Recensione 35/134: Eshkol Nevo "Le vie dell'Eden"

É stato come vedere un film porno.
Un porno?
Un porno dell'anima. Tutta la sua interiorità messa a nudo. Ogni paranoia.

Le vie dell'Eden
Eshkol Nevo
Traduzione a cura di: 
Edizione cartacea, pag. 256
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐/5



Eshkol Nevo ci racconta tre storie  scollegate, nessun legame tra i personaggi, nessun legame nelle trame eppure il lettore  non tarderà a  riconoscere il suono di alcune note che si ripetono sempre uguali, piccoli dettagli disseminati qua e là grazie ai quali lo scrittore, con grande maestria,  unisce la narrazione in un unico flusso. 
I tre protagonisti, Omri, Asher, Heli  parlano in prima persona, a posteriori, raccontando l'evento prevedibile  che li ha investiti, mettendo a nudo le intenzioni  nascoste dietro le pieghe dell'anima quelle che spingono ad agire in modo imprevedibile, come non ci si aspetterebbe da un padre di famiglia, un dottore vedovo, un marito scomparso e sua moglie, oppure, in fondo in fondo, sì.

Omri è un musicista divorziato dalla moglie con una figlia. Il suo racconto è la confessione rilasciata all'avvocato in cui ripercorre gli avvenimenti che lo legano a Mor Amirov, moglie di Ronen Amirov, morto in Bolivia sulla strada della Morte ed è a La Paz che Omri li ha conosciuti per un brevissimo lasso di tempo. 
Quando Omri si reca alla shivah per fare le condoglianze alla famiglia è spinto dalla voglia di rivedere quella giovane donna e la sua abitudine di attorcigliare i ricci dei capelli sulle dita. Omri, durante la confessione, se ne rende conto: avrebbe dovuto prevedere gli eventi, c'erano tutti i segnali per allarmarlo eppure lo sguardo innocente e sfrontato di Mor lo ha intrappolato in una bolla.
Asher è un medico, vedovo, con due figli ormai grandi e lontani. La sua confessione è la versione dei fatti che l'avvocato gli ha chiesto di scrivere su come sono andate realmente le cose tra lui e Liat la giovane specializzanda con cui ha in comune tante cose, con cui passa il tempo a chiacchierare. 
Per Asher  Liat è come una figlia, vuole proteggerla. Sì,  come una figlia se lo ripete diverse volte anche in virtù di quel segreto, ma  durante la confessione si rende conto che forse  alcuni gesti potrebbero aver celato un'intenzione diversa e non solo agli occhi degli altri. 
Heli è sposata da tanti anni con Ofer e camminano da sempre ogni sabato, fin da quando i loro due figli erano piccoli, nei frutteti. La confessione di Heli è in realtà una ricostruzione della loro vita matrimoniale per fissare tutti gli indizi  e  riuscire a capire cosa è successo davvero ad Ofer, al suo bellissimo marito,  sparito senza lasciare traccia proprio un sabato mattina, durante la loro camminata. 

Non starete comodi in questa lettura, assolutamente no, perché con le tre confessioni ci dovrete fare i conti.
Ho impiegato anni a capire che un buco è anche qualcosa attraverso cui vedere.
Vi ritroverete ad  osservare i protagonisti attraverso il buco della serratura, osservare ciò che è invisibile agli occhi: l'anima di un'umanità messa a nudo quando nella vita ci si trova davanti al buco creato da una perdita improvvisa. Finita la lettura il buco si sarà trasformato in un vuoto, perderete l'orientamento su ciò che è vero e ciò che è finzione, il dubbio instillato goccia dopo goccia, grazie alla scritgura, non potrà essere dissolto. Ci proverete a stare in equilibrio sul  terreno della confessione, così sdrucciolevole ma sarete costretti a sospendere ogni giudizio perché in fin dei conti, quando si va a fondo, lo sappiamo non si è mai solo buoni o cattivi: non doveva per forza essere una cosa o l'altra. Completamente buoni e cattivi si è solo ei film di Hollywood. Le persone vere  sono sia una cosa che l'altra.

La scrittura di Nevo è elegante, a tratti cruda, a tratti visionaria sa plasmarsi all'anima di chi confessa  permettendole, così, di salvarsi perché Finché una cosa non viene raccontata è come se non fosse successa.  A te stessa puoi dire che è solo nella tua fantasia, ma  ci si può sentire sollevati dopo averla raccontata quella cosa.

L'autore nei ringraziamenti ci dice che il libro è stato scritto quasi per intero nei giorni del doloroso distanziamento sociale  e delle grandi limitazioni alla libertà di movimento e allora mi sono chiesta quanto questo isolamento abbia inciso sulla scelta della struttura narrativa: la confessione in prima persona dove i protagonisti sono soli a fare i conti con la loro anima.

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