Rubrica "L'assassino è il maggiordomo" Recensione 12/59: "Il presidente è scomparso" di Bill Clinton e James Patterson

Hanno ragione. La logica è dalla loro parte.
L'istinto, però, mi dice il contrario.
Istinto o logica , signor Presidente?


L'assassino è il maggiordomo, punto di lettura, recensione
Edizione cartacea, pag.489, valutazione ⭐⭐⭐/5

Tempi bui.

Queste due parole  mettono in crisi l'uomo più potente del mondo: il Presidente degli Stati Uniti d'America, Jonathan Duncan, il protagonista di questo thriller.  
Le vicende si susseguono in un arco temporale di pochissimi giorni: dal giovedì alla domenica successiva del mese di maggio di un qualsiasi anno. Quattrocentottantanove pagine  in cui il Presidente ed il suo staff dovranno bloccare un attacco terroristico ai danni di tutto il sistema di telecomunicazione degli Stati Uniti. Trattasi di un thriller politico in cui il vero "cattivo" è un virus informatico, quindi non solo politico ma anche legato ai temi del cyberterrorismo, cybersecurity, temi attualissimi. 
Non mi dilungherò sulla trama, mi soffermerò invece sui punti di forza e su cosa non mi ha convinto.

Il primo punto di forza è  la scrittura. Quando ho preso in mano il volume non pensavo assolutamente che la lettura potesse essere  così veloce.  In questo aiuta la struttura: capitoli brevi interroti spesso sui dialoghi portando il lettore a voltar pagina per dare una prosecuzione naturale alla lettura.

Il secondo punto di forza è il personaggio principale: il Presidente ben caratterizzato nel ruolo ufficiale e non. Gli  autori si soffermano sul lato emotivo e psicologico di un uomo che è il più potente del pianeta ma che rimane pur sempre un uomo, con tutti suoi limiti:  Mi travolge la sensazione ormai familiare, quell'avvilente certezza che l'aiuto che posso fornire ai cittadini è al contempo ampio e limitato. Si deve imparare a convivere con questo paradosso, altrimenti l'ossessione per ciò che non puoi fare rischia d'impedirti  di compiere anche quello che puoi.  Il  lettore scopre il lato poco conosciuto, quello intimo dove si affacciano i sentimenti per la famiglia, la moglie, la figlia, i ricordi di gioventù ed una malattia che a tratti sembra limitare la sua azione ma non la ferma.  Mi è piaciuta la scelta di mettere in parallelo i due aspetti contrastanti: il Presidente impegnato a difendere la democrazia, il suo paese, con scelte difficile, con spirito arguto e salace e l'uomo terreno, fragile, preoccupato, fiaccato dagli eventi. Credo però e qui c'è la nota meno positiva, che nella realtà Il Presidente non avrebbe avuto il ruolo in prima fila  nell'azione di anti spionaggio assegnatogli nel romanzo.

Altro punto a favore sono le riflessioni  sul ruolo della rete nella nostra vita  quotidiana e non si parla solo dei social o del web bensì di tutte le applicazioni che rendono la nostra vita più semplice: banca, appuntamenti,  sanità, sicurezza. Tutto volendo si può gestire  con un'app, da remoto, ma tutto questo può essere oggetto di hackeraggio, di spionaggio a tutti i livelli. Ne va di mezzo la nostra privacy, tanto osannata e la nostra sicurezza.

Di contro  ho trovato l'ultimo capitolo del tutto inutile, ai fine della storia. Vengono infatti ripercorsi tutti gli avvenimenti in una descrizione  dettagliata del Presidente al Congresso congiunto. Una narrazione glassata dai concetti sulla democrazia, un discorso elettorale sull'importanza della libertà dell'individuo, dei diritti umani, la difesa della famiglia, dei figli, dell'ambiente, della salute. Belle parole: missione, energia, umiltà, riforme,  in totale contrasto con la realtà di cui ne è stato l'esempio il 45° Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump.

Infine ho scoperto che i thriller politici  e di cyberterrorismo non fanno per me, non mi appassionano, non mi coinvolgono anche se ben scritti.



Commenti

  1. Concordo pienamente con tutto ciò che hai detto, compreso l’ultimo capitolo: un proclama inutile.

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    1. Questa volta abbiamo avuto le stesse sensazioni per questa lettura. : )

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  2. come sai non sono riuscita a finire il libro per problemi di tempo, in futuro di sicuro lo riprenderò

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