Rubrica: Tu leggi, io scelgo. Recensione 14/61 "Ossigeno" di Sacha Naspini
Nuovo appuntamento con la rubrica a cadenza mensile Tu leggi? Io scelgo da un'idea di Rosaria Sgarlata con l'organizzazione precisa e puntuale di Chiara Ropolo, Mariarosaria Palmentieri e Dolci Carloni.
Facile e soprattutto divertente: si va a sbirciare nelle librerie virtuali delle partecipanti in base ad abbinamenti casuali e si sceglie il libro da leggere.
Questo mese ho curiosato nella libreria di Désirée Melano ed il titolo scelto è: Ossigeno di Sacha Naspini.
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Edizione cartacea, pag. 211, valutazione ⭐⭐⭐/5 |
Sei passi avanti, sei indietro.: il container è tutto qui. Dopo un'ora le cose si spostano all'essenziale: acqua, cibo.
[...]
Il buio mi sorprende come una lama di ghiaccio. Mi trapassa e resto senza respiro.
Non è una difficoltà fisica, il libro ha 211 pagine ed una scrittura asciutta, diretta. Si tratta di un tormento emotivo legato alla storia ed al taglio narrativo.
Laura viene rapita all'età di otto anni.
Laura viene ritrovata all'età di ventidue anni.
Un buco di quattordici anni.
L'estimato professore di antropologia Carlo Maria Balestri ha segregato una bambina prima, una ragazza poi tenendola come una cavia dentro ad un container. Non conosciamo la motivazione, il mostro del golfo non ha voce in questa storia, possiamo solo ipotizzarla attraverso le testimonianze, in prima persona, dei superstiti: Luca, il figlio; Laura e sua madre.
Ascoltiamo le loro voci quando Balestri è in carcere, quando Laura è tornata nella famiglia di origine, quello che ne resta, quando Luca è ormai grande, poco più grande di Laura.
Nella sinossi il lettore troverà la domanda, per me non l'unica, al centro di tutta la storia: chi ha rinchiuso chi?
La vittima è Laura, un fatto innegabile, a lei è stata imposta una prigionia ai limiti della sopravvivenza, lei è stata privata della vita: É stata mutilata, circoscritta. L'autore, però, mette una pulce nella mente del lettore.
Chi ha rinchiuso chi se il ritorno di Laura diventa un nuovo trauma per la madre?
Quella figlia non doveva tornare. La sua ricomparsa è uno schiaffo al lavoro fatto per salvarmi.
Chi ha rinchiuso chi se la scoperta di essere il figlio di un mostro porta Luca a porsi domande su tutta la sua vita? Lo porta a cercare un'espiazione per quel padre di cui è figlio e quindi anche per se stesso. Il punto non è che mio padre è mio padre. Il punto è che sono suo figlio.
Chi ha rinchiuso chi se in quel rapporto tra vittima e carnefice si instaura una dipendenza ambivalente?
Chi ha rinchiuso chi se la prigionia fisica, psicologica, emotiva, è autoindotta?
Se all'inizio la risposta a questa domanda è inequivocabile durante la lettura non ne saremo più così convinti perché il gioco psicologico tiene in scacco tutti: protagonisti e lettori.
I personaggi si raccontano sullo sfondo di una Milano muta, cupa, indifferente, senza occhi, dove è facile nascondersi, disperdersi dentro alla sua pancia. Milano come un grande container.
Ho cerchiato tutti i modi in cui viene definito il container: stanza di ferro, bocca di ferro, cubo di ferro, stomaco del mostro, gabbia di ferro. Il container si può toccare, è un oggetto tangibile, l'autore ce lo presenta più e più volte trasformandolo nel simbolo della prigionia. Rende tangibile l'intangibile.
In quel luogo angusto, privo di luce, freddo d'inverno, caldo d'estate, privo d'aria sono stata calamitata anche io. Pensarmi dentro alla gabbia di ferro, così come Laura, mi ha tolto l'ossigeno, solo l'idea mi ha ucciso. Eppure anche lì c'è vita:
Come il fiorellino che d'un tratto è spuntato dall'angolo del container. Non l'ha fermato nemmeno il metallo: ha trovato uno spiraglio e ci si è ficcato dentro.
Le cose vive funzionano in quel modo.
Ah, le cose vive. Laura sopravvive. Come il fiorellino riesce a funzionare anche segregata in un container, per quattordici anni. Da qui l'altra domanda pertinace nella testa: l'istinto alla sopravvivenza è più forte di qualsiasi forma di prigionia? L'ho posta a tutte le persone palesatisi accanto a me durante la lettura e ancora non sono riuscita a darmi una risposta.
Il finale mi ha fatto storcere il naso, un po' troppo forzato, tira all'eccesso il gioco mentale di tutto il libro lasciando il lettore letteralmente a bocca aperta, senza ossigeno. L'autore chiude il cerchio portandoci di padre in figlio, di prigionia in prigionia, lasciando aperta la domanda iniziale: chi ha rinchiuso chi?
Nel banner a seguire l'elenco delle compagne di lettura che partecipano alla rubrica con la data di pubblicazione, il titolo del libro scelto ed il nome dei blog o del sito.
Andate a sbirciare!
Bella recensione Francesca, non credo faccia per me ma non si sa mai
RispondiEliminaGrazie Chiara. In effetti anche io ho fatto fatica ad iniziarlo, per fortuna che queste rubriche mi spronano a smaltire la lista dei libri acquistati. : )
EliminaCiao Francesca le tue recensioni sono davvero intense, molto belle. Rendi con le tue parole, a chi non conosce il libro , uno spiragio anche per chi come me a priori direbbe questo libro non fa per me
RispondiEliminaGrazie Floriana. Se deciderai di leggerla fammi sapere cosa ne pensi tu.
Eliminaquesto è uno di quei libri che mi piacerebbe leggere per un verso ma per l'altro non mi convince del tutto!
RispondiEliminaHo avuto il tuo stesso dilemma. Però lo avevo in libreria quindi alla fine mi sono decisa. : )
EliminaSembra un libro davvero tosto e la tua recensione è molto bella
RispondiEliminaGrazie! In effetti lo è la cosa strana è che scivola via velocemente.
EliminaMi è salita angoscia solo a leggere la tua recensione, bella ed evocativa come sempre. Non è il mio genere e non è proprio il momento ma GRAZIE
RispondiEliminaGrazie. Ti capisco anche io ci ho messo un anno prima di leggerlo ogni volta che lo guardavo nella libreria me ne allontanavo. Poi grazie alla Challenge Vintage mi sono decisa.
EliminaUao! Anche la tua recensione toglie il fiato! Sembra un libro bello tosto, non proprio il mio genere, ma chissà, un giorno magari....Brava Francesca!
RispondiEliminaHo un altro libro di questa autrice in casa, ma devo ancora approcciarmi a lei
RispondiEliminaBella recensione :) L'avevo letto tempo fa ma ricordo che non mi aveva entusiasmato particolarmente. Grazie mille :)
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