Recensione 24/201: "Tre" di Valérie Perrin


Com'è violento crescere, cambiare, doversi adattare.


Tre
Valérie Perrin
Traduzione a cura di Alberto Bracci Testasecca
Edizoni e/o, pag. 624
⭐⭐⭐⭐⭐/5



𝘛𝘳𝘦 𝘰 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦. 𝘕𝘪𝘯𝘢 𝘢𝘭 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰, 𝘌𝘵𝘪𝘦𝘯𝘯𝘦 𝘢 𝘴𝘪𝘯𝘪𝘴𝘵𝘳𝘢, 𝘈𝘥𝘳𝘪𝘦𝘯 𝘢 𝘥𝘦𝘴𝘵𝘳𝘢, così li vedrete camminare, uno accanto all'altra, lungo gran parte della storia. É𝘵𝘪𝘦𝘯𝘯𝘦 𝘦𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘢𝘱𝘰, 𝘕𝘪𝘯𝘢 𝘪𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦, 𝘈𝘥𝘳𝘪𝘦𝘯 𝘴𝘦𝘨𝘶𝘪𝘷𝘢 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘤𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰. Tre amici con confidenze intime che non si raccontano in famiglia ma con un legame da fratelli. Tre o niente fino a quando la vita non separa, fino a quando, troppo presto ed in modo cruento, si diventa grandi. 
𝘊𝘰𝘮'è 𝘷𝘪𝘰𝘭𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘤𝘳𝘦𝘴𝘤𝘦𝘳𝘦, 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘳𝘦, 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘢𝘳𝘦

Con cura minuziosa l'autrice cesella trent'anni di vita dall'adolescenza alla maturità: prima quando si é in tre o niente e dopo il niente. Un intreccio complesso e ben orchestrato.
Della Perrin avevo già letto entrambi i libri pubblicati, conoscevo le sue capacità narrative, lo stile poetico senza fare sconti, gli elenchi infiniti come fotogrammi di vita e quel modo peculiare di fare entrare il lettore nella storia. Chi legge ha un colpo d'occhio su tutti i personaggi ma il tutto è fatto di scorci, tagli rapidi, incisivi, a tratti obliqui, per avere una vista panoramica é necessario seguire i passaggi temporali, i cambi di narrazione, di scena, di scorcio; é necessario ascoltare le risposte, la verità, alle domande che arrivano puntuali quando non ci si riconosce più. Quando e come é successo? 

Nina la più sensibile, Etienne il più arrogante, Adrien il più taciturno e Virginie, una delle voci narranti in prima persona, la più enigmatica. Con lei mi sono lambiccata il cervello per scoprire chi é, ma soprattutto qual é il rapporto che la lega ai tre e senza la sua verità la visione non sarà mai orizzontale.


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