Rubrica: Ci provo con. Recensione 15/62 "Una questione privata" di Beppe Fenoglio
Davanti la porta di lei gli sembrava di non dirlo al vento, per la prima volta in tanti mesi. << Sono sempre lo stesso, Fulvia. Ho fatto tanto, ho camminato tanto... Sono scappato e ho inseguito. Mi sono sentito vivo come mai e mi son visto morto. Ho riso e ho pianto. Ho ucciso un uomo a caldo. Ne ho visti uccidere, a freddo, moltissimi. Ma io sono sempre lo stesso>>.
Di Una questione privata si è scritto e detto tanto. La stessa prefazione a questa edizione è composta da ben 59 pagine in cui si affrontano i tanti aspetti del romanzo partigiano, si tratta della scrittura della poetica e della produzione dell'autore. Rimando quindi ai tanti testi per l'approfondimento dei temi sopra citati.
Quello che leggerete a seguire è semplicemente il risultato della mia personale immersione in una lettura breve ed intesa, assoluta come può esserlo la follia, vera come può esserlo la storia, umana come può esserlo la vita.
Fulvia, Milton, Giorgio, sono questi i nomi che si alternano nel racconto. Fulvia e Giorgio vivono grazie ai ricordi di Milton, è lui, solo lui, che seguiremo ed ascolteremo. Una storia apparentemente sviluppata su un arco temporale di pochi giorni ma che effettivamente investe tutto un mondo, la vita prima. Prima della Resistenza partigiana mentre è in corso la Resistenza partigiana, anche se quella vita dovrebbe essere lasciata a dopo. <<Con la vita e il mestiere che facciamo si va in crisi come niente. Le cose di prima a dopo, a dopo!>>
Nella vita, prima, Milton é uno studente, un amante delle parole, della musica, della poesia, di Fulvia. Ora Milton è un partigiano. La vista della villa però cancella le distanze, centrifuga il partigiano e lo studente, la guerra e l'amore, con un risultato drammatico che darà il via ad una serie di azioni concitate nella manciata di giorni a seguire.
La villa, in cui Milton si imbatte durante una ricognizione insieme ad un compagno, è quella di Alba, con il ciliegio, il portichetto, quel parquet e la libreria. Quello per lui era il più luminoso posto al mondo, che lì per lui c'era la vita o resurrezione. La villa riporta in superfice la vita prima della Resistenza, quando c'era Fulvia e Giorgio.
Giorgio Clerici è il ragazzo più ricco, bello ed elegante di Alba. Giorgio ospita Fulvia, arrivata da Torino, nella sua villa di campagna e le fa conoscere Milton.
La bellezza di Fulvia lo addolorava. Fulvia è allegra, solare. A Fulvia piace ascoltare la musica e le poesie che Milton le regala. Milton è silenzioso, serio, triste. Non è bello ma è un Dio con l'inglese, è formidabile con le parole, molto meno con le altre cose. Ecco perché quando Fulvia e Giorgio ballano lui fa il macchinista cambiando i dischi e quando Fulvia e Giorgio giocano a tennis lui sta in panchina, scomodo, a guardare. Nessuna ragazza di Alba era in condizioni da far da pendant a Giorgio Clerici. Arrivò da Torino Fulvia e la coppia perfetta fu formata.
Mi è piaciuta l'analisi del testo però è da un po' che ho fatto una scelta del tutto personale di non imbttermi più in libr narranti i periodi delle due guerre, tra le due guerre o comunque tutto ciò che giro intorno a quel periodo
RispondiEliminaDevo ammettere che fino ad ora anche io mi sono tenuta lontana dalle letture che riguardano la guerra, qualsiasi, ora però sto seguendo un gruppo di lettura di classici ed è stato proposto questo libro insieme ad un alto sempre sulla Resistenza quindi mi sono buttata. : )
EliminaIo sono molto vicina al pensiero di Floriana. Capisco benissimo che alcuni libri dovrebbero essere letti a prescindere da tutto ma io spesso non riesco assolutamente.
RispondiEliminaIo sono dell'idea che si legge quello che ci piace, perché la lettura è appunto un piacere. Ultimamente mi è venuta voglia di leggere qualche classico ecco perché mi sono buttata in questa lettura grazie anche ad un gruppo di lettura a cui mi sono iscritta.
EliminaDi Fenoglio ho il ricordo bellissimo della trasposizione teatrale amatoriale a cui ho partecipato da bambina. Dovrei leggere altro di suo
RispondiEliminaChe bel ricordo che hai.
EliminaAl di là del tema sempre un pò difficile da affrontare per il dolore che si porta dietro, la prosa di Fenoglio è notevole.
Ai tempi del Liceo, non per imposizione scolastica, ho letto un’amplissima quantità e varietà di letteratura partigiana. C’è stato un periodo in cui non lèggessi altro, ma Fenoglio ancora non lo leggo, pur ripromettendomi da quei tempi, di leggere qualcosa di suo. Questo potrebbe essere un inizio! Grazie!
RispondiEliminaChe belli questi ricordi. Pensa io invece ricordo poco delle letture scolastiche, povera me, e poco di quelle partigiane che a quanto ho letto sono un filone importante della letteratura.
EliminaFenoglio ha sicuramente una prosa che colpisce.