Recensione 38/174: Cronache delle terre mutate di Martina Monti.

Perché ci fate questo? Non avevamo fatto del male a nessuno. Non vi davamo fastidio... perché ci trattate come se neanche fossimo esseri umani?
[...]
Be' perché siete diversi. Avete la pelle pelle diversa, gli occhi diversi...se valeste come noi sareste come noi. 

Ho avuto la fortuna di leggere le Cronache in un gruppo di lettura  con la presenza dell'autrice questo ha fatto la differenza. Riuscire a commentare le tappe confrontandosi con chi la storia l'ha creata mi ha permesso di apprezzarla di più dissipando dubbi, confrontando tesi e parlando dei tanti temi.

Cronache delle terre mutate
Martina Monti
Delrai edizioni, pag. 528
Fantasy, distopico 
Valutazione: ⭐⭐⭐ /5

Trama
In un futuro lontano, una guerra nucleare ha spazzato via l’antica civiltà. 
Il mondo, però, si è presto adattato alla nuova Età, cambiando la sua morfologia e trasformando gli esseri viventi. Bombe e potenti armi, andate già perdute, hanno formato crateri, innalzato la terra in montagne, desertificato zone e prosciugato laghi, deviato fiumi e creato boschi a discapito delle zone urbane, ormai abbandonate. A seguito di quegli eventi, hanno iniziato a nascere bambini sempre più malformati, mutati, fino a quando queste alterazioni si sono stabilizzate in tratti tipici, definendo una nuova razza: gli Abarimoni. Diversi dagli Umanidi, discendenti diretti degli uomini, combattono questi ultimi e li schiavizzano, convinti della loro inferiorità nel nome di Salmace, un dio-dea che ha esaltato il nuovo gene come marchio dei prescelti. Ma i tempi cambiano e una minaccia sconosciuta incombe sulle rovine di un’era che vede il suo tramonto; Umanidi e Abarimoni dovranno ben presto fare i conti con la dura realtà che vede entrambe le loro razze in pericolo. Non si è mai al sicuro quando si lotta per la sopravvivenza e la vita umana inizia finalmente ad avere tutt’altro valore.

Recensione
Questa è una storia corale, sarà per questo che non sono riuscita ad empatizzare con nessuno  e funziona bene grazie al gruppo composto da personaggi diversi sia come specie sia per il modo in cui affrontano gli eventi catastrofici di un mondo ormai ottenebrato. Non ci sarà una fine ma tante quante sono i protagonisti e con un paio di questi Martina ha fatto delle scelte  coraggiose. E allora eccoli qua alcuni di loro: Estelle l'insegnante è il personaggio con la maggiore evoluzione secondo me; George il sopravvissuto, con grandi risorse; Cathy la guerriera ci riserverà una sorpresa; Linton lo scienziato dopo un inizio increscioso non mi è dispiaciuto;  Isaac il cacciatore con le sue tre regole e su di lui non dico nulla; Luis la guardia capace di grandi azioni e poi Hugh, Sybil, Charlotte, Robert, Fergus, il Generale, lady Provost.

L'autrice ha costruito una storia piena di azione e colpi di scena, fino alla fine non è possibile prevedere cosa accadrà o come finirà e questo trovarmi spiazzata mi è piaciuto.  Vengono trattati molti temi 
portandoci a riflettere e porci domande.
Si parla di vergogna per alcune scelte, di perdono ricevuto o dato necessario per fare pace con la storia. Si parla di accettazione del diverso o meglio di non accettazione del diverso e qui l'autrice scrive un brano folgorante. E poi c'è un tema su cui mi sono arrovellata: la sopravvivenza del singolo. I protagonisti spesso sono messi di fronte ad una scelta: lui, il mio migliore amico, lei la compagna di sventura o io. Io o loro?  Cosa farei di fronte ad un pericolo imminente sceglierei di salvare o  abbandonare i compagni di viaggio per salvarmi? Per salvare ciò a cui tengo?  E qui ogni personaggio risponderà in modo diverso. 

La storia risente molto del periodo storico in cui è stata scritta, il Covid, diversi  gli elementi inseriti che lo ricordano portandosi dietro quel senso claustrofobico. 
L' autrice è molto brava nella descrizione del word building e in tutte le scene di azione, scontri, suspense mentre ho trovato un po' deboli le parti riguardanti i singoli personaggi nelle loro vicende personali, funzionano in gruppo un po' meno da singoli, ma questa è l'unica nota meno positiva. 
Leggerò altro di Martina visto che questa è un'opera prima.

Buona lettura o non lettura.


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