Rubrica: Tu leggi, io scelgo. Recensione 23/71 "Finché il caffè è caldo" di Toshikazu Kawaguchi

Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Tu leggi? Io scelgo da un'idea di  Rosaria Sgarlata con l'organizzazione precisa e puntuale di Chiara Ropolo, Mariarosaria Palmentieri e Dolci Carloni. Una rubrica a cui partecipo  sempre con entusiasmo: si va a sbirciare nelle librerie virtuali delle partecipanti in base ad abbinamenti casuali e si sceglie il libro da leggere.
Questo mese ho sbirciato nella libreria di Elisa Serena ed ho scelto: Finché il caffè è caldo, opera prima di Toshikazu Kawaguchi.


Punto di lettura, recensione
Edizione digitale, pag. 177,
valutazione ⭐⭐⭐ e mezzo


In fin dei conti, che uno torni nel passato o viaggi nel futuro, il presente non cambia comunque. E allora sorge spontanea la domanda: che senso ha quella sedia?




In questa favola  si entra attraverso un Din-don,  il rumore che fa il campanello per accedere al caffè. Un locale seminterrato, senza finestre, illuminato da un paralume appeso al soffitto e un'unica applique accanto all'entrata, le cui pareti sono color seppia. Una volta entrati si rischia di perdere il senso del tempo,  difficile dire se è giorno o notte perché quei tre grandi orologi  antichi da parete hanno ognuno  le  lancette su orari diversi. Qui si può bere il caffè caldo a volontà e non preoccupatevi anche se entrerete d'estate la bevanda calda sarà piacevole perché il locale è sempre fresco.
In qualunque momento tu decida di arrivare al tavolo più lontano troverai la donna vestita di bianco, con un libro in mano, seduta su quella sedia.

Si dice che nella caffetteria  bevendo un caffè si può tornare indietro nel tempo. Una leggenda metropolitana? Sarà vero?
Me lo sono chiesta fra me e me come fa Fumiko Kiyokawa, la giovane e bellissima ragazza con cui entriamo la prima volta nel locale da cui non usciremo più. Fumiko ricorda questa assurda storia con scetticismo ma ha un'urgenza: vuole assolutamente tornare nel passato, per capire. Il fidanzato, Goro Katada, l'ha lasciata per inseguire il suo sogno e lei ha bisogno  del perché. Nel momento in cui si sono separati, qualche giorno prima sempre  nello stesso locale, lei non era pronta, è accaduto tutto troppo velocemente e Goro gli è sfuggito. 

É  la granitica Kazu Tokita, la cugina del proprietario,  a portare il necessario per intraprendere l'insolito viaggio: un vassoio d'argento e una tazza bianca con una piccola caffettiera d'argento. Bevendo da questa tazza saremo traslati nel passato  ma attenzione è necessario seguire  alcune regole ferree.
Numero uno: qualunque cosa farai il presente non cambierà.
Numero due: una volta tornati nel passato si potranno incontrare solo le persone che sono state nella caffetteria.
Numero tre: c'è una sola sedia che permette di tornare indietro nel tempo e mentre si è nel passato non ci si può alzare dalla sedia.
Numero quattro: c'è un limite di tempo, si torna nel presente bevendo il caffè prima che si raffreddi.
Numero cinque: la scoprirete leggendo.

Sono sicura che lo avete pensato anche voi: se torno indietro e non posso cambiare nulla, tutto rimarrà immutato  perché viaggiare nel passato? Che senso ha quella sedia? 
Se lo chiede anche Fumiko, lo chiede a Kazu e la risposta secca è: Perchè questa è la regola. Fumiko spinta dalla necessità personale e dalla curiosità ribelle decide di andare ugualmente a dare una sbirciatina per questo si siede ed attende il momento in cui la donna vestita di bianco si alzerà perché è quella la sola sedia in grado di portarci nel passato. E non pensiate di andarle a chiedere di alzarsi, la donna non vi sente, non vi vede e non si alzerà fino a quando non lo deciderà lei. 

Finché il caffè é caldo è stata una lettura delicata ed è il modo di scrivere dell'autore a regalarci questa squisita delicatezza insieme alla struttura semplice ma non scontata.
L'entrata in scena dei personaggi, sempre gli stessi,  è anticipata da quel Din-Don che campeggia isolato  in una porzione della pagina preparandoci a scrutare l'avventore di turno. Noi siamo lì dentro un po' come la donna vestita in bianco, pronti ad osservare  Fumiko ed il suo ex fidanzato;  Hirai una cliente abituale dai vestiti eccentrici;  Fusagi l'uomo dallo sguardo vuoto intento a sfogliare la sua rivista di viaggi; Kotake l'infermiera; Nagare il grande uomo buono; Kei nata debole di cuore ma con una innata capacità di vivere felice ed una giovane ragazza misteriosa. Il viaggio nelle loro storie regalerà sorrisi e malinconia  in modo alternato per tutta la lettura.
Mi sono divertita moltissimo con Fumiko il suo scetticismo, la sua curiosità, la sua impazienza  si rispecchiano nelle mie. Con Kei, invece, la malinconia ha regnato sovrana e sicuramente al suo posto avrei intrapreso anche io il viaggio nel tempo.

Una favola dai toni delicati con un messaggio chiaro e semplice nascosto dietro alle regole e dentro a quella domanda: che senso ha quella sedia?

Andate a scoprirlo. 
Buona lettura.

Ed ora il banner di maggio con l'elenco  delle compagne che partecipano alla rubrica. 

Commenti

  1. Che belle parole, mi hai incuriosita anche se non credo che sia il libro adatto a me

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    1. Grazie.
      Chissà magari un giorno avrai voglia di una lettura breve e delicata. ; )

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  2. devo confessarlo questo libro non mi attrae. non so spiegarne il motivo perchè la trama è anche interessante ma non sento sia il libro giusto per me. almeno adesso

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    1. Ci sta, anche a me succede con alcuni libri, tanto ce ne sono tanti da leggere. : )

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  3. La trama sembra molto interessante, me lo segno

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  4. Un libro che sto vedendo molto in giro e che mi incuriosisce. cercherò di inserirlo in qualche TBR

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  5. La trama mi intriga molto, prima o poi spero di leggerlo!

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  6. Letto. Mi ha lasciato una sorta di bellezza ma anche inquietudine. È l’effetto che mi fa sempre la letteratura giapponese

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  7. Sono felice ti sia piaciuto. Mi ha emozionata e mi ha anche strappato qualche lacrima. Come ha detto Ludovica: bellezza e inquietudine della letteratura e del cinema giapponese. Sto per iniziare il secondo pur con qualche perplessità: vi farò sapere.

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