Rubrica: Ci provo con. Recensione 40/88 "Loro" di Roberto Cotroneo

Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Ci provo con, rubrica in cui si legge un autore per la prima volta, nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni

Questo mese ci ho provato con un gotico ed ho scoperto un'autore brillante, una storia inquietante ed una scrittura magnetica.

recensione
Edizione cartacea, pag. 192, valutazione ⭐⭐⭐⭐/ 5


Ci sono momenti della vita in cui si cresce e si invecchia in poco tempo. Accade nel dolore, certo, accade anche nello smarrimento, nel fatto che prima il mondo ha la terra e il cielo e poi il mondo ha l'inferno, la terra e il cielo. 


Smarrimento ed oscillazione. Ho vissuto così questa lettura: smarrita ed oscillante. Roberto Cotroneo usa le parole in modo preciso, i periodi, brevi ed essenziali, ci  avvolgono nelle spire del mistero portandoci sempre più giù nel fitto buio con una facilità disarmante.  Descrivere un personaggio con  accudente e seduttivo o con fredda, distaccata e complice, o con gioia e angoscia,  o ancora con insicuro e spavaldo   crea un'oscillazione continua tra due poli opposti: il bianco e il nero, la luce ed il buio e ci si sente persi.
La scrittura gioca a ping pong con il lettore attraverso la contraddizione
 elemento peculiare di questo gotico: parole in contraddizione, personaggi in contraddizione, la  natura si contraddice, siamo in piena estate ma la villa è investita da temporali violenti e da un vento gelido, mortale. 

Margherita, nell'estate del 2018,  decide di prendersi una pausa dagli studi   in Medicina, si presenta  così nella villa, fuori Roma, della famiglia nobile e ricca degli Ordelaffi per un colloquio di lavoro: dovrà occuparsi  dell'educazione delle giovani gemelle omozigote Beatrice e Lavinia Ordelaffi, sarà una versione moderna dell'antico precettore  perché  Alessandra e Umberto, i genitori, non credono nella formazione delle scuole pubbliche e vogliono integrare la preparazione delle loro figlie.
Da subito Margherita si rende conto di essere attratta dalla villa, dalle persone, sente di volere quel posto al di sopra di ogni cosa ma nello stesso tempo subodora un'insidia, qualcosa di oscuro negli atteggiamenti, negli sguardi e soprattutto nell'assenza di quelle gemelle  le uniche che avrebbe dovuto incontrare  durante il colloquio. Margherita ha come l'impressione che quel posto l'attende  a prescindere ed infatti viene assunta subito senza  conoscere  Beatrice e Lavinia, senza capire se il loro rapporto può funzionare. Firmerà un contratto ignorando quella strana clausola di riservatezza:  non poter parlare con nessuno di tutto quello che vedrà o vivrà  durante il periodo lavorativo nella villa, firmerà con leggerezza perché in  questo luogo, nonostante i segnali ambigui, le sembra di aver trovato Camelot.
Margherita lavorerà un mese, un solo mese da metà luglio a metà agosto e poi fuggirà lasciando tutti i suoi effetti personali. Fuggirà da una storia mostruosa, riportata nel memoriale scritto di suo pugno. 

Loro è il memoriale di Margherita. 
Durante la lettura mi sono smarrita nella villa della famiglia Ordelaffi, un edificio di rara bellezza circondato da un parco immenso dove l'assenza di muri, sostituiti  interamente da vetri, crea appunto smarrimento: non c'è divisione tra ciò che sta fuori e ciò che sta dentro, in quel luogo chi vedeva a sua volta era visto. Smarrita dalle  continue contraddizioni riguardanti la storia di ogni singolo abitante della villa, partendo dalla famiglia Ordelaffi  per arrivare alla servitù ed al custode giardiniere, il personaggio più ambiguo di tutti. Smarrita per le mia stessa contraddizione: attratta dalla lettura e con la  paura di andare avanti. 
Ed ho oscillato di continuo tra il naturale ed il soprannaturale, tra il razionale e l'irrazionale in una  terra di mezzo, la villa ed il suo parco, in cui si vive un processo di espoliazione: si perde lucidità, consapevolezza, conoscenza, tangibilità di ciò che è vero.
Inquietudine e ambiguità create  anche dal rapporto inscindibile a tratti conflittuale delle gemelle, loro si bastano; dalla stessa copertina e dal  titolo Loro un pronome generico per un gruppo indefinito: le gemelle, ma anche  le presenze foriere di morte.

Loro è un gotico destabilizzante, scritto in modo brillante e la fine chiarificatrice non ci farà tirare nessun respiro di sollievo, ce lo farà spezzare in gola quel respiro trattenuto per tutto il tempo di lettura.


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Commenti

  1. oh mamma mia che recensione!!!! sei sempre più brava

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  2. Anche a me manca la lettura di un romanzo di Roberto Cotroneo. Ho letto molto di lui in chiave tecnica. Direi che dopo questa recensione darò una possibilità alla sua penna, che viene sempre più spesso definita brillante. Grazie!

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    1. Questo libro è davvero magnetico e poi si legge velocemente sia per la scrittura sia per la sua brevità che non toglie nulla alla compiutezza della storia .

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    1. É un racconto nebuloso se non ti piace il genere sì meglio non leggerlo

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  4. non è un libro che potrei leggere, non è il mio genere, ma la tua recensione è davvero illuminante

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  5. Questo libro è piaciuto molto anche a Jules, bella recensione Francesca

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  6. Questo libro mi incuriosisce molto, la copertina è molto evocativa

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