Recensione 29/77: "L'istituto" di Stephen King

 Luke reagì con quella forma di rifiuto tipicamente infantile che strappa un sorriso cinico agli adulti, e che solo un bambino può comprendere davvero: <<Non è giusto! No!>>

recensione
Edizione digitale, pag. 576, valutazione⭐⭐⭐⭐/5
 


Nell'Istituto troverete molti personaggi incredibili ma se penso a tutta la storia ho davanti a me solo lui: Luke Harris il ragazzo di dodici anni con una innata gentilezza  che dovrà fare i conti con un'umanità permeata dall'odio e che, tirate le somme, si ritroverà inevitabilmente cambiato. Luke non ha capacità di telecinesi o telepatia, è stato scelto per le sue doti nella lettura superiori alla media, per una memoria impressionante e per il suo equilibrio. Luke è definito un genio globale: 
Lo avevano chiamato globale e non poteva esistere termine più azzeccato. Luke era un genio che non era stato distorto dal suo intelletto spropositato.
Per me Luke è l'Istituto e la sua antitesi. É sorprendente.

Stephen King ci racconta di un posto misterioso, sconosciuto ed ignorato, perché tenuto segreto, dalla maggioranza della popolazione ad esclusione di chi ci lavora, dove vengono portate le cavie: bambini dagli otto ai quindici anni circa, ma attenzione solo alcuni  scrupolosamente selezionati dal personale dirigente. Bambini speciali perché detentori di capacità innate, telecinesi, telepatia, capacità da gestire in base a protocolli ben definiti.
Il lettore scoprirà le regole ferree, l'incredibile assenza di pietà e l'insano piacere degli adulti nel destabilizzare e umiliare i prigionieri seguendo il viaggio di Luke e come lui sarà ignaro, ingenuo, fiducioso e per questo più facilmente controllabile. Accanto a Luke faticherà, soffrirà ed avrà paura ad andare avanti, anche se vorrà andare avanti per seguire quella smania di conoscenza: cos'è e chi muove l'Istituto ma soprattutto perché è stato creato un posto così aberrante? Familiarizzerà con i termini tecnici: TK, TP, BDNF, prima casa, seconda casa, punture, puntini per arrivare a comprendere, solo alla fine, l'obiettivo perseguito nell'inospitale struttura millantato come nobile.
All'Istituto Luke farà la conoscenza degli altri ragazzi: Kalisha, Nick, George, Iris, Avery, un altro personaggio che ho amato. Con loro condividerà il destino funesto ma anche un'amicizia fraterna.

L'autore ci mette davanti ad una linea di confine netta: da un lato certi adulti, in questo caso il personale  operativo e dirigenziale dell'Istituto, deformati dall'aberrazione e dall' onnipotenza, dall'altro i ragazzi con il carico di terrore, sofferenza, adattamento forzato ma anche proprietari di una forza  racchiusa in quel: <<Non è giusto! No!>> di cui Luke si fa portatore.  Raramente può verificarsi una defezione e allora qualcuno di quegli adulti  o qualcuno di quelle cavie  supera la linea schierandosi dalla parte giusta o sbagliata ed io stata sempre lì in attesa di un tale cambiamento che porti gli adulti a redimersi non certo le cavie a passare il confine. 
Il mondo dei più piccoli, di cui King  tratta spesso nei suoi libri, viene  messo a dura prova  e lo stesso trattamento viene riservato al lettore. In diversi punti mi sono fermata per il terrore di andare avanti, con la volontà di non voler sapere cosa succede al livello B, a quello C o cosa nasconde il ronzio continuo della seconda casa. Ci vuole coraggio per seguire Luke ma noi non siamo "certi adulti", continueremo a leggere  standogli vicino, ricordandogli le parole dell'amico: se devi combattere scegli quando farlo,  confortati  dalla scrittura brillante di King.

Come accaduto per Joyland  ho trovato  nell'Istituto un coacervo di elementi che solo King sa amalgamare  brillantemente: thriller, soprannaturale, formazione, ecco perché non riesco a definire le sue storie che rimangono inclassificabili e indimenticabili. 
Assente all'appello l'horror,  il genere letterario in cui è  a mio avviso erroneamente inserito questo libro da non confondere con l'orrore delle azioni umane di cui, invece, è impregnato tutto il libro. 

Buona lettura e non lettura. 

Commenti

  1. sono tanti anni che non leggo king, dovrei pensare seriamente a ricominciare a farlo

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    1. Io invece ho cominciato ora 😉 Un suo libro ogni tanto, storie fuori da ogni schema e scrittura impeccabile.

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