Recensione 22/158: L'estate di San Martino di diechirico

L'estate di San Martino è arrivato da me per caso, per un errore di spedizione ed è buffo perché la sorte è un tema ricorrente in questa storia, come il tempo. Il libro mi ha scelto così dopo aver curiosato tra le pagine ho deciso di leggerlo. Con questa scelta però ho sovvertito  il tempo di lettura o meglio la cronologia: il volume arrivato è il secondo di una serie, la scelta però  é fatta: ho iniziato da questo e grazie all'autore  riceverò anche il primo Come piangere sott'acqua per riallineare il percorso pensato da chi la storia l'ha scritta. 
Non avrei potuto fare diversamente L'estate di San Martino mi ha catturato dalle prime battute 
 e per dirla con le parole dell'autore: la sorte è stata d'aiuto solo per un piccolo dettaglio, la scelta fortuita del momento ha fatto il resto.

punto di lettura


In questo piccolo volume ci sono due storie raccontate con capitoli alternati una in prima persona, l'altra in terza.  Per entrarci dentro non è importante la trama, non è importante sapere se le due storie sono collegate oppure no, non è importante il finale che comunque mi ha fatto sobbalzare ma attenzione  non sto dicendo che non ci siano sto solo dicendo che non sono importanti.
La densità di queste pagine ha un peso ed è questo che graverà durante la lettura. Una lettura densa impossibile andare avanti senza segnare, sottolineare, appuntare, tornare indietro e poi avanti. La densità della scrittura parola dopo parola, attentamente scelte e messe in fila a formare brani, molti di una bellezza dolorosa, necessita di soste.
Sbagliavo all'inizio nel pensare di arrivare alla storia con una lettura senza pause fatta tutta d'un fiato, sbagliavo perché la storia, i personaggi, i pochi eventi sono solo elementi con cui scandagliare ciò che non si vede- Questa storia è lo specchio in cui riflettersi e stare a guardare senza nascondersi.
 
Finita la lettura sono tornata alla prefazione ed é con le parole trovate qui  che proverò a descrivere la superficie:

Questa volta, miei pazienti lettori, mie analitiche lettrici, amanti come me delle cose lente, del lento incedere, delle sole lancette dei minuti, dei tempi lunghissimi, non ci sarò una storia contorta chiusa tra le pagine del libro. No. Ce ne saranno due. Due storie diverse, che si svolgono a centinai di chilometri di distanza. 
[...]
Due storie, due coppie, quattro persone.
Quattro persone ordinarie. Contorte, ma non complesse.
In una storia ci saranno solo le mura domestiche a far da sfondo, a contenere ciò che (non) accade. Un testimone piccolo piccolo e poco altro.
[...]
Nell'altra ci saranno grandi distanza e luoghi sempre diversi, uno spontaneo dinamismo e cieli ovali e lunghe lingue di strada e libri e sciarpe e tanti posti diversi, panorami colorati da vedere, ricordare, immaginare.
[...]
L'asimmetria di fondo si completa con una scelta ben precisa, quella di far dono dei nomi solo a una delle due coppie e di lasciare l'altra in una strana forma di anonimato, a confondersi quasi con lo sfondo asettico.
[...]
Due storie scontate, di nuovo basate sui sentimenti, dove sono i sentimenti i veri protagonisti , anziché i personaggi, dei quali si saprà comunque pochissimo. 

Domenico Dara nel suo Breve manuale sulle coincidenze ci dice: esistono  libri antropomorfi che camminano per il mondo, ebbene questa storia lo è per il modo in cui dialoga con noi lettori  arrivando a smuovere mondi interiori a volte dimenticati; lo è per le descrizioni precise degli ingranaggi sottesi alle azioni; lo è perché l'odore del caffè l'ho sentito nel naso, il sapore di quel rum nella bocca,  la rabbia per alcune azioni o non azioni mi è salita fino a farmi digrignare i denti. 

Non troverete una valutazione non  mi è possibile assegnare stelline, il viaggio non è la sola lettura, il libro infatti é come dice lo scrittore un nodo allo stomaco, strizzato da cui ne uscirà il nostro succo.

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