Recensione 50/98 : "Tre Piani" di Eshkol Nevo

E se non c'è nessuno ad ascoltare, allora non c'è nemmeno la storia. Se non c'è uno così, a cui svelare segreti,  con cui sciorinare ricordi e consolarsi, allora si parla con la segreteria telefonica, Michael.


recensione
Edizione cartacea, pag. 255 , valutazione ⭐⭐⭐⭐ / 5

Questo libro è proteiforme, è la materia di cui parla ad esserlo: mutevole e inafferrabile. La recensione è proteiforme, mentre scrivo cambia in continuazione e non riesco a bloccarla. Un senso di inadeguatezza mi assale, scriverla è come cercare di trattenere l'acqua nelle mani. 

Sono cose imbarazzanti da dire, ma oggi non intendo censurare niente, ti racconto tutto.
Al primo piano di  una palazzina borghese a Tel Aviv vive Arnon  con la moglie Ayelet e le due figlie.  Quando un giorno l'anziano Hermann, il dirimpettaio che insieme alla moglie Ruth fa da babysitter alla figlia maggiore Ofri da quando è nata, sparisce per mezza giornata con quest'ultima, Arnon inizia ad essere ossessionato dall'idea perniciosa di un Hermann pedofilo. É con questa convinzione incistata nelle pieghe profonde dell'animo che Arnon inizierà il racconto intimo, ininterrotto, senza censure all'amico scrittore chiamato in causa come testimone silenzioso.

Questa lettera ti stupirà senz'altro.  É molto che non ci parliamo, e poi chi scrive lettere oggi? Ma una mail  sarebbe troppo pericolosa (fra un attimo capirai perché) e per la verità non ho nessun altro con cui confidarmi.
Al secondo piano vive Hani una giovane donna con due bambini piccoli, moglie di Assaf  costantemente assente per lavoro. Hani metterà a nudo insicurezze, paure, solitudini e quei nuovi fremiti iniziati con l'arrivo inaspettato del cognato, con cui Assaf ha reciso i rapporti, che un giorno bussa alla loro porta chiedendo asilo. La lettera destinata ad un'amica, un altro interlocutore muto, è il mezzo scelto da Hani per dare forma alla solitudine talmente invadente da fagocitare tutto il resto.

Lo so che è bizzarro. Eppure, Michael, ho bisogno di parlare con te. Con nessun altro posso condividere questo fardello. Sono ormai settimane che mi domando come rivolgermi a te senza rendermi totalmente ridicola a me stessa.
Al terzo piano troviamo Dovra, giudice in pensione, assalita dal bisogno di parlare con il marito morto. Dovra durante il trasloco trova una vecchia segreteria su cui è incisa la voce del marito così decide di incidere la sua di voce. Ogni confidenza dura due minuti, il tempo disponibile dal bip iniziale alla fine del nastro. . Dovra ripercorrerà la vita coniugale, quella familiare per denunciare  finalmente, a quel marito tanto amato, la  scelta d'amore  all'origine dell'allontanamento di Arad il figlio di cui non sa più nulla. 

Sono rimasta colpita dalla  capacità dell'autore di cambiarsi d'abito, come un vero trasformista, calandosi nelle pieghe profonde e segrete di ogni personaggio restituendoci con una voce autentica quella materia proteiforme di cui è composta la nostra psiche. 
Nievo lascia al lettore il posto d'onore: se non c'è nessuno ad ascoltare, allora non c'è nemmeno la storia. Siamo noi i confidenti intimi in ascolto: l'amico scrittore di Arnon, Neta l'amica lontana di Hani e Michael il marito di Dovra, anche noi cambiamo forma diventando testimoni chiave.  L'atto del narrare  come  terapia ai mali dell'anima rende i protagonisti più  leggeri. La storia  nel momento in cui prende voce e viene raccolta da chi ascolta acquista consistenza mentre la solitudine ed il peso interiore  evaporano. 
 
In Tre piani  gli argini dell'apparente  normalità, quella vestita da ognuno di noi, sono stati già tracimati, siamo oltre, dentro al labirinto emotivo dei personaggi un luogo in cui muoversi adagio perché è facile ritrovarsi impantanati. Il mio pantano è avvenuto dentro  Dovra, in lei, in una delle sue confidenze  ho trovato la mia voce. Un luogo in cui ascoltare in silenzio i lunghi monologhi ininterrotti, i dialoghi sono ridotti all'osso;  il  flusso di parole, riflessioni, domande sospese; quel parlare tra se e sè, quel rimuginare, quel bisogno di buttarla fuori la voce interiore ingombrante eppure ineludibile.

La spiccata sensibilità dell'autore, le scelte narrative  fanno di questa lettura un'esperienza interiore del tutto inaspettata. Un autore da seguire. 
 


Commenti