Rubrica: Tu leggi io scelgo. Recensione: 32/131. "I medici. Una dinastia al potere" di Matteo Strukul. Volume 1

Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Tu leggi, io scelgo nata da un'idea di  Rosaria Sgarlata  organizzata dalle infaticabili  ChiaraChicca e Dolci Carloni  la creatrice di tutti i nostri banner compreso quello a seguire con l'elenco delle partecipanti.
Una rubrica  a cui partecipo  sempre con entusiasmo: si va a sbirciare nella libreria virtuale della persona  a cui si è abbinati e si sceglie cosa leggere.
Questo mese ho curiosato nelle libreria di Désirée ed ho trovato: I medici. Una dinastia al potere di Matteo Strukul, il primo volume di una trilogia dedicata ai Medici.

recensione
I medici. Una dinastia al potere
Matteo Strukul
Edizione digitale
Pag. 384
Valutazione: ⭐⭐⭐/5


Ho iniziato la lettura con entusiasmo spinta dalla stimolante recensione di Désirée, qui trovate il suo post, dalla voglia di dedicarmi ad un genere poco presente nelle mie letture: il romanzo storico, dall'interesse  per le vicende della famiglia di banchieri che ancora oggi si identica con Firenze, ma la storia non ha saputo trattenerlo, l'entusiasmo, evaporato poco a poco.
Ecco perché in questo post troverete nero su bianco gli aspetti apprezzati e quelli no lasciando a voi la scelta di iniziare la lettura mentre io cerco di capire se continuarla con il secondo volume.



Trama

Firenze, 1429, la storia si apre con la morte del patriarca Giovanni de' Medici, colui che in un ventennio era riuscito a costruire un impero finanziario aprendo banchi non solo a Firenze ma anche a Roma e Venezia. 

figli Cosimo e Lorenzo si trovano a capo di un impero, ma, al tempo stesso, accerchiati da nemici giurati come Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine, nobili che cercheranno in tutti i modi di fermare l'ascesa dei banchieri. In modo intelligente e spregiudicato i due fratelli conquistano il potere politico, bilanciando uno spietato senso degli affari con l'amore per l'arte e la cultura. Cosimo in particolare, il successore di Giovanni, è ammaliato dall'arte trasformando questo amore in committenze al servizio della sua immagini ed un modo per rendere Firenze una città magniloquente.  Così mentre  i lavori per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore procedono sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame. Fra loro c'è anche una donna d'infinita bellezza, ma dal fascino maledetto, capace di ghermire il cuore di un uomo. Nell'arco di quattro anni, dopo essere sfuggito a una serie di cospirazioni, alla peste e alla guerra contro Lucca, Cosimo finirà in prigione, rischiando la condanna a morte. Fra omicidi, tradimenti e giochi di palazzo, questo romanzo narra la saga della famiglia più potente del Rinascimento, l'inizio della sua ascesa alla Signoria fiorentina, in una ridda di intrighi e colpi di scena che vedono come protagonisti capitani di ventura senza scrupoli, fatali avvelenatrici, mercenari svizzeri sanguinari.


Recensione

Il libro è diviso in più parti contraddistinte dal mese e dall'anno. Ogni parte contiene diversi capitoli. La lettura inizia nel febbraio 1429  e finisce a settembre 1453, un periodo pregno di avvenimenti nella Firenze rinascimentale, riuscire a ripercorrerlo con un romanzo fruibile non è  impresa facile. L'autore ci riesce, in parte, scegliendo una narrazione storica serrata: ogni capitolo è una fotografia di un evento su cui si muovono i personaggi, attori, autori o succubi di quegli stessi eventi. A questo racconto fedele alla storia si affianca una narrazione soggettiva  là dove entra la nota romanzata. Storia e romanzo si mischiano per trattenere il lettore nelle pagine mentre io non sempre ho apprezzato questa scelta. 

Ho  invece apprezzato la scorrevolezza della lettura data da un scrittura asciutta, diretta, capitoli brevi. Ho apprezzato la capacità di descrivere gli intrighi politici, i duelli, i personaggi tratteggiati con poche frasi, parole precise grazie alle quali il lettore inchioda ogni figura nella propria mente. Tutto ruota intorno alla famiglia Medici tutto viene fatto in nome della famiglia così come tutto è giustificato sotto  quel nome e per il beneficio  e lo splendore di Firenze.  
La curiosità mi  ha spinto  alla visione della prima serie TV Medici del 2016, anche questa fortemente romanzata,  lettura e visione sono andate di pari passo creando un'immersione totale. La lettura mi ha spinto anche a ricercare informazioni  storiche più dettagliate  sulle famiglie nobili degli Albizzi e Palla Strozzi, sui condottieri, sulla situazione geopolitica del tempo, rispolverando gli studi umanistici della giovinezza e se da un lato mi sono divertita dall'altro  la ricerca è servita per colmare alcune mancanze del romanzo e da qui iniziano gli elementi non apprezzati.


L'autore mette alla prova il lettore  ommettendo molti dati legati proprio alle famiglie, al quadro storico presupponendone  la conoscenza  a priori del lettore. Credo che sarebbe stato utile inserire delle tavole con gli alberi genealogici e una legenda con i nomi dei personaggi, tutti, in cui riportare per ognuno gli elementi storici salienti evitando al lettore di andare alla ricerca delle informazioni mancanti. A questo devo aggiungere il passaggio repentino da un capitolo all'altro in cui sembra mancare un collegamento. L'autore sceglie tagli netti, ogni capitolo una scena non sempre consequenziale ma  in questo modo il lettore si trova spostato da una scena all'altra senza essere accompagnato. All'inizio dei capitoli  mi sono sentita spesso spaesata: non basta una data o un titolo per sentirsi dentro alla storia tanto più che siamo in un passato lontano. Ma l'elemento che più di tutti mi ha fatto storcere il naso sono stati i due personaggi di fantasia, antagonisti di Cosimo: Laura Ricci, l'avvenente e malefica profumiera con un odio profondo per i Medici e  Reinhardt Schwartz  un mercenario svizzero, ammaliato da Laura al servizio di Rinaldo degli Albizzi. Non è tanto la loro presenza nella storia, all'inizio mi avevano intrigato, è lo spazio dedicatogli, troppo a mio avviso, interi capitoli per parlare della loro  storia personale, capitoli letti con noia e non utili, secondo me, alla storia. Mi sono chiesta: non sarebbe stato meglio lasciare quelle pagine ai personaggi principali, Cosimo e Lorenzo, alle figure femminili, accompagnare per mano il lettore nella Firenze del Quattrocento?

La nota dell'autore, apprezzata, spiega molte scelte narrative dettate soprattutto dalla necessità di raccontare una storia complessa senza fare un testo pesante e devo riconoscere la ricchezza delle fonti su cui si è preparato  per la stesura dell'opera ecco perché la mia valutazione non può essere inferiore alle tre stelline anche se, strada facendo, la lettura ha soffocato  l'entusiasmo iniziale. 




Commenti

  1. Bella recensione! Il genere storico mi intriga. Me lo segno: quando avrò occasione di leggerlo ti dirò la mia!

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  2. io mi avvicino poco al romanzo storico, devo essere dell'umore giusto e temo sempre che possa fare una gran fatica ad apprezzare la lettura

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  3. letto tempo fa, non ho proseguito la serie. L'autore è bravo e capace, ma non sono riuscita a farmi coinvolgere

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  4. Anche io quando l’ho letto ho riscontrato la tua difficoltà a seguire le vicende, al punto da non aver proseguito fino a oggi la lettura della serie

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  5. Grazie per averlo letto e recensito in maniera così accurata. A me lo hanno regalato appena uscito ed è ancora sugli scaffali della libreria che attende visto che non impazzisco particolarmente per gli storici. Dopo le tue perplessità attenderà ancora un pochino credo magari aspetto di vedere se leggi il secondo volume

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  6. Ho sentito parlare molto bene di questa serie (sia televisiva che di libri), ma non mi sono mai avvicinata alla lettura. Purtroppo non è il mio genere.

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  7. Ciao Francesca spiace non ti sia piaciuto, io l'avevo trovato come sai interessante soprattutto considerato il genere di difficile sdoganamento

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  8. Ho più volte letto recensioni su questa serie, ma ho lasciato perdere perché non completamente convinta, quindi ancora oggi temo che passerò.

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