Recensione 14/150: Breve trattato sulle coincidenze di Domenico Dara

Appena vedeva un calzino bucato lo rammendava subito e si sentiva più leggero per aver chiuso un buco nel mondo, così come, intervenendo nei fatti del paese attraverso le lettere, gli sembrava di riparare i buchi degli uomini. Che i buchi sono come gli schiaffi, gli addii, la morte: per essere autentici devono aspirare al rammendo come agli abbracci, ai ritorni, alla vita.

Breve trattato sulle coincidenze è un'epifania. La lettura ci porta a continue ed improvvise rivelazioni.
É un caleidoscopio di personaggi. Li conosceremo tutti girando con il nostro postino per le viuzze del paese: nomi, cognomi, abitazioni, vite intime.

Breve trattato sulle coincidenze, pag. 365
Narrativa 
Valutazione ⭐⭐⭐⭐/5

Il postino di Girifalco, uomo solitario, senza ambizione che alla passione per i pensieri astrusi univa quella per le lettere d'amore  è un pensatore. Questo rimuginare costante è un difetto lo fa stare ai margini della fiumara immerso in mondi paralleli ma è anche un pregio perché ci porta nell'intangibile.  
Il nostro postino si
 interroga sulla Vita, sulla Morte cercando le leggi attraverso cui le due Signore si danno il cambio di continuo mentre Fortuna, Speranza, Destino e qualche Miracolo segnano il percorso. Ha bisogno di capire gli ingranaggi che regolano le infinite  possibilità messe sulla strada di ognuno. Qual é la Vita autentica? Quale la strada?

Assillato da questi dubbi inizia a scrivere un trattato sulle coincidenze che come i sassolini di Pollicino tracciano il giusto cammino da seguire e quello da non percorrere. Il nostro postino segna  465 coincidenze. Le classifica in assolute, consequenziali, numeriche, simili in base al loro modo di rivelarsi all'uomo.  
Assillato dalle domande inizia a collezionare le lettere ricevute dai compaesani ma  non si limita ad aprirle e leggerle, no, lui le replica grazie a quel dono di saper imitare qualsiasi grafia. Tiene per sé la copia, consegna al destinatario l'originale stando attendo a ricomporre la busta nella sua integrità.  Le lettere non  sono un cumulo di carta ma un campionario di sentimenti  tracce di vite da cui partono i suoi  voli pindarici. Vivere le vite altrui partendo proprio dalle lettere, calarsi in quelle storie tanto da renderle reali, prefigurare avvenimenti e finali, fino a convincersi che quel dono di saper replicare ogni calligrafia si estende anche alla sua vita, lui può, deve  intervenire per raddrizzare gli eventi, rammendare i buchi di Destino e Fato.  
Ecco perché quando a Girifalco arriva una lettera con un sigillo il nostro postino deve indagare, le coincidenze sono troppe: una lettera d'amore, le sue preferite e la calligrafia del misterioso mittente è uguale alla sua. É necessario scoprire le storia sottesa in quel pezzo di carta scritto  e magari darle un finale diverso.

Nella casa del nostro postino c'è l'archivio di tutte le vite del paese così come nella vita del nostro postino si riflettono le vite di tutti i suoi compaesani, a mancare però  è proprio  la sua a partire dal nome ignoto al  lettore: un vuoto pesante.

Mi è piaciuto tantissimo l'uso del dialetto in molti passaggi perché permette al lettore  di entrare nei personaggi e nell'anima del paese. La scrittura di Dara ha un tocco lieve come lo è la poesia ma smuove mondi interiori  ingrossa l'anima di chi legge parlando agli uomini attraverso gli uomini di ciò che è intangibile. A farlo sono figure fiabesche. Se in Malinverno il cantore è il bibliotecario guardiano di cimitero di Timpamara, Astolfo Malinverno, qui è il postino di Girifalco. La voce dell'autore mi ha commosso, mi ha lascito sgomenta nell'atto di rigirare le pagine tra le dita.  Difficile arginare questa storia, prende spazio, mille biforcazioni e  nutre l'anima perché le storie di questo autore sono usando le stesse  sue parole: libri  antropomorfi che camminano  per il mondo.


Commenti

  1. Lei è veramente brava, riesce a trasmettere la passione che nutre come lettrice, per i personaggi dei libri che recensisce. Complimenti

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