Recensione 22/70. "Joyland" di Stephen King

Io ritorno con la memoria a quel martedì di ottobre, anche solo per ricordare a me stesso che la nostra esistenza non è sempre un gioco  da spennapolli. Talvolta i premi sono reali. Talvolta hanno un valore immenso.


recensione, punto di lettura
Edizione cartacea, pag. 351,
valutazione ⭐⭐⭐ ⭐/5

L'estate  più divertente e indimenticabile. Ricordate che avevo ventuno anni.

Una tale affermazione, ripetuta più volte dal protagonista, mi ha fatto trasecolare. King ha un modo del tutto inaspettato di raccontare la storia visto che l'estate in cui Devin Jones inizia a lavorare per il parco divertimenti di Joyland come Allegro Aiutante dentro ad un caldo costume da cane, accadono cose  inaudite.
Numero uno l'avverarsi della profezia di Madama Fortuna svelata a Devin appena arrivato al parco: incontrerà una bambina con un cappello rosso ed un bambino con un cane, uno dei due ha un potere speciale;  a seguire la presenza del fantasma della giovane Linda Gray, uccisa nel castello del brivido quattro anni prima e per finire l'assassino si aggira ancora nei dintorni. 
Ricapitolando abbiamo una profezia, un fantasma ed un assassino, voi l'avreste definita un'estate divertente?
C'è da dire, a sua discolpa, che Devin è in possesso di alcuni fattori a me mancanti: la giovane età, ricordate che avevo ventuno anni; la scoperta, dentro al costume da cane, di un  se stesso divertente, capace di emozionare e non da ultimo il fatto che a rievocare gli eventi, con toni nostalgici, è un Devin oramai sessantenne.

Il mio primo King è stato una lettura curiosa. Anche se  questo libro è inserito nel genere thriller, chiusa l'ultima pagina, mi sono resa conto di come il giallo sia rimasto sullo sfondo, l'autore  concentra la nostra attenzione sul protagonista  lasciando emergere piano piano la raffinata ironia, la spontanea tenerezza, l'insopprimibile curiosità di un Devin  a cui mi sono affezionata fino ad arrivare ad  ammirarlo per il modo in cui affronta l'indimenticabile estate.
Joyland per me è un thriller con dentro un romanzo di formazione:  il Devin di pagina 1 non è  il Devin di pagina 351.
Il  protagonista che incontriamo all'inizio è uno studente universitario disorientato, amareggiato, con una relazione amorosa agli sgoccioli.
Ero un verginello di ventun anni con aspirazioni letterarie. Avevo tre paio di blue jeans, quattro di boxer, un rottame di Ford (con una buona radio), sporadiche idee suicide e un cuore spezzato.
Quel cuore spezzato lo spingerà verso il colloquio, letto su un giornale spiegazzato, per un posto nel parco divertimenti:
VIENI A JOYLAND A LAVORARE IN UN POSTO DA FAVOLA!
Così cita l'inserzione.
Deciderà di accettare perché  quel lavoro da mascotte  è la cosa migliore che gli potesse capitare in quella triste estate in cui la sua ragazza, quella con cui immaginava una famiglia, lo ha lasciato senza un'apparente spiegazione.   Joyland non lo deluderà, sarà il suo riscatto e la sua crescita, quel premio reale che ha un valore immenso.
Gli regalerà un mondo tutto nuovo, la comunità dei dipendenti del parco;  tanti incontri,  tranne quello con il fantasma che non riuscirà mai a vedere: Ero di nuovo preda di una strana gelosia. Perché Linda Gray era apparsa a Tom Kennedy? Perché a lui e non a me?  E il coraggio  necessario per  ricostruire l'omicidio di Linda Gray e darle giustizia.

Joyland è uno dei libri di King meno blasonati ma come primo approccio all'autore è stato un'autentica sorpresa per il suo essere fuori dagli schemi, tanto fuori dagli schemi che alla fine l'assenza del movente o semplicemente il fatto che io non lo abbia colto non importa, non mi ha fatto sentire depauperata, dentro alle pagine ho trovato ben altro. Un'estate indimenticabile ed una scrittura brillante.


Commenti

  1. mi manca! al momento però non lo tengo in considerazione perchè ho altre priorità

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