Recensione 42. Rubrica "Ci provo con..." "Le confessioni di una concubina" di Roberta Mezzabarba 4/5
La mia vita è un fallimento, uno sbaglio perpetuo.
Qual è il punto esatto in cui, in un uomo, la brutalità prende il sopravvento trasformandolo nella bestia carnefice che infierisce sulla sua preda senza rimorso, pietà, umanità?
Qual è il momento esatto in cui, in una donna, germoglia l'idea di non fare abbastanza, di non piacere abbastanza, di non parlare abbastanza, di non amare abbastanza, di non meritare, il momento esatto in cui decide di non essere e trasformarsi nella vittima sacrificale?
L'autrice in questo romanzo da voce a Misia, donna come tante, fagocitata dalle sue stesse insicurezze che la portano a non scegliere ed in questa non scelta l'errore è inevitabile.
Non ho mai avuto la sensazione di essere costretta a comportarmi in un certo modo, credo di aver fatto tutto con estrema leggerezza, guidata dalla fidata mano di chi mi aveva messo al mondo.
Misia ripercorre i ricordi della sua infanzia, il suo essere bambina in una famiglia come tante. Torna alle origine perché lì sta la risposta alla domanda, nel posto in cui si nasce e si cresce, troppo spesso nido sguarnito, che non accoglie, non cura, non custodisce.
Da bambina ho sempre avuto un timore quasi reverenziale del giudizio della mia famiglia, dei miei genitori.
Proseguivo a passi incerti nella mia vita con un occhio sempre puntato alle reazioni che suscitavano le mie azioni.
Le confessioni corrono veloci, le parole si susseguono, le pagine scivolano tra le mani. Siamo lì ad ascoltare la voce di Misia, moglie di un uomo anaffettivo, a seguirne il percorso, la ricerca di attenzioni ed approvazione per sentirsi speciale, la compiacenza e deferenza verso chi le elemosina complimenti. Siamo sempre lì mentre cade, soccombe, subisce senza poterla aiutare ed i suoi silenzi diventano le nostre grida, la sua docilità la nostra ribellione.
Le confessioni di una concubina.
Non sono altro.
Null'altro che la concubina dei miei dolori, delle mie insoddisfazioni, delle mie frustrazioni, dei miei bisogni puntualmente disattesi, ignorati, calpestati, vilipesi, disprezzati, messi al rogo.
Roberta Mezzabarba riempie le pagine di parole in prosa e in poesia, ci offre la sua musica inondandoci.
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Bella l'idea di libro itinerante! Questo libro sembra impegnativo
RispondiEliminaSi lo è ma scorre velocemente.
EliminaIo non so se riuscirei a leggere un libro così. Come dice Chiara sembra molto impegnativo e un po' ne sono spaventata
RispondiEliminaBella l'idea del libro itinerante anche se la mia unica esperienza in questo tipo di iniziative non è proprio stata positiva. Questo romanzo sembra trattare una tematica molto forte e impegnativa.
RispondiEliminaun libro con un tema forte che spaventa quando non dovrebbe, non dovrebbe farci girare la testa perché pensiamo che a noi non potrà mai capitare. Un libro che mi piacerebbe tanto leggere
RispondiEliminaEsatto, è così come hai scritto tu.
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