Recensione 34/170. Storia di tre ragazze impresentabili. Serie Unfit. Volume 3, Vera.

Se c'era una cosa che le Vassemer non sapevano fare era proprio praticare la prudenza.

Quando ho per le mani una storia di Miss Black sento sempre una piacevole sensazione: pregusto la lettura ed il piacere si amplifica  quando il volume fa parte della serie Unfit, Storia di tre ragazze impresentabili. 

 
francesca
Amori di tre ragazze impresentabili, Vera, 
Serie Unfit, Volume 3
Little Black tales, pag. 344
Romance
⭐⭐⭐⭐/5



Trama
La Stagione 1889 sta per finire e due delle tre sorelle Vassemer si sono sistemate. E, come tutte le malelingue della capitale hanno notato, si sono sistemate molto bene, sposandosi ben al di sopra del loro rango.
Resta solo Vera, la sorella di mezzo, che continua a ripetere a tutti di voler diventare una scrittrice di successo e di non essere interessata al matrimonio. Si è mai sentito qualcosa di più scandaloso? Chi mai potrebbe volere una ragazza del genere?
E, a proposito di scandali, le Vassemer non sono l’unica fonte di pettegolezzi della capitale. La famiglia dell’amata Regina Vittoria è sempre prodiga di comportamenti discutibili e anche il resto dell’aristocrazia non scherza. Peggio ancora, una piaga particolarmente odiosa rischia di venire alla luce. No, non si tratta delle solite quisquilie: adulterio, ricatto, figli illegittimi o evasione fiscale. No, non è neppure l’annoso problema dei nouveaux riches che pretendono sempre più posti al sole. E chiaramente non ha nulla a che fare con l’assurda richiesta delle suffragiste che anche le donne possano votare.
Questo è peggio. Si prepara lo scandalo più gigantesco dell’epoca.
O forse no.
In fondo, se c’è una cosa che la nobiltà del Regno sa fare bene è nascondere la polvere sotto il tappeto.
Unfit è una trilogia sulle disavventure di alcuni rispettabilissimi gentiluomini, che alla vita non chiederebbero altro che pace, tranquillità e le sacrosante gioie del patriarcato, vessati dalla mancanza di tatto di tre ragazze con il cervello pieno di sciocchezze, ambientata in un tempo migliore in cui gli uomini erano uomini e le donne erano piante da interno.

Recensione
L'etichetta non è per i deboli di cuore  questo dice Vera, la sorella mezzana del casato Vassemer, al goffo e borghese Haddock durante le lezioni impartitegli per imparare le regole dell'alta società londinese.

In virtù di quella etichetta Vera non avrebbe dovuto accettare la proposta  dell'industriale  di fargli da insegnante ma lo sappiamo le Vassemer non praticano la prudenza e non hanno buone idee.
Haddock non é un nobile ma  è ricco grazie alla fabbriche tessili costruite dal nulla, la sua scalata sociale è iniziata nei bassifondi fino all'alta società con cui fa affari ma ora gli rimane un solo gradino da salire: sposare una donna di sangue blu e per farlo deve partecipare agli eventi organizzati dall'aristocrazia inglese ma soprattutto deve imparare le buone maniere.
Vera invece non vuole sposarsi,  vuole diventare una scrittrice. Il primo libro pubblicato, Confessioni di una libertina pentita firmato con uno pseudonimo, ha avuto un certo successo oltre  ad essere stato molto discusso,  però ora Vera ha bisogno di raccogliere materiale deve documentarsi  per la nuova storia e chi meglio di Haddock può fornirle  dettagli su alcuni temi  appagando così  anche molte curiosità della Vassemer?

Gli incontri tra questi due personaggi, sempre in luoghi non isolati ma lontani dagli occhi di conoscenti curiosi,  sono stati la parte più  divertente ed intrigante, uno più bello dell'altro, grazie ai dialoghi frizzanti perché  il possente Haddock con quella voce profonda e quell'accento da bassifondi non ne infila una giusta mentre Vera ha una risposta ad ogni imperfezione, ad ogni dubbio, ad ogni domanda e con spirito arguto e toni sarcastici riassume i ruoli della donna  e dell'uomo in quella società vittoriana basata sulla forma: può immaginarmi come un'invalida placcata d'oro, inetta e fragilissima, e considerare se stesso un cameriere di puro granito, capace di ammaccarmi al minimo tocco,
Ma cosa succede se tra una lezione e l'altra nell'osservare Haddock Vera intuisce alcuni dettagli: la forma del suo  torace, delle sue spalle persino della pancia piatta, degli avambracci muscolosi e velati da peluria scura  e scopre che con lui può liberamente condivide il suo vizio
Cosa succede 
se Haddock ascoltando Vera si inebria di quell'accento coltivato e le dice più volte: lei é il dolce della marmellata? 

Miss Black anche con questa terza puntata ha fatto centro  costruendo una storia originale e godibile fino in fondo. Mentre ci parla di Vera  porta avanti la vita  degli altri personaggi introducendone di nuovi che non sono mai solo di contorno.
Mi è piaciuto tantissimo il primo capitolo, il riassunto delle puntate precedenti,  in cui l'autrice tratteggia non solo gli eventi ma anche i caratteri peculiari dei protagonisti, l'inizio perfetto per rinfrescarsi la memoria, così come mi sono piaciute le  descrizioni dei luoghi e le note  sparse qua e là  che dimostrano il lavoro di documentazione dell'autrice per riprodurre fedelmente i luoghi, le atmosfere, le abitudini della società vittoriana. 

La copertina come sempre è accattivante e dovrete andare a godervi la storia per sapere il perché di quel fiore verde nel taschino della giacca così vistoso ed inappropriato per una serata in nobiltà.




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