LE LETTURE DI SABRINA. RUBRICA CI PROVO CON: La mia prediletta di Romy Husmann

Nuova recensione della nostra Sabrina, leggendola ho già segnato il titolo,  per la rubrica Ci provo con, rubrica nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni ideatrice del banner "gustoso" che trovate alla fine. La rubrica funziona così: ogni mese chi partecipa sceglierà l'opera di un autore o autrice mai letti mettendosi alla prova.

Sabrina ci ha provato con:
La mia prediletta
Romy Husman
Pag. 384
⭐⭐⭐⭐⭐/5



In una notte gelida un'ambulanza porta in ospedale una donna che poco prima è stata investita da un'auto sul ciglio del bosco. Di lei non si sa nulla, perché è incosciente e senza documenti, fatta eccezione per il nome: Lena. A pronunciarlo è la bambina che è stata trovata con lei sulla strada e che ora la sta accompagnando in ospedale. La bambina, Hannah, si comporta in modo molto strano e non conosce nemmeno il nome di suo padre, ripete solo che vivono chiusi in una capanna perché nessuno li deve trovare e come se niente fosse riferisce ai medici che sua madre Lena ha ucciso per sbaglio il papà ma che non serve chiamare la polizia perché c’è suo fratello Jonathan che è rimasto a pulire le macchie di sangue sul tappeto.

Viene subito chiamato ad indagare il commissario Gerd Brühling, che intuisce che quella donna potrebbe essere Lena Beck, la figlia del suo migliore amico scomparsa 14 anni prima.
Ma nulla è come sembra.

"Una capanna è una piccola casa di legno. Nel bosco". 
"Vuoi dire che abitate nel bosco, in una capanna?" 
Annuisco lentamente e dico: "Esatto, molto bene". 

Era da tempo che volevo leggere questo libro e ne sono rimasta davvero colpita. Non è stata una lettura facile a livello di emozioni, una delle mie prime impressioni è stata proprio : “Che ansia questo libro, è davvero inquietante!” e in effetti è stato così fino alla fine.

Si legge in modo molto scorrevole e l’alternarsi dei vari pod dei personaggi, cosa che apprezzo sempre molto, mi ha permesso di addentrarmi ancora di più nella vicenda tanto è che mi è sembrato ad un certo punto di essere lì in ospedale con la piccola Hannah mentre la interrogavano.
Il personaggio che mi ha inquietato di più in assoluto è proprio lei, Hannah, una bambina dell’età di mio figlio, ma con una mente spaventosamente fredda e persino calcolatrice da essere in grado di rispondere sempre e in modo lucido la cosa giusta.

Il libro comincia con Hannah che viene portata in ospedale e che sostiene di vivere in una capanna, in mezzo al bosco, con la mamma Lena, trovata sulla strada e investita da un macchina, il papà che è stato ucciso dalla mamma e Jonathan, suo fratello che ora sta pulendo il tappeto sporco di sangue. Beh un ottimo e usuale quadretto di famiglia oserei dire!  

Ma un’altra vicenda è molto strana e torna a galla dopo moltissimo tempo: la misteriosa scomparsa di Lena Beck, avvenuta 14 anni prima. Di lei non si sono mai ritrovate le tracce e non si hanno più avuto notizie. Matthias e Karin Beck non si sono mai dati pace e quando il commissario Bruhling li convoca perché c’è una corrispondenza tra Lena e la donna investita, in loro si riaccende la speranza di riabbracciare la loro amata figlia.

Ma cosa c’entrano Hannah e sua madre con Lena Beck? 
È un caso che anche la madre della bambina si chiami Lena?
Il papà dov’è?
Esiste davvero la capanna?
Tutte queste domande trovano risposta mano mano, ma la vera spiegazione il lettore l’avrà negli ultimi due capitoli.

È una storia contorta, inizialmente non si capisce chi finga e chi dica la verità, chi sia la donna ricoverata in ospedale e chi sia Lena Beck, ma il bello del libro è proprio questo.

I personaggi sono ben caratterizzati, ben descritti e l'alternanza di capitoli narrati in prima persona permette di entrare nella loro psiche e nella verità di ciascuno, percependoli reali e vivendo le loro angosce e paure. 

La trama è ben costruita e congegnata, gli aspetti tipici del thriller ci sono tutti e durante tutta la lettura ho avvertito inquietudine e una sensazione di claustrofobia, dettate anche dal tipo di ambientazione come l’introvabile capanna, la camera di ospedale e l’appartamento di uno dei personaggi vissuto come una prigione. Tutto ciò, insieme a dubbio, mistero e confusione, rendono questo thriller perfetto.

La bravura dell’autrice è anche quella di non lasciar trapelare nulla fino all’ultimo capitolo, dove improvvisamente il lettore si ritrova catapultato in un finale spiazzante che non era quello previsto fino a poche pagine prima. 

A seguire il banner con l'elenco delle altre partecipanti alla rubrica.



Commenti

  1. Sabrina, come ho scritto, ho già segnato questo titolo, mi hai incuriosito tantissimo e ad un buon thriller non si dice mai di no.

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  2. segno, leggo poco questo genere ma ogni tanto un titolo mi scappa

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  3. Che bella recensione Sabrina! Voglio assolutamente leggerlo

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  4. Segno questo titolo perché di solito amo i thriller che sappiano tenerti con il fiato sospeso

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  5. questo libro mi ispira da quando è uscito. voglio proprio recuperarlo in biblioteca!

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