Rubrica Ci provo con. Recensione 13/149. Einstein e io di Gabriella Greison

Nuovo appuntamento con  la rubrica mensile Ci provo con rubrica in cui si legge un autore o autrice per la prima volta, nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni creatrice di tutti i nostri banner compreso quello a seguire con l'elenco delle partecipanti.

Questo mese proverò a parlarvi di Einstein e io  di Gabriella Greison: fisica, scrittrice, attrice teatrale, divulgatrice scientifica, drammaturga.
La Greison rende la fisica leggibile. La leggerete  come non l'avete mai letta soprattutto se, come me,  non ne avete mai letto.
Prima di iniziare la lettura vi consiglio di leggere il capitolo alla fine (Oltre le conclusioni (simboli, playlist e vini) dove troverete delle combinazione per godere meglio della letturaper ogni capitolo viene data la spiegazione del simbolo scientifico nel titolo, una canzone  da ascoltare ed un vino da assaporare .


Einstein e io, pag. 292
Gabriella Greison 
Salani Editore
Narrativa
Valutazione ⭐⭐⭐⭐/5


«Non vuole sentire com'è l'aria che sposta, signorina?» Disse lui inarcando le sopracciglia e sporgendosi verso di me.
«Allora sentiamo, com'è l'aria che sposto?» chiesi per porre fine a quel gioco il prima possibile.
«Senza fretta» disse lui.
«Senza fretta, ah»




Con Einstein e io  l'autrice ripercorre la storia ventennale della coppia Albert Einstein e Mileva Marić, compagni di idee e sentimenti, il loro rapporto d'amore fisico e l'amore per la fisica.
La narrazione è in prima persona é  Mileva  a raccontare. Nei capitoli troverete qua e là grafici o disegni e l'inserimento di alcune lettere o parti di queste tratte dalla florida corrispondenza tra  i due.

La storia inizia nel 1896. Mileva e Albert  frequentano lo stesso corso a Zurigo.  Mileva  è la protagonista della sua vita, sa esattamente cosa vuole. É una  delle prime donne ad essere ammesse al Politecnico di Zurigo per il corso di laurea in matematica e fisica e quel corso  è un trampolino:  ero io, semplicemente io, con il mio modo di fare e la mia testa. Una testa cocciuta, ma comunque mia.
É caparbia, secchiona, amante dei numeri, la scienza è la sua salvezza fin da piccola.  Il suo modello è Marie Curie non le interessa il matrimonio ed é consapevole che  dovrà impegnarsi sempre il doppio, il suo cammino sarà  ostacolato di continuo dalla società machista. 
Albert è il ragazzo spettinato, un vero impertinente, uno sfrontato, un tipo molto arrogante non si applica, arriva tardi alle lezioni, non le segue, è distratto perché può contare su quel guizzo della sua intelligenza e su una memoria prodigiosa ed aggiungo è un uomo. 
Così mentre Mileva prende meticolosamente appunti, fa calcoli, costruisce  diagrammi,  Albert non segue le spiegazioni, non porta i compiti assegnati, vive alla bohémien in una disordinata casualità, passando ore ad oziare a perdere tempo, se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte, sempre alla ricerca di una soluzione ad un problema, sempre in conflitto con quanto già detto o fatto. Sbagliare eccola la miccia con cui accendere la ricerca perché  alla base delle scoperte c'è sempre uno sbaglio e Albert voleva che si commettessero più errori possibili, in più campi, secondo lui solo così si diventava intelligenti. 

Mieva e Einstein hanno in comune l'amore per la solitudine, per la ricerca, per le passeggiate in montagna e la curiosità. Sono innamorati delle reciproche menti dove staziona quella diversità di approccio alla ricerca che li portò a fare scoperte epocali e nello stesso tempo fece naufragare Mileva perdendo quella sovranità sulla vita.  
Era una testa piena di luce. Mileva è attratta dalla luce della genialità, dalla libertà di quel ragazzo di andare sempre oltre.
Albert è attratto dalla solidità di Mileva, dalla sua disciplina, dall'applicazione costante nell'analisi dei numeri, dalla sua calma, indipendenza, ambizione.   
La ricerca empirica, le intuizioni di Einstein unite ad un'analisi attenda dei dati con grafici e formule di Mileva hanno prodotto ciò che è rimasto nella storia:  Einstein il cui nome si identifica con genio e niente più. Il nome di Mileva si è perso nella notte dei tempi.  
Ed è qui che l'autrice ci descrive cosa si nasconde dietro quel connubio di menti: la parabola discendente di MilevaL'arrivo di un figlio, poi di altri due, l'impossibilità a continuare gli studi all'università, la solitudine, i doveri familiari, l'esclusione dalle nuove ricerche di Albert portano Mileva ad accartocciarsi su se stessa, svuotata, privata dell'ossigeno: la ricerca nella fisica. 
Mileva affronterà il divorzio, la vita con i figli, senza la luce accecante della genialità: sarei potuta rimanere con Albert, ma io non ero così. E soprattutto una mentalità scientifica non poteva perdere tempo con i 'potevamo' o gli 'avremmo potuto'.

L'autrice ha fatto la magia. Durante la lettura li ho sentiti vicini i protagonisti della grande rivoluzione scientifica: Einstein mi ha fatto ridere, mi ha regalato leggerezza, ho guizzato veloce trasportata dalla luce dei pensieri e poi mi ha fatto anche arrabbiare con quell'egoismo accecante. Di Mileva  ho amato la tenacia, la fedeltà verso se stessa, quella fermezza nella volontà, quella dedizione nell'amore per  Albert e la scienza.

Vi consiglio la lettura di questa storia con elementi biografici, elementi di fisica e tanta luce.

Commenti

  1. Io continuo sempre a stupirmi ogni volta della particolarità dei titoli che scegli. So che probabilmente è casualità ma ogni volta tiri fuori titoli atipici e ne parli con così tanto entusiasmo da coinvolgermi anche se ammetto che con alcuni ho paura di approcciarmi (questo è uno dei casi). Non so se potrebbero rientrare nelle mie corde

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la tua attenzione alle mie parole e per le tue parole. In effetti non rientra nelle tue letture ma ti assicurò che la storia scorre velocemente e la luce delle due menti ti coinvolgerà.

      Elimina
  2. sembra proprio interessante, non leggo tante biografie, ma chissà

    RispondiElimina
  3. Non amo le biografie, ma questa ha un fascino particolare da come la racconti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fascino, parola perfetta per questa storia: affascinano le due personalità, la loro vita insieme e distante

      Elimina
  4. Mi attira tanto questa lettura sia per la tua recensione che per il capitolo finale di cui parli!!!

    RispondiElimina

Posta un commento