Recensione 25/73. "Vela bianca" di Sergio Bambarén

Avevano ascoltato la voce dentro di loro, e messo in pratica ciò che predicavano. Avevano dato un senso alla loro vita. 
Come avevano fatto?

Recensione, punto di lettura
Edizione cartacea, pag. 177, ⭐⭐⭐ /5


Michael e Gail sono sposati, vivono in Australia e mentre sono occupati dal lavoro, la casa ed immersi nella quotidianità  assistono alla comparsa delle prime incrinature nella loro relazione. 
Il problema non sono loro bensì la vita che conducono: settimane su settimane tediose si accumulano e pur rendendosene conto entrambi faticano ad uscire dagli schemi perché in fin dei conti hanno un stabilità economica e sono  socialmente ben inseriti.
Non posso lamentarmi del mio lavoro. Guadagno bene, e tutto sommato mi piace. É solo che a volte mi chiedo se passerò tutta la vita a fare sempre le stesse cose. Ci sono momenti in cui sento un gran desiderio di fare qualcosa di più gratificante, e non necessariamente dal punto di vista economico. 

Tutto sembra dover procedere in una qualità mediocre del vivere ma un pomeriggio Michael passa dal suo libraio di fiducia, il Signor Blake, acquista un libro e  da qui inizierà il viaggio perché leggendone le pagine Michael si meraviglierà di quante persone siano riuscite a vivere seguendo i propri sogni: avevano ascoltato la voce dentro di loro, e messo in pratica ciò che predicavano. Avevano dato un senso alla loro vita. Come avevano fatto?
Sulla scia di questa domanda Michael  e Gail iniziano ad indagare la loro vita e decidono di partire per un viaggio via mare, con una barca a vela ed un libro che mano mano si autoscrive in base alle nuove consapevolezze; lasciare la sicurezza degli schemi sociali per l'ignoto, per la libertà, per inseguire la vera natura. Un viaggio fisico come preludio al viaggio spirituale. Al ritorno saranno sempre Michael e Gail ma avranno scoperto chi sono veramente.


Ho un diario acquistato un anno fa, uno di quegli acquisti fatti di pancia perché troppo bello da guardare e sfogliare. Non sapevo bene cosa ne avrei fatto poi  rimirandolo e rigirandolo tra le mani ho iniziato a scriverci qua e là aprendo a caso su un giorno qualsiasi, un mese qualsiasi, riportando le frasi dei libri, quelle da andare a rileggere a casaccio, per me, per mia figlia. 
Vi starete chiedendo perché vi racconto tutto questo? Perché da Vela bianca ho copiato numerose frasi e mentre la storia  nel suo complesso, durante la lettura,  ha suscitato una strana forma di indisposizione  le frasi estrapolate singolarmente funzionano benissimo.

Sentimenti del tutto contrastanti. Vero. Vi dirò di più solo l'esiguità delle pagine mi ha permesso di concludere la lettura, in caso contrario non so se lo avrei portato a termine. 
Chi non ha sogni? Chi non vuole  evadere dagli schemi riscoprendo una vita  fatta a misura di uomo, inseguendo il proprio istinto?
Sogno di immergermi nella natura e vivere secondo i cicli della madre Terra ma questa scelta non può essere attuata senza determinare conseguenze sulla vita di chi mi sta vicino: la mia famiglia che non posso ignorare.

Ho trovato troppo lontana da me la storia di Michael e Gail anche se sento la forza della natura che mi attrae a se, la voglia di abbandonare tutto, a tratti, prepotente.
V
olevo un libro più terreno? Più con i piedi per terra? Probabilmente sì. Avrei preferito un libro verosimile e pieno di coraggio che un libro inverosimile e pieno di coraggio.
Lo so, direte voi,  devo leggere la storia nella sua spiritualità un po' come
Il profeta di Gibran con cui ho trovato molti collegamenti, eppure è proprio questa spiritualità magica con cui è infarcito il libro che stride con me. 
Il problema sono io, la me di questo momento, ne sono sicura quindi non starò qui a scrivere di non leggerlo, anzi, dirò il contrario ed io stessa mi darò lo spazio in futuro, rileggendo  il diario, per una nuova lettura di Vela bianca visto che il tema del viaggio come strada per conoscere,  imparare  mi appartiene.

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