Recensione 2 /179. Kayal: Un indiano a New York. Volume 4 serie Unfit

Era coetaneo del marchese, ossia si avvicinava verso i quarantacinque anni, e come il marchese era alto e snello. Mentre il primo aveva lineamenti nobili e aquilini, molto britannici, mr Kayal aveva il viso angolosi, la pelle olivastra, gli occhi nerissimi e una folta barba scura e ben curata, che gli copriva la parte inferiore del viso senza nasconderne la forma. 

francesca
Miss Black
Kayal. Un indiano a New York
Serie Unfit volume 4
Little Black Tales, pag. 404
Romance
⭐⭐⭐⭐⭐/5


TRAMA
È il 1894 quando Dharya Kayal, 44 anni, ex soldato a cavallo nell’esercito di Sua Maestà, indiano naturalizzato inglese, omosessuale quando ancora il termine comunemente accettato era “invertito”, BFF di Lord Northdall, uomo dalle molte virtù, dal fascino invidiabile e dagli infiniti turbanti, parte per New York alla ricerca di una persona. Un singolo individuo in una città di tre milioni di abitanti – tutti pazzi, a giudizio di Kayal.
La sua ricerca procede in un crescendo di confusione ed erotismo.
Tra ereditiere dissolute decise a fare di lui il proprio trofeo, poliziotti violenti e attraenti,  un intero quartiere del vizio in cui scavare, prostitute, mogli abbandonate, aristocratici progressisti, signore caritatevoli fieramente omofobe, combattimenti di topi, travestiti, gang di irlandesi e un’intera società non proprio entusiasta delle persone di pelle scura, Kayal può contare solo su un aiuto: un valletto che non si è mai allontanato dal Norfolk.
E, insomma, un budget illimitato.
Dovrà bastare.

Recensione
Il quarto volume  della serie Unfit è dedicato a  Darya Kayal, sì proprio lui l'ex soldato indiano, il maggiordomo ma soprattutto l'amico di Julian, marchese di Northdall.  Darya si trova a New York, insieme al suo valletto Bill Fischer, ospite di un ricco gentiluomo Lord Edwin Underwood, amico di Julian. Perché è a New York? Beh ma per ritrovare lo scapestrato Brian, figlio maggiore del marchese di Northdall, le cui tracce si sono perse nei quartieri più squallidi e vivaci della città.
Il misterioso  Darya l'uomo con il fisico prestante, lo sguardo magnetico, l'aura impenetrabile, il pilastro della famiglia Northdall, sì, proprio lui, bene escluso il fisico prestante,  utile in questa citta calamita per le follie,  dimenticatevi di tutto il resto, preparatevi ad un giro sulle montagne russe  dove sarete impotenti ed impreparati dove  solo alla fine potrete slacciate le cinture di sicurezza e  dire: adesso conosco Kayal. 

Vicissitudini  è una parola lunga nel pronunciarla sembra mancare il fiato ed è  così che sono gli eventi creati dall'autrice: pressanti, imprevisti al limiti del reale, da togliere il fiato. Inevitabile incrinare il granitico Kayal.  A New York  erano tutti matti, e  se non lo erano quando arrivavano, impazzivano poco dopo. Questo pensa Darya durante il suo soggiorno e come biasimarlo. A metterlo in crisi non è solo New York, tra l'altro come sempre i luoghi son ben descritti con dovizia di dettagli, sarà soprattutto la conoscenza  della giovane Lady Jade Underwood, figlia di  Lord Edwin, la conoscenza più intima con il giovane valletto Bill,  per non parlare delle indagini con l'eccentrico Capitano Carter e alcune riflessioni impensabili del nostro protagonista come il fastidio di invecchiare: che invecchiare gli scocciasse lo scocciava a sua volta.

Miss Black ha fatto un lavoro incredibile con il protagonista  ma il personaggio che più ho amato è stata Lady Jade Underwood. Alcuni  personaggi femminili dell'autrice mi si appiccicano addosso, come in questo caso, molto di più di quelli maschili, pensate un pò.  Jade è  unica nel suo genere: quella donna dall'anatomia del tutto peculiare ragionava anche in modo del tutto peculiare. Jade è prepotente ma di quella prepotenza disarmante chiede come fanno i bambini per il proprio piacere o felicità. Cosa c'è di prepotente nell'affermare dichiarare ciò che si vuole enza fronzoli? 
Si potrebbe pensare che sia pervasiva ed in effetti lo è ma non invadente da togliere il fiato perché non impone, lei è.  Semmai è chi le sta intorno a dover fare i conti con una chiarezza cristallina e con i propri pregiudizi. Da 
Jade si può solo imparare mentre si rimane di stucco ed io mi sono portata via la risposta da darmi ogni volta in cui mi sentirò in bilico: perché no?

Commenti