Gruppo di lettura: Libri in Bottèga. Recensione 29/128 : Dieci piccoli indiani di Agatha Christie

Quando nel gruppo di lettura Libri in Bottèga abbiamo scelto come autrice del mese Agatha Christie  non ho avuto nessun dubbio sul titolo da leggere nonostante la produzione dell'autrice sia a dir poco infinita: 66 polizieschi, 14 raccolte narrative, 6  romanzi d'amore senza lieto fine, scritti con lo pseudonimo di Mary Westmacott.  Ho scelto la storia più famosa da cui sono stati prodotti tantissimi adattamenti per il teatro, per  il cinema e  molte versioni editoriali  compresa quella in mio possesso, una delle ultime edizioni con una copertina spettacolare
Dieci piccoli indiani  ha smosso in me una curiosità pertinace. 
Ebbene un libro pubblicato nel 1939  è entrato nelle mie letture come una ventata di aria fresca. 

Ci voleva un poliziesco così: veloce da leggere, con una trama ben orchestrata, una scrittura perfetta il tutto in una manciata di pagine. É stato proprio questo ad incuriosirmi: l'esiguità delle pagine per una storia complessa. Come fa l'autrice a portare avanti dieci personaggi contemporaneamente? Come fa a srotolare la trama senza  perdere nulla?  Lo fa in modo straordinario  ed alla fine ho applaudito.

recensione, gialli
Dieci piccoli indiani,
Agatha Christie,
traduzione di Lorenzo Flabbi
edizione cartacea
pag. 210,
valutazione ⭐⭐⭐⭐⭐/ 5


Dieci persone diverse tra loro per estrazione sociale, età, sesso arrivano a Soldier Island, attirate con un invito, ad ognuno il suo.
Dieci sconosciuti si ritrovano su un'isola deserta da cui non è possibile partire, dove campeggia la bellissima villa, in cui alloggeranno per una settimana, di proprietà di un ignoto personaggio di cui conosciamo solo il nome: U.N. Owen. 
Dieci persone messe in cattività in uno spazio chiuso a formare un'amabile compagnia di persone ligie al dovere. 
Dieci statuine, lasciate nel salone che spariscono con la morte di uno dei personaggi e viceversa.
Dieci filastrocche tutte uguali, stampate su pergamena, incorniciate, vengono trovate nelle singole stanze dagli ospiti, perché tutto deve combaciare con i versi di quella poesia.


Incontro: ultimo mercoledì del mese, ore 21:00
Partecipazione gratuita
Presso la Bottèga, via Portuense 233, Roma.
Si sceglie l'autore del mese, ognuno sceglie il titolo 
da leggere


Il mistero è fitto. Il lettore non troverà il detective ad aiutarlo, non c'è, ogni personaggio è un detective per il modo in cui cerca di affrontare la situazione, per il modo in cui cerca il colpevole. Ogni personaggio però è anche l'assassino e durante la lettura scoprirà per ognuno  un segreto, quello scheletro nell'armadi legato a dei crimini  che non possono essere fatti pagare a chi li ha commessi. 

E allora eccoli i nostri personaggi. 
Emily Brent una vecchia zitella inacidita, di sessantacinque anni. Mi è piaciuta per come rimane algida e lucida nonostante gli eventi con il suo sferruzzare a maglia e per quella frase pronunciata in modo granito con cui riassume la situazione in cui si trovano: nel mezzo della vita siamo nella morte. 
Il generale Macarthur, un anziano militare, un alto grado dell'esercito di sua Maestà, quello che per primo comprende lo stato delle cose accettandole dall'alto del suo rango o meglio della sua età. 
Tony Marson, il più giovane della comitiva con lo sguardo vispo e il fisico asciutto, una vera comparsa nella scena del crimine. 
Vera Claytone una giovane di bell'aspetto ma piuttosto ordinaria che a me è piaciuta tanto  per il modo in cui  pensa di ingannare la morte perché ai nostri occhi la morte è sempre un affare che riguarda gli altri, non noi. 
Il signor Blone un omone chiassoso che non ho amato fin da subito, un bluffatore. 
Il Dott. Armostrong, un personaggio chiave nello stabilire le cause dei decessi, funzionale alla storia. 
Philip Lombard un predatore piacevole alla vista il personaggio che più ho amato per come affronta gli eventi ma soprattutto per come dichiara apertamente il suo egoistico attaccamento alla vita. 
Il signor Rogers, il maggiordomo  e sua moglie la signora Rogers una donna impaurita da tutto, dalla sua stessa ombra. 
Infine  il giudice Wargrave figura carismatica  e di un certo peso, centrale nella storia.  Dall'inizio  prende in mano le indagini analizzando in maniera metodica gli indizi, le prove quasi a ricreare un'aula di tribunale senza imputato o con dieci imputati.

Agatha Christie è la regina del delitto non c'è dubbio. L'aspetto che più mi ha colpito è la capacità di non lasciare niente al caso, di non lasciare nulla indietro, tutto va avanti in modo sincrono: la trama, i personaggi ben delineati, la cornice in cui si svolgono i fatti. A tutto viene data una spiegazione in modo da lasciare il lettore soddisfatto e compiaciuto.
Mi sono divertita non poco a cercare il colpevole segnando le morti, una per una, la modalità in cui vengono uccisi, rileggendo ogni volta la filastrocca per riscontrare se davvero tutto combacia.

Per quanto detto sopra ho preso un altro poliziesco dell’autrice: Poirot a Style Court, la prima opera pubblicata dall'autrice nel 1920, la prima indagini del celeberrimo detective Hercule Poirot. 

Buona lettura e non lettura.                                             

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