Recensione 41: "Il suggeritore" Donato Carrisi 4/5

 <<Una volta ho sentito qualcuno dire che il male può essere sempre dimostrato. Il bene mai. Perché il male lascia tracce di sé al suo passaggio. Mentre il bene lo si può solo testimoniare.>>
Nicla sorrise, finalmente. << E una sciocchezza>>, disse subito. << Vedi Mila, il fatto è che il bene è solo troppo fugace per poter essere registrato in qualche modo. E al suo passaggio non produce scorie. Il bene è pulito, il male invece sporca...>>

Questo libro è pieno di scorie, è sporco. Il male si narra in modo così preciso che, in alcuni brani, diventa terribilmente difficile da sostenere ed arreca uno stato di malessere fisico.



Carrisi non mi delude mai. È la scrittura, ogni volta mi appaga ed emoziona anche se, in questo caso, ho convissuto con la paura, un'agghiacciante e angosciosa paura e con il dolore. 
Un elemento mi ha colpito. Sfogliando le pagine dall'ultima alla prima, dalla prima all'ultima, dal centro in sù ed in giù, non sono riuscita a trovare alcun riferimento a luoghi o date anzi, dove compaiono sono palesemente censurati oppure troviamo il giorno, il  mese ma non viene mai riportato l'anno. Così facendo il lettore è calato in una bolla senza tempo né spazio perché il male descritto da Carrisi può accadere sempre e ovunque.

Questo per me è il terzo libro dell'autore, prima ci sono stati in ordine: La casa delle voci e La ragazza nella nebbia. Con il Suggeritore ho deciso di concedermi un diritto del lettore: ho saltato alcune pagine. Dovete sapere che la lettura occupa spesso il mio tempo notturno. Leggere Carrisi al buio con la sola lucina agganciata al libro, è un atto di coraggio, ma non sono riuscita a sostenere alcune  pagine scritte in corsivo dalla vittima, così le ho saltate per riprenderle di giorno, quando gli effetti del male si attutiscono per mancanza di suggestione. 

Un serial killer rapisce bambine dai 6 ai 13 anni, tutte figlie uniche, Debby, Anneke, Sabine, Melissa, Caroline, questi i loro nomi. Colpisce in luoghi pubblici o privati non fa differenza, senza essere visto, senza lasciare tracce, si dilegua come un fantasma portando via la vittima. Alla squadra di Goran Gavila, il protagonista criminologo, composta da tre membri e dall'agente speciale Mila Vasquez, esperta nel ritrovare gli scomparsi, non resta che seguire i segni che il killer, battezzato Albert, decide di lasciare, perché nel personalissimo mondo di Albert si entra solo quando lui lo decide. Attraverso le bambine Albert denuncia altri delitti, turpi, impuniti lasciando ai suoi inseguitori l'ineludibile compito di ricostruire gli eventi e fare giustizia. Una delitto o una violenza per ogni bambina ritrovata. Ci troviamo dentro ad una scatola cinese, una storia, tante storie e ad un certo punto sembra quasi di doverlo ringraziare il nostro Albert perchè senza di lui tutti quei misfatti  sarebbero rimasti silenti ed impuniti

Mi hanno molto intrigato le descrizioni dettagliate del modus operandi del serial killer, delle tecniche di indagine, il modo in cui la squadra  lavora in una catena di energia dove ognuno fa la sua parte in un insieme coeso, i metodi e gli studi che riguardano la personalità dei "mostri" e credo che in tutto questo l'autore abbia messo a frutto gli studi di criminologia. I personaggi, tutti, sono ben caratterizzati, ognuno con i suoi segreti che si sommano al mistero di Albert. 
Forse nelle  ultime ottanta pagine il ritmo poteva essere meno concitato. Al lettore vengono fornite tante informazioni per dirimere i misteri che si fatica a mettere ordine. Per il finale, beh, sono abituata ai non finali di Carrisi dove ci si chiede se davvero è tutto finito o se ci troveremo catapultati in una nuova bolla.

Il Suggeritore è il primo del ciclo di Mila Vasquez, la protagonista, seguono in ordine: L'ipotesi de male, L'uomo del labirinto, Il gioco del suggeritorema prima di continuare la serie ho deciso di fare una pausa  per ridurre il serpeggiante malessere  che la lettura ha generato.

Commenti

  1. primo libro per me di questo autore, mi è piaciuto, soprattutto il finale. Non ho però sopportato Mila

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