sono nella scelta delle letture, occorrenze sorprendenti, come se il libro fosse un oracolo capace di leggere nella mente e nel cuore del lettore e di offrirglisi spontaneamente. Come se gli bisbigliasse qualcosa.
Sei  stato il mio oracolo. Mi hai scelto. 
Lo ammetto avevo acquistato la tua storia come regalo per un'amica ma poi parlandole ho scoperto che ne aveva già ordinata una copia così ho deciso di tenerlo, il tuo volume,  donando all'amica un' altra storia. A te  però non bastava. Hai  ragione: Le storie accadono per essere ascoltate. Dopo pochi giorni Malinverno è stato scelto come  lettura mensile in un gruppo che seguo. È stata quell'amica a suggerirla non sapendo che in quel momento anche lei mi stava facendo un regalo.  

Sai, ci sono stata nella tua  città: Timpamara. La città della carta dove i libri prendevano vita, nella cartiera, ormai dismessa e  raggiungono la morte nel maceratoio, ancora attivo. 
Sono partita da qui, dal maceratoio. Ho voluto sentirla la voce dei libri su quel punto più alto  dove il vento sferzante muove le pagine della montagna di volumi in attesa della fine. Era il posto più ventoso del macero, dove i vecchi volumi, sfogliati da brezze e correnti, parevano una piccola orchestra. 
Camminando per le strade le ho viste le pagine esattamente come hai detto tu: a Timpamara ogni giorno  ponenti e levanti prendevano le carte  del macero e le seminavano per strade e tetti e balconi.  Sottratte dal macero  per volontà dei venti, trasportate e  depositate ovunque. Poi ho messo le mani nelle tasche trovandole anche lì,  le parole volanti.

Sono passata al cimitero. Ho visto con questi occhi il posto dove hai donato la giusta fine a persone, libri, animali ed  ho portato un fiore di cardo sulla tomba della tua Madame Bovary, è davvero un posto intimo. 
Nella  biblioteca in cui lavori ho preso il Don Chisciotte, a forza di nominarlo mi hai fatto venire la voglia di riscoprirlo. Puoi star sicuro che tornerà nel suo scaffale con qualche sottolineatura perché,  anche se il cartello  VIETATO NON SOTTOLINEARE I LIBRI non c'è, io  ho il tuo stesso vizio, quello di selezionare le parole.
Poi sono passata da Murfarò per farmi fare una foto e  sono stata io a dirgli di  modificarla, arricchirla  di dettagli, quegli stessi dettagli che tu metti nelle storie e nei finali. Volevo avere un' immagine precisa: una me con un vestito rosso, lungo, svolazzante, in mezzo ad un tornado di pagine, un ricordo del mio passaggio a Timpamara.

In questo viaggio ho incontrato i tuoi concittadini. Osservando i dettagli ho scovato, accompagnata dalla tua voce, la loro vita segreta quella che ognuno di noi porta con sé  in cui ognuno ritrova lo spazio in cui sognare, in cui illudersi, in cui tutto può accadere, come  in un romanzo. Non è questo il potere delle storie? La bellezza della lettura? Non è questo l'antidoto alla morte, al dolore, ai vuoti? 
Hai ragione tu. Un po' di romanzo nella vita e la vita nei romanzi. Che poi che male fa mischiare le illusioni alla realtà, romanzare la vita, io trovo che sia coraggioso.
E allora caro Astolfo continua  a  confonderle queste due vite perché io nel tuo Malinverno ci ho vissuto e ti assicuro che  far parte dell'esclusivo circolo dei visionari che confondono vita e lettura  è magnifico.

Benedetto il giorno in cui ti ho incontrato, Astolfo Malinverno, custode di libri, guardiano del cimitero, protettore dei vinti



Un grazie a Dolci Carloni per il banner a seguire con l'elenco delle altre partecipanti, per andare a curiosare. 


Commenti

  1. Mi piace la tua recensione! Non so se è il mio genere di libro ma sono felice che a te sia piaciuto

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  2. Ma è bellissima questa NonRecensione! Segno il titolo, sia mai che riesca a leggerlo?

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  3. Un libro fuori dai miei schemi letterari che però potrebbe crearsi un posticino tra le migliaia di libri che ho, perché come tu hai sottolineato e un libro diverso!!!

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  4. Non conoscevo questo libro e sembra davvero una bella lettura

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