Rubrica: Ci provo con. Recensione 31/167: La vita fino a te di Matteo Bussola

Nuovo appuntamento con  la rubrica mensile Ci provo con rubrica in cui si legge un autore o autrice per la prima volta, nata da un'idea di Chiara Ropolo  con la preziosa collaborazione di  Dolci Carloni creatrice di tutti i nostri banner compreso quello a seguire con l'elenco delle partecipanti.

Questo mese ci ho provato con  Matteo Bussola.

francesca
La Vita fino a te
Matteo Bussola
Einaudi Editore, pag. 202
Narrativa 
Pubblicazione: 2018
Valutazione: ⭐⭐⭐ e mezzo  / 5



Uno sguardo può contenere, escludere, accogliere, respingere. [...] Per questo è importante verso cosa lo punti, il fuoco che scegli, l'attimo decisivo che illumina la vita e la trasforma in racconto.

Lo dice nella prima pagina ed è proprio così: in questo libro gli occhi, dell'autore,  sono il fil rouge. Matteo Bussola  racconta frammenti, brandelli  della sua vita in modo casuale, o almeno lo sono stati per me, il limite di questi ricordi è quel  fino a te, a lei. 

Trama
Matteo Bussola riconosce ciò che di straordinario si annida nelle cose ordinarie perché le guarda come se accadessero per la prima volta, come se sentisse sempre la vita pulsare in ogni cellula. Ed è con quello sguardo che racconta di relazioni sentimentali, l'istante in cui nascono, il tempo che abitano. Lo fa mettendosi a nudo, ricordando gli amori passati, per ripercorrere la strada che lo ha portato fino a qui, alla sua esistenza con Paola e le loro tre figlie. Soprattutto, lo fa specchiandosi nelle storie di ciascuno: quelle che incontra su un treno, o mentre sbircia dal finestrino della macchina, o seduto in un bar la mattina presto. Quelle che incontra stando nel mondo senza mai dare il mondo per scontato, e che la sua voce intima e familiare ci restituisce facendoci sentire che sta parlando esattamente di noi.


Recensione
Questa lettura è stata una pausa come bere un caffè, non troppo lunga da diventare fredda, a me non piace il caffè freddo, né troppo corta da non sentirne il sapore, forse a tratti un po' troppo zuccherata, il caffè lo prendo amaro.

La vita fino a te è come un diario, quelli  su cui si scrive per dare forma alle immagini, ai ricordi, ai sentimenti, a tutto quello che sfugge con il tempo. In un diario però ci sono delle date, c'è un ordine temporale qui invece si può iniziare da qualsiasi pagina perché l'autore va avanti e indietro nel tempo senza un percorso cronologico. Ci troveremo così con il Bussola bambino e poi adulto, e poi adolescente, e poi ragazzo, e poi di nuovo adulto e così via. L'unico modo in cui imbriglia i ricordi fornendoci una parvenza di struttura è la  divisione del narrare in tre parti: verde, blu, rosso.  Nel blu ci sono i frammenti della nostalgia e della consapevolezza, nel verde quelli della  memoria e della scoperta; nel rosso la passione e poi chiude con il bianco, la somma dei precedenti, la rinascita.

Ogni brano è una tavola disegnata, l'autore riesce a  cesellare con la scrittura un fotogramma di vita in cui non manca nulla. Alcuni scatti sono brevissimi, un semplice scambio di battute, altri costruiti con una lunga esposizione, altri ancora sono panoramici. Bussola si lascia leggere grazie ad una scrittura pulita e vivace,  apprezzata, come mi è piaciuta la struttura narrativa: il saltellare tra i ricordi. 
Ci sono stati frammenti divertenti come L'amore vola, Calamaali, Countdown, altri mi hanno lasciato lì a riflettere  soprattutto Ovunque proteggi e Che ne sanno, altri  invece li ho trovati troppo smielati, forse troppo evanescenti da non poter essere afferrati ed io invece  ho bisogno di essere colpita per aggrapparmi alle storie,  tradire e tradirsi per citarne uno. 

Insomma questo "caffè" non mi ha appagato del tutto, complice la poca attitudine ai racconti quindi ancora meno ai frammenti ma  ha avuto il suo effetto: una pausa fuori orario, diversa dalle storie abituali.

Commenti

  1. Il libro non mi attira però la tua recensione mi è piaciuta

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  2. non credo sia adatto a me, ma mi è piaciuto leggere la tua recensione

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