Recensione 33/81. "La principessa sposa" di William Goldman

Tra tutti i libri del mondo questo è il mio preferito, anche se non l'ho mai letto.

Punto di lettura, recensione
Edizione cartacea, pag. 329, valutazione ⭐⭐⭐⭐⭐ /5


Come ha scritto Cristiano Cavina  nella bellissima prefazione La principessa sposa sfamava il mio costante bisogno di stupore.
É così, è inconfutabile e non c'è nulla da aggiungere.

Billy è il nostro narratore, come lo fu il padre per lui.  Quella che leggerete non è la versione precisa ed esatta della principessa sposa scritta dall'autore S. Mirgenstern bensì la versione ridotta così come viene raccontata a Billy dal padre. Non letta, ascoltata.
Vi starete chiedendo: <<Vabbè, ma  qual è  la trama?>>
Se volessi essere riduttiva potrei rispondere con due parole: vero amore, il libro è mosso dal vero amore  ma sarei drasticamente e ingiustamente riduttiva e non voglio esserlo perché questa è una storia selvaggia, indomita e garbata.

Billy da bambino odiava i libri, non amava leggere, preferiva di gran lunga il baseball, la pallacanestro, le biglie fino a quando non si ammala di polmonite ed è costretto a stare a letto per un lungo periodo.
Un giorno il padre per uccidere la noia, risultato della lunga degenza e per distrarlo si presenta con un libro La Principessa sposa per l'appunto e Billy rimane sorpreso: il fatto in sé era sorprendente. Mio padre era prossimo all'analfabetismo per quanto riguarda la lingua inglese. Inizia da qui la narrazione della storia, il padre lo fa come meglio poteva e quel meglio diventa il libro preferito di Billy, un libro mai letto solo ascoltato, una storia incredibile. 
Dicevo diventa il libro preferito del nostro narratore  tanto che quando il suo di figlio compie 10 anni decide di regalargliene una copia. Ma una nuova sorpresa attenderà Billy con il volume tra le mani: l'opera scritta su carta non è assolutamente quella letta dal padre tante volte, assolutamente no. La principessa sposa nella versione paterna è piena di avventura, duelli, azione, vero amore, incantesimi, divertimento, terrore, coraggio, difficoltà, quella originale  invece contiene pagine e pagine serie, tediose, un trattato irriconoscibile con il quale suo figlio si annoia, tanto da abbandonarlo. A questo punto Billy decide di trasformarsi nel riduttore: pulirà l'opera originale per lasciare solo le parti belle,  quella versione narrata, come meglio poteva, dal padre. 

Ebbene il riduttore ha fatto un lavoro eccezionale a noi infatti viene lasciata  la versione contenente tutti i colori dell'arcobaleno, tutte  le note della scala musicale per farci provare tutte le emozioni gioia, tristezza, rabbia, paura ed anche attesa, sorpresa, accettazione, disgusto e farci scoprire una scrittura squisitamente garbata, l'aspetto che più ho amato insieme all'uomo in nero.
Billy eliminerà pagine e pagine ma non lascerà solo il lettore in questo viaggio fantasmagorico.  Le sue note in corsivo  ci accompagnano parlandoci, un po' come si fa nei libri ergodici, spiegando il motivo dei tagli e riassumendo in poche righe il contenuto epurato, in questo modo non perdiamo nulla della versione originale ma godiamo delle sole parti belle.  
E bella  lo è davvero questa storia ed i suoi personaggi sbalorditivi: la bellissima e fiduciosa principessa Buttercup, il malvagio principe Humperndick, il mefistofelico conte Rugen, l'incredibile spadaccino mancino Inigo, il  gentile gigante Fezzik, l'acuto siciliano Vizzini e l'indimenticabile uomo in nero, il mio preferito, rivestito di elegante cortesia, dolce bontà, intrepido coraggio. 

La Principessa sposa è una storia magica, al lettore il privilegio di incantarsi per  l'incredibile racchiuso nelle pagine e oltre. 
Che aspettate, andate a deliziarvi con questa lettura. 

Un grazie a Chiara per questi meravigliosi spunti di lettura. 

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