Recensione 23/159: Tsunami di Marco Romani

Nessuna creatura era impaurita, disorientata o disturbata dal loro passaggio, l'isola li accoglieva e rispettava indicando la via mentre faceva risuonare nelle orecchie di lui un'infinità di voci in ogni sorta di lingua. Il torrente celeste della terra su cui poggiava i piedi ribolliva ovunque dipingendo nei suoi occhi colori mai visti prima. La particolarità di quel luogo non riusciva comunque a scalfire il grumo nero e denso che vedeva su Elise, la cui figura camminava avvolta da lapilli lasciandosi dietro impronte di cenere e vecchi tizzoni spenti.

Una prima volta con l'autore e con il genere  steampunk.  
Ringrazio la CE Delrai per la copia.

Tsunami pag. 450
Marco Romani
Delrai edizioni
Fantasy Steampunk
Gradimento: ⭐⭐⭐⭐ / 5


Trama
1858, scoperta dell’aldilà.
L’umanità rischia l’estinzione, quando Christopher Arkell, chimico e sciamano, viaggia attraverso le nazioni in rovina per studiare l’altro lato e la sua influenza sul mondo. Ha inizio l’epoca delle Guerre del Silenzio, episodi di suicidi collettivi, crisi esistenziale e crollo dei governi. La civiltà appassisce e sembra destinata a morire.
1912, rubata la Salma Sacra di Cernatia.
Ishmael Faust non riesce a dormire. Soffre di insonnia e attacchi di panico, sopravvissuto a un incidente che gli ha cambiato la vita. Si alza ogni mattina prima dell’alba e trova pace solo nel fumo delle sigarette e nelle visite dalla sua psicologa.
Una sera si lascia trascinare in un ristorante dove assiste al concerto di una pianista e cade in un mare oscuro, senza fondo, dove l’acqua si insinua nelle vene e il corpo è pervaso da una pace ultraterrena.
D’un tratto, però, viene consumato da fiamme ardenti come l’inferno. 


Recensione
Ad un certo punto della storia Ishmaelil protagonista, chiede ad Elise, la coprotagonista: 
«Tu come stai?» 
«Meglio di ieri»  gli rispose «Senza fretta ma senza tregua».  
La lettura di Tsunami è così: per svelare la storia è necessario seguire la narrazione senza fretta ma anche senza tregua e dovrete avere tre occhi, quello in più vi permetterà di sondare l'intangibile trasformato, dalla scrittura ricca dell'autore, in qualcosa di tangibile.

Ishmael non ha pace si sente minuscolo e invisibile ed ha qualcosa di rotto dentro.  Dopo l'incidente  non riesce a dormire senza svegliarsi costantemente in preda al panico ed in questo i medici sono stati categorici, non gli si può in alcun modo parlare dei suoi giorni di coma. Solo quella donna, Julie, con la sua musica,  è riuscita a regalargli un momento di pace e alienazione, come se si fosse tirato fuori da ogni affanno della sua vita. Grazie alla musica Ishmael riesce a staccarsi dalla realtà, arriva a toccare l'Oltre e nel momento in cui aveva toccato il Mare Celeste e avvertito quel sentiero di pace, era stato certo di volerlo seguire.  
Ora, però, non riesce più a trovarla, Julie sembra sparita nel nulla, di lei rimane una flebile traccia nell'Oltre che il nostro giovane protagonista deciderà di seguire in un lungo viaggio: dalla citta di Cernaia nell'Isola di Tukur, passando per il Regno unito di Shannaht crocevia di lingue e culture, per  la città eterna di Santa Felix governata dall'Alto Pontefice e poi per l'isola verde di Carnaka patria degli sciamani, centro dello studio dell'Oltre,  fino  ad arrivare all'impero di Xian in estremo oriente, il paese isolato e chiuso all'Occidente.
Accanto ad Ishmael c'è Elise Iampenson, minuscola e insignificante, compagna di studi e amica.  Elise è disponibile, indefessa,  sostiene  costantemente il suo amico ma qualcosa la consuma da dentro e ben presto Ishmael si accorge che l'amica era logorata e più i pensieri la opprimevano più le scintille attorno a lei si facevano vive e vere. L'erba sotto i suoi stivali veniva consumata dai lapilli  e la cenere che si staccava dal suo viso risaliva l'aria in direzione del cielo. 

I protagonisti con le loro rispettive fragilità, sospinti dagli eventi intraprendo un viaggio fino alla fine del mondo, anzi oltre, nell'Oltre dove occhi e voci li attendono, affrontando forze più grandi di loro. Sono eroi senza esserne consapevoli, lo diventano mentre agiscono e più volte avrei voluto abbracciare Ishmael per non farlo sentire così piccolo, così come  avrei voluto soffiare sulla pelle di Elise per far volare via tutta la cenere in cui è avvolta.

L'utilizzo dei capitoli brevi è una scelta che mi piace ma questa volta, per la prima volta, ho sentito un bisogno viscerale di avere più pagine da leggere, volevo capitoli più lunghi  per non sentirmi come il protagonista:  a volte mi sembra di non riuscire a capire nulla, di nessuno. Ora la cosa assurda è che l'autore non è parco nel suo narrare al contrario. Marco Romani ha una fantasia strepitosa ben resa nella scrittura capace di cullarci e trasportarci nei luoghi più improbabili, non sono le informazioni a mancare ma l'anello di congiunzione, il grimaldello con cui far scattare la serratura della storia. 
Ogni capitolo è stato come un nuovo inizio, tanti nuovi inizi, apparentemente scollegati  come se fossero storie affastellate una dopo l'altra. Così  ho letto senza fretta per assaporare i luoghi fantastici dove natura e meccanica convivono, per poter organizzare i diversi documenti storici inseriti  alla fine dei capitoli, per legare tra loro i personaggi, ma anche senza tregua per poter chiudere tutti gli inizi e vedere dove sta la fine del mondo.  Poi quando pensavo di sprofondare nel ghiaccio, nel buio più totale dentro a Eclisse, ebbene a quel punto l'autore mi ha ripagato regalandomi tutti i brani finali e allora mi sono sentita piena come quando si torna a casa da un posto lontano con un nuovo bagaglio, più ricco di quando sono partita.

«Fino alla fine del mondo dottoressa Iampenson?»
«Fino alla fine del mondo dottor Faust»


Commenti