Rubrica: Ci provo con. Recensione 30/129: Sarà solo la fine del mondo di Liv Ferracchiati

Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Ci provo con, rubrica in cui si legge un autore o autrice per la prima volta, nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni creatrice del bellissimo banner  a tema Hallowen  in cui trovate l'elenco dei blog  partecipanti.
Questo mese vi parlo di una storia a cui sono particolarmente legata e non solo per aver partecipato all'incontro con l'autore:  Sarà solo la fine del mondo di Liv Ferracchiati.  

Sarà solo la fine del mondo
Liv Ferracchiati
pag. 496
Edizione cartacea
valutazione  ⭐⭐⭐⭐⭐/5


Sono la pausa tra due suoni che solo a fatica trovano l'accordo, diceva forse Rilke, Lettore. Così ero io e, in fondo, così sono ancora.
La differenza è che adesso quell'accordo, quando arriva, suona imperioso.

Sarà solo la fine del mondo è un libro rivoluzionario. La rivoluzione del protagonista e del suo autore è gentile e dolorosa, è lava nera e vita prorompete, è maledizione ed estasi. Divelle i costumi radicati basati su una sessualità fallocentrica spesso distorta con un'analisi lucida ed  ironica ma soprattutto getta le basi per una nuova cifra: l'uomo del futuro. Al Lettore la voglia di scoprire la chiave  seguendo il narratore.



Sarà solo la fine del mondo vi sorprenderà dalle prime battute. Ho amato questa storia per la sua forma grezza; per le note a piè di pagina; per le digressioni; per la narrazione in prima persona; per l'ironia, strepitosa; per l'intimità di alcuni brani e per come quell'intimità diventa nostra;  per avermi riportato, in molti passi, alla mia adolescenza perché la storia copre un arco temporale  di quasi un secolo partendo dagli anni Ottanta, i "miei" anni Ottanta. Ho amato Guglielmo, il narratore, per come ci pungola con il suo interloquire: che dici Lettore? Ci hai mai pensato Lettore? Sai com'è Lettore? Conclusa la lettura mi è mancata la sua straordinaria molteplicità, il suono  imperioso della sua voce. 

Liv Ferracchiati da voce a Guglielmo Leon facendogli raccontare, in  prima persona ed in alcune parti in terza, la sua Vita prodigiosa iniziando da prima della sua nascita, in quella dimensione di attesa dove non c'è nulla ma si è ogni cosa,  arrivando  fino alla sua morte ed oltre.  La storia è divisa in quattro parti: Scoprire, Camuffare, Metabolizzare, Liberare.  Ogni capitolo inizia con una data, l'anno di vita di Guglielmo che ci parla chiamandoci Lettore.

Il protagonista dentro ad un corpo femminile, odiato, nascosto, oltraggiato ma anche riconosciuto e protetto cerca una strada per  affermare la propria identità, quello spirito prorompente che lo fa sentire un fascinoso esemplare di maschio transgender oppure  un intransigente maschio alfa transgender il tutto in una società non ancora pronta; in una famiglia non ancora pronta, tenete conto che nasce nel 1985, da qui i ritorni alla mia infanzia e adolescenza.
Guglielmo Leon  nasce femmina e  si sente maschio.
Essere uomo in un corpo da femmina non è inizialmente una difficoltà. Sì è vero ci sono delle regole  non dette in una società stereotipata: ci sono le cose da maschio e le cose da femmina; comportamenti da femmina e comportamenti da maschio però l'infanzia mitiga ogni giudizio degli adulti che guardano i propri figli con  amore e fiducia pensando  che il tempo e la crescita faranno il loro lavoro: "raddrizzando" quelle "storture".
Poi il corpo inizia a cambiare, durante la pubertà, trasformandosi in ciò che la natura ha previsto.  Il corpo conferma il sesso: femmina. Il  mondo circostante conferma il ruolo: donna. Eppure Guglielmo si sente uomo, maschio, vive una dualità anzi una trinità:

Da una parte c'era quello che dovevo essere: ossia una bambina.
Da una parte c'era quello che volevo essere: ossia un bambino.
Da un'altra ancora, quello che ero: ossia entrambe le cose, solo divise in corpo e spirito.
Strano a dirsi, ma questi aspetti di me convivevano abbastanza pacificamente e in realtà comunicavano tra loro in modi inaspettati. 

Questa dualità può coesistere in Guglielmo  fino a quando il mondo esterno non ci mette l'occhio: definire, giudicare, incasellare e quando inevitabilmente avviene quella dualità si inasprisce, è necessario trovare una soluzione con il  camuffamento, un periodo complesso e difficile, un periodo definito sepolto.
Il camuffamento verso l'esterno: recitare la parte da femmina; il camuffamento verso se stesso: cercare di essere davvero una femmina perché la natura gli ha fatto un brutto scherzo; la sperimentazione, furtiva, della propria identità di maschio.
Eccola la pausa tra due suoni, la paralisi che si crea quando due stimoli, entrambi potenti, si riversano sulla stessa persona.
É qui che avviene la scomposizione del corpo e dell'identità: cancellarsi perché sbagliati, vergognarsi, disprezzarsi, sentirsi ostaggio del proprio corpo, nascondersi, comprimersi. Un passaggio obbligato, doloroso per arrivare a comprendere che non siamo noi con le nostre identità ad essere sbagliati bensì i punti di vista. 


Dalla metabolizzazione si arriva alla libertà a quella rivoluzione gentile: Guglielmo desidera  amare una donna non come una donna e non vuole trasformare il suo corpo femminile, che ha imparato a rispettare, con una transizione fisica  perché non è  il fallo quello che vuole, lui vuole  amare le donne come un uomo rimanendo fedele a quel corpo femminile. 
La sua rivoluzione va oltre in una dimensione in cui rimane solo il corpo così come è ed il desiderio così come è.

Guglielmo nel suo percorso di riconoscimento e di affermazione arriva a comprendere la sua molteplicità: avevo scoperto che siamo in tanti dentro di noi. 
E non è questa molteplicità alla base della vita sulla Terra?
Sì, lo è. Una vita prodigiosa in cui dare dignità al proprio corpo rispettando la propria identità.

Come sarebbe bello andare oltre l'essere uomini o l'essere donne e semplicemente amarci, con i corpi che abbiamo, e solo per quel che desideriamo. 


Grazie Guglielmo.
Grazie Liv.

Commenti

  1. Ho iniziato a seguire questa tua lettura dagli inizi grazie a dei post che hai messo sui tuoi profili social. Mi aveva catturata un estratto e ora sono stata ammaliata dalla tua recensione. Voglio leggerlo!

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  2. mammamia che recensione, dritto in lista!

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  3. Che bella questa recensione. Non sono interessata al romanzo, ma dopo aver letto la tua recensione quasi quasi ho voglia di leggerlo.

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  4. Grazie. : ) è una lettura insolita ma a me ha aperto nuove vedute

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  5. Non è proprio il mio genere ma bella recensione

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