Recensione 15/114: "Morsi" di Marco Peano.

L'autore ci porta  nelle atmosfere fredde, cupe della montagna dove  il legame con le tradizioni è più forte dell'apertura alla modernità; dove il popolo è orgoglioso del proprio passato ed in quel passato continua a viverci; dove le misteriose figure delle guaritrici, dette segnatrici, vivono ancora e possono fare del bene come del male. Costruisce una storia assurda, impossibile e per me leggere questo impossibile non ha avuto un senso. 


Edizione digitale, pag. 179, valutazione⭐⭐/5

Siamo  a Lanzo Torinese un paese nelle valli  piemontesi, l'abitazione della nonna di Sonia, la giovane protagonista,  si trova in un mucchio di case a Borgo Loreto.
É il Natale del 1996 un vento gelido, il Buran in arrivo dalla Russia soffia da settimane portando una bufera che isolerà il piccolo borgo.  Sonia è dalla nonna materna perché l'Istituto  comprensivo statale Luigi Perona 
polo educativo delle valli che include asilo, scuole elementari, medie e di cui i lanzesi vanno fieri,  è stato chiuso in anticipo a causa dell'incidente consumato al suo interno. É la professoressa Andreina Cardone la protagonista di questo incomprensibile evento, la sua classe di ragazzi ad aver assistito a qualcosa di inenarrabile ecco perché nessuno ne parla e nessuno sa che ciò che era accaduto in quella classe era solo un'avvisaglia, e neppure troppo cruenta, del vero orrore.

Ci spostiamo nella caserma dove il carabiniere scelto Donato Brachet è di servizio, le sue vacanze inizieranno solo a gennaio. Lo seguiamo in bagno e siamo di nuovo testimoni inorriditi dell'incidente.

Ci spostiamo nella casa della signora Cilia dove Sonia sta cercando aiuto, dalla nonna non è più al sicuro.  La chiama, la scorge sul divano concentrata sul  lavoro a maglia, ci avviciniamo, più vicino, più vicino ancora. La signora Cilia non risponde, non si muove e così  ci accorgiamo dell'inevitabile: l'incidente è arrivato anche qui e poi  ha colto suo marito in mezzo alla neve. 

L'unico posto dove Sonia può andare è a casa del suo amico Teo perché da quel poco che hanno capito il male colpisce solo gli adulti, loro due sono apparentemente i soli immuni trasformandosi in paladini alla ricerca della verità. Inizieranno così una serie di spedizioni in giro per il paese, nel bosco per arrivare, come ultima tappa, alla scuola là dove tutto è cominciato.

In questa fiaba malvagia il lettore seguirà i giovani ragazzi passo dopo passo alla ricerca della verità, alla ricerca dell'origine del male. A noi lettori verrà offerto un epilogo con annesso un colpo di scena ma l'autore non è riuscito a convincermi.
Morsi
per me è stata una storia solo malvagia 
per il modo in cui mi ha incuriosita e poi abbandonata là in preda ad un fastidio strisciante, il mio naso si è arricciato di continuo.
Mi sono sentita tradita, ecco cosa è successo, perché si preannunciava come un thriller intrigante con una evoluzione dei personaggi, la mia curiosità è stata stuzzicata e poi si è placata, si é raggomitolata e ne sono uscita delusa. Tra le mani ho avuto un testo un po' horror  un po' splatter nulla di più.

I temi  preannunciati nelle sinossi sono stati solo abbozzati. Cito testualmente dal kindle:
Un romanzo lucido e terribile, divertito e tagliente, che si misura con i grandi temi - la paura, la crescita - e reinventa le regole del gioco. Una storia sulla fatica di cavarsela in un mondo a misura di adulti , quando gli adulti escono di scena e ti lasciano solo.
Un testo lucido e terribile, fino a qui ci siamo, anche tagliente direi, sul divertito iniziano i problemi e poi l'assenza. Dove sta la fatica di cavarsela se i protagonisti girano per il paese quasi come se stessero facendo una tranquilla escursione? Dove sta la paura se riescono a dormire,  a tratti a flirtare con la presenza di cadaveri al piano superiore? Ma soprattutto dove sta la crescita dei personaggi? 

Perdonate la mia cocente delusione purtroppo la storia mi è sembrata un puro esercizio di stile, ben riuscito in scrittura, ma frettoloso e mancante di temi. La sua brevità, però, è l'unico aspetto della lettura che salvo  non  sarei riuscita a finirlo se fosse stato anche lungo.

 

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