LE LETTURE DI SABRINA. RUBRICA CI PROVO CON: "QUALCOSA PER CUI VIVERE" DI RICHARD ROPER

Nuova recensione per Sabrina  per la rubrica mensile Ci provo con nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni ideatrice del banner invernale che trovate a seguire. La rubrica funziona così: ogni mese chi partecipa sceglierà l'opera di un autore o autrice mai letti mettendosi alla prova. Sabrina ci ha provato con: 

Qualcosa per cui vivere
Richard Roper 
Pag. 352
Traduzione a cura di: Manuela Francescon
⭐⭐⭐⭐⭐/5 


punto di lettura



Andrew sa bene cos’è la solitudine. La respira tutti giorni tra le quattro mura dove vive, ma non solo. È impregnata in tutte quelle case dove le persone sole muoiono senza nessuno accanto. A lui spetta il compito di rintracciare i parenti di queste persone, ma purtroppo spesso è l'unico presente ai loro funerali.  
A casa dovrebbero aspettarlo una moglie e due figli, o almeno questo è quello che credono i suoi colleghi. In realtà l'unica cosa che lo aspetta è un gran silenzio. L’inaspettato arrivo della nuova collega Peggy però manda in crisi l’intero castello di bugie che Andrew ha costruito per anni.


  

Questo libro mi ha letteralmente conquistato e toccato nel profondo. La sua delicatezza, la sua vena poetica nonché il tema trattato mi hanno richiamato altri due libri che ho amato particolarmente che sono Cambiare l’acqua ai fiori e Malinverno.  

Il protagonista Andrew è un funzionario del comune di Londra che si occupa di organizzare i funerali di persone che purtroppo muoiono nella solitudine, spesso senza parenti e senza denaro per potersi permettere un funerale dignitoso. Il suo compito è anche quello di cercare e trovare eventuali familiari o amici. 
Ho amato Andrew fin dall’inizio, per il suo essere così delicato, sensibile, gentile, un uomo di altri tempi ma soprattutto così solo. Perché Andrew lo si ama proprio per questo. L’odore della solitudine impregna ogni singola pagina di questo romanzo così come le quattro mura in cui il protagonista vive.
Andrew per una serie di equivoci si è creato un castello di bugie infinite che non regge più e basta un soffio per farlo cadere. E quel soffio potrebbe essere l’arrivo di una nuova collega. 
Quello che mi ha colpito di questo libro sono le storie delle persone a cui Andrew organizza i funerali: sono uomini e donne abbandonate a sé stessi, senza nessuno accanto, i familiari molto spesso non li ricordano nemmeno più. E per questo al funerale non c’è nessuno a commemorarli o a piangerli.  
Andrew lo si ama perché cerca di dare a queste persone un lieto fine dignitoso se così lo si può definire, organizzando nel migliore dei modi il funerale e partecipandovi sempre.
  
Il lettore sa da subito la verità su Andrew, sa che non ha una famiglia a casa che lo aspetta, ma non sa molte cose sul suo passato che vengono svelate solo alla fine e che danno un senso ad un cerchio che si chiude nelle ultime cento pagine.  
Ma la vita di Andrew non è solo appartamenti di persone morte, funerali e solitudine, c'è un mondo intero dietro da scoprire e amare.  

Questa è una di quelle letture che quando chiudi il libro fai fatica a staccarti e ad iniziarne un altro. Roper con queste trecento pagine scorrevolissime ci dona un romanzo emozionante, garbato, romantico, con un tocco di umorismo elegante. Ci regala un perfetto protagonista british, educato gentile e misurato, un po' impacciato nei modi ma con un’anima talmente delicata che scalda il cuore del lettore facendo dimenticare la sciarpa e la neve disegnate sulla meravigliosa e toccante copertina.  


Commenti

  1. Segno subito questo titolo vado alla ricerca di storie come questa, delicate, piene di sentimenti e poi hai citato "Malinverno" il mio grande amore e "Come cambiare l'acqua ai fiori" altro libro che ho amato.
    Grazie per questo suggerimento

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  2. sembra molto molto intenso, tengo presente per quando ho voglia di qualcosa di coinvolgente. Mi è piaciuta molto la tua recensione

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