Rubrica Tu leggi, io scelgo. Recensione 5/141 : L'equilibrio delle lucciole di Valeria Tron

Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Tu leggi, io scelgo nata da un'idea di  Rosaria Sgarlata  organizzata da Chiara, Chicca e Dolci Carloni  la creatrice di tutti i nostri banner compreso quello a seguire con l'elenco delle partecipanti.

Questo mese ho curiosato nella libreria di Sara ed ho scelto L'equilibrio delle lucciole di Valeria Tron, l'ho scelto per dargli una nuova possibilità visto che lo avevo iniziato diversi mesi fa senza riuscire a  concludere la lettura: più andavo avanti e più mi infastidivo. Non era il suo momento.
Ringrazio Sara per la bella recensione e le parole scambiate che mi hanno spinto a riprendere in mano il libro.


Edizione cartacea, pag. 400
Narrativa
Valutazione: ⭐⭐⭐⭐/5



Sono le parole a custodirci: le parole custodi. Tocca averne cura e possono riportare in vita l'essenza di chi le ha pronunciate: è un travaso importante la memoria delle parole. 

L'autrice ci offre una strada per superare l'oblio del tempo, la solitudine, il silenzio, il vuoto provocati  dalla morte: la memoria attraverso le parole con cui ricostruire le storie di chi ci ha preceduto e lo fa con una scrittura poetica, con frasi in dialetto incomprensibili, gli elementi che inizialmente mi avevano fatto abbandonare la lettura. Sono stati proprio loro, il dialetto e la delicata poesia, ad aver scaldato la pelle dura dei miei muri con una storia corale che ha il sapore intimo delle vite.
I muri hanno pelle spessa e prima che trattengono calore  per una notte intera  si devono riabituare alla vita.




Trama
Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d'amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore', come scrive nelle lettere al figlio.
Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c'è Nanà, ultima custode di casa, novant'anni portati con tenacia. Levì, l'altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l'una dell'altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l'anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.

Recensione

Difficile parlare di questa storia così densa. Densi i contenuti, alcuni credo di non averli ancora afferrati del tutto; densa  la scrittura, quella con cui a volte ho bisticciato; denso il tempo di lettura per questo se non lo avete, il tempo, vi conviene rimandare ad un altro momento quando la fretta sarà evaporata. Densa come il balsamo esacerbato dalle parole in cui trovare conforto.

Un piccolo paesino nella Valgermanica; una giovane donna, Adelaide, che  ritorna dopo diverso tempo nella casa di famiglia  per affrontare un momento difficile; l'anziana Nanà, Adriana, custode della memoria in quella casa dove vive da sempre e dove ci sono stanze piene di parole; Levì, Valente, colpito dal silenzio delle vipere perché dopo la caduta è stato portato in una struttura lontano dalla sua casa. Questi i personaggi principali ma ne troveremo molti altri, quelli che non ci sono più ma sono ancora  presenti grazie ai ricordi ed al lavoro di Nanà.
É lei l'ultima custode:  delle parole in tutte quelle scatole con etichette scritte a mano dove sono riposti gli oggetti quotidiani; della memoria attraverso i gesti familiari che si trasformano in riti: un rito è uno spazio in cui sai a memoria il tuo ruolo e quello dell'altro; delle chiavi di quel mucchio di case dove una volta c'era la vita piena.  Ed é con quelle chiavi, una alla volta, che Adelaide riaprirà le porte  riscoprendo l'anima di chi ci ha abitato.
Lena, Memé, Irma, Levì entreremo nei loro spazi,  daremo luce agli oggetti abbandonati,  sentiremo gli odori rimasti intrappolati negli angoli, l'odore è ladro e quando può fugge; se non riesce si nasconde nei muri e lì rimane, immobile, anche per molti anni ed i ricordi  piano piano riaffiorano.  
Tocca prendersi le storie, è necessario rimettere in ordine i ricordi  solo in questo modo il vuoto non prenderà il sopravvento e la memoria di chi ci ha preceduto sarà salva. 
Potergli dimostrare che la bellezza non sa morire come un corpo, perché è dell'anima; perciò ben vengano scatole, etichette, mucchi di fascine, canzoni e lettere, poesie e ramanzine, per ritrovarsi piene le mani di umanità e incanto, ben oltre la morte.

Sono stati tanti i passaggi sottolineati e trascritti nel taccuino, il tepore delle casa mi ha invaso, scaldarmi è stato piacevole ed il bellissimo segnalibro, disegnato dall'autrice, custodirà la memoria della lettura.

Una storia da accogliere con i sensi in un tempo sospeso.


Commenti

  1. ecco questa è una di quelle recensioni che ti fanno venire voglia di leggere il libro!

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  2. che belle parole, sembra una lettura interessante

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  3. Ooooh mi sa che sarò il prossimo da te 😁anche perché come te ce l’ho lì in attesa da un po’

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  4. Le tue recensioni sono sempre splendide e fanno venir voglia di leggere anche ciò che MAI avresti pensato di voler/poter leggere! Grazie. Ludovica

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