Rubrica: Ci provo con. Recensione 27/126 : "Nina sull'argine" di Veronica Galletta
Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Ci provo con, rubrica in cui si legge un autore o autrice per la prima volta, nata da un'idea di Chiara Ropolo con la preziosa collaborazione di Dolci Carloni creatrice del banner autunnale a seguire in cui trovate l'elenco dei blog partecipanti.
Questo mese ci ho provato con Nina sull'argine di Veronica Galletta, finalista del LXXVI Premio Strega, titolo scelto per l'incontro con l'autrice svoltosi all'inizio di settembre.
Questo mese ci ho provato con Nina sull'argine di Veronica Galletta, finalista del LXXVI Premio Strega, titolo scelto per l'incontro con l'autrice svoltosi all'inizio di settembre.
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Edizione cartacea Pag. 224 ⭐⭐⭐ e mezzo /5 |
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Elenco delle partecipanti alla rubrica |
La differenza tra un'opera disegnata e una realizzata sta in questo, nel dover accettare le misure imperfette.
Caterina ha studiato l'evoluzione dei corsi d'acqua nei secoli ed ora dopo la laurea in ingegneria è responsabile dei lavori per la difesa dalle acque dell'abitato di Spina, piccolo insediamento dell'alta pianura Padana.
Il cantiere non sarà facile da gestire per diversi motivi: Caterina è giovane ed è donna in un mondo dove quasi tutto è declinato al maschile; alcune parti dell'abitato dovranno essere espropriate e questo determinerà l'ostruzionismo della popolazione; il luogo ha un valore ambientale per alcune specie volatili che vi nidificano, impensabile modificare il loro habitat. Si tratta di un progetto troppo costoso, pieno di rogne ecco perché nessun collega si è fatto avanti in quella riunione per l'assegnazione mentre Nina alla domanda del Direttore: Chi se la sente alzi la mano, la mano l'ha alzata ed ora è lì in macchina a percorrere tutti i giorni il lungo tragitto tra casa e cantiere due volte al giorno, andata e ritorno.
Il tragitto mentre guida in mezzo alla nebbia, dove spesso si perde, dove appaiono come fantasmi animali del bosco, le permette di rimuginare sul cantiere che odia; sulla sua posizione di donna al comando in un luogo di lavoro al maschile; sul fiume che a lungo andare si riprende il suo spazio; sugli argini con cui bisogna contenere, sbarrare il passo; sulla fuga di Fabio che l'ha lasciata da sola in quella casa; sul senso di casa; su quale sia il suo posto nel mondo e sulle apparizioni di quell'operaio, Antonio, una figura evanescente eppure solida per come le parla fornendole soluzioni ai problemi pratici del progetto.
Complesso il cantiere fisico; complesso il cantiere interiore di Caterina, Nina; inusuale la narrazione in terza persona sempre concentrata sul punto di vista della protagonista tanto che a volte si ha la sensazione di una prima persona narrante, con i dialoghi senza i segni di interpunzione trasformati così nella naturale continuazione delle descrizioni. Non immediata la lettura dei termini tecnici, presenti in alcuni brani, riguardanti la costruzione degli argini artificiali, l'autrice stessa li ha definiti "un azzardo", che io ho deciso di scorrere velocemente non togliendo nulla al significato della storia anzi per chi ha voglia di approfondire l'ingegneria idraulica la arricchiscono. E poi c'è il simbolismo di cui sono impregnati gli elementi che io definisco protagonisti al pari di Nina. Primo fra tutti il cantiere, quel luogo tanto odiato eppure scelto perché Forse l'anonimato di un luogo lontano è quello che si addice a una certa forma di dolore. É qui che Nina impara a dover accettare le misure imperfette: progetto e cantiere non coincidono e del resto anche la vita è imperfetta bisogna solo imparare a scegliere tra ciò che si è disposti a derogare e quello su cui non si può.
Altro protagonista il fiume: l'acqua è libera, difficile imbrigliarla eppure Nina che con l'acqua ci lavora non si sente libera, forse è più simile agli argini, quelli che sta costruendo con il compito di contenere, perché lei contiene, tiene anche quando bisognerebbe lasciare andare.
La lettura di questa storia non è semplice perché standoci dentro ad un certo punto ci si sente persi, si scorre velocemente come l'acqua da un pensiero all'altro e ad un certo punto ho sentito il bisogno di fissare su carta dei punti e le riflessioni personali condivise poi nell'incontro con l'autrice, ingegnere civile come Nina.
L'incontro come sempre ha dato i suoi frutti attraverso l'approfondimento di alcuni temi della storia conditi con aneddoti legati alla vita vissuta dell'autrice dentro e fuori i cantieri. Sono tornata a casa soddisfatta e con la copia autografata dall'autrice.
Ciò che amo delle tue letture in questa rubrica è che spesso scegli libri piuttosto insoliti.
RispondiEliminaNon sono sicura di aver bene afferrato il senso di questo libro che mi sembra così complesso da ciò che dici ma sono quasi convinta che non sarebbe una lettura adatta a me
In effetti ci sono diversi significati anche io ad un certo punto mi sono sentita confusa un po' come trascinata via senza meta, però vredo che potresti leggerlo per dare le tue chiavi di lettura.
EliminaGli incontri con gli autori mi piacciono molto perché ti danno chiavi di lettura in più, magari un aspetto che tu lettore non avevi colto o al quale avevi dato una interpretazione diversa
RispondiEliminaSi è proprio così oltre a scoprire la persona, staccata dallo scrivere
EliminaSi è proprio così oltre a scoprire la persona, staccata dallo scrivere
EliminaOddio questa tua lettura capita proprio a pennello in un momento in cui sto per cominciare una nuova sfida in un lavoro simile a quello della protagonista che ha a che fare con le sponde fluviali, quindi proverò sicuramente a recuperarlo!!!
RispondiEliminaSì, allora è per te.
EliminaNon è un libro che sicuramente leggerò, lo trovo particolare sia nella trama che nella tua descrizione e questo non mi aiuta a capirlo
RispondiEliminaIn effetti ha una sua complessità non facile da descrivere ci sono più piani di lettura.
Eliminail bello di queste nostre rubriche è scoprire libri di cui non si conosceva l'esistenza. questo per me è completamente nuovo
RispondiEliminanon lo conoscevo, ma non credo faccia per me
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