Recensione 23/200 . L'impero dei dannati di Jay Kristoff Vol. II



L'Impero dei dannati, volume 2
Jay Kristoff
Traduzione a cura di: Gabriele Giorgi
Oscar Vault, Mondadori, pag. 720
Dark Fantasy
⭐⭐⭐⭐⭐/5


Trama
Gabriel de León è riuscito a salvare dalla morte il Santo Graal, ma non ha più alcuna possibilità di fermare la notte senza fine.
Dopo aver voltato le spalle ai suoi confratelli Santi d'argento una volta per tutte, insieme al Graal Gabriel si mette alla ricerca del modo per porre fine al sine die.
Ma l'ultimo dei Santi d'argento dovrà affrontare molti pericoli, interni ed esterni. Inseguito dai figli del Re Sempiterno, trascinato dentro conflitti e intrighi intessuti attraverso i secoli, tormentato dalla sua stessa crescente sete di sangue, Gabriel potrebbe non vivere abbastanza a lungo da vedere rivelata la verità del Graal.
Una verità forse troppo orrenda anche solo da immaginare.


Recensione

Un famoso verso dice "lasciate ogni speranza voi che entrate" ebbene lasciate ogni speranza dopo aver aperto la porta di questa storia perché pagina dopo pagina sentirete la dannazione passare dai personaggi a voi sotto forma di tormento e disperazione, in alcuni momenti senza fine. Del resto Kristoff è molto chiaro: 𝘭𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 è 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘤𝘪𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪. 𝘓𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘵𝘪 𝘧𝘢 𝘢𝘮𝘮𝘢𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦. 𝘓𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘯𝘦𝘭 𝘧𝘶𝘰𝘤𝘰. Per affrontare l'Impero dei dannati armatevi di fede, non di speranza, credete in qualcosa no? Ebbene é quello che vi terrà vivi perché 𝘓𝘢 𝘧𝘦𝘥𝘦 𝘤𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘻𝘢 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢 𝘢𝘭 𝘧𝘶𝘰𝘤𝘰 ma attenzione siamo molto, molto lontani dalla fede cristiana e potreste comunque rimanere bruciati.

Kristoff é irriverente, é sardonico quando chiude la narrazione come fa in questa storia, ha un piglio beffardo ed é ironico, sì ci fa anche ridere per buttare un po' di fresco nel fuoco. 
Kristoff non racconta, non descrive, non espone, lui narra. Nel narrare ordisce ed intreccia scegliendo esattamente i fili della trama, in questo secondo volume, poi, lo fa in modo geniale scegliendo due narrazioni nella narrazione perché ogni storia ha almeno due versioni dipende da chi narra e perché 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘨𝘶𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘯𝘦𝘪 𝘧𝘪𝘭𝘪, 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘢 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘭'𝘢𝘳𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢. É stato talmente bravo a diversificare le voci che durante la lettura ne ho prediletta una: il timbro inconfondibile del protagonista Gabriel de Léon, il Santo d'argento. Gabriel tracotante veicola un pensiero coraggioso in grado di rompere le catene di quanto è dato perché c'è qualcosa che trascende tutto e risiede in ciò in cui crede, nei temi cari all'autore già presenti in Nevernight e qui affrontati in modo dannatamente meraviglioso.

Un plauso Gabriele giorgi il traduttore.
Un grazie alle compagne di lettura, la condivisione con Kristoff é d'obbligo.




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