Rubrica: Purché sia di serie. Recensione 33/169. La guerra delle due regine di Jennifer L. Armentrout

Dopo diverso tempo  partecipo nuovamente alla rubrica a cadenza mensile Purché sia di serie ideata da Chiara con la collaborazione di Dolci Carloni autrice del banner a seguire dove troverete l'elenco delle partecipanti. La rubrica prevede lettura e recensione di un libro facente parte di una serie non ancora finita ma non il primo pubblicato.
Questo mese vi parlo del quarto volume della serie Blood and Ash: la guerra delle due regine.

La recensione del primo volume Sangue e cenere  la trovate qui
La recensione del secondo volume Regno di carne e fuoco la trovate qui
La recensione del terzo volume La corona di ossa la trovate  qui

La guerra delle due regine
Jennifer L.Armentrout
Harper Collins, pag. 816
Fantasy
Traduzione a cura di Sara A. Bennati
⭐⭐⭐⭐/5




Trama
Nato dalla disperazione delle corone d’oro… Casteel Da’Neer ha provato sulla sua stessa pelle quanto la Regina di Sangue sia astuta e crudele, ma nessuno, nemmeno lui, avrebbe mai potuto prevedere fino a che punto si è spinta: ciò che ha fatto è a dir poco inimmaginabile. E dalla carne mortale… 
Niente impedirà a Poppy di liberare il suo Re e distruggere tutto ciò che la Corona di Sangue rappresenta. Con la forza del Primordiale della Vita a guardarle le spalle e l’aiuto dei Wolven, dovrà convincere i generali di Atlantia a combattere la guerra a modo suo… perché a questo punto nessun’altra opzione è possibile se vuole costruire un futuro di pace per entrambi i regni. Un potere primordiale risorge…
Insieme, Poppy e Casteel devono abbracciare tradizioni vecchie e nuove per salvaguardare i loro cari e proteggere gli indifesi. Ma la guerra è solo l’inizio. Gli antichi poteri primordiali si sono risvegliati, rivelando l’orrore di ciò che era iniziato secoli prima. E forse, per porre fine a ciò che la Regina di Sangue ha cominciato, Poppy dovrà diventare ciò che è stato profetizzato per lei… e ciò che teme di più. 


Recensione
Un'opera titanica quella della Armentrout e non sto parlando di questo libro, poco più di ottocento pagine, ma della saga Blood and Ash. La guerra delle due regine è il quarto di sette volumi a cui si  aggiungono altri quattro della serie Flash and Fire, il prequel.  Non finirà mai viene da pensare eppure, come già ho avuto modo di scrivere nelle precedenti recensioni, le sue storie si leggono tutte d'un fiato e si arriva alla fine  cercandone altre, di pagine.
Incredibile la mole, incredibile come scorre via sotto gli occhi nonostante l'attenzione debba rimanere alta perché lo abbiamo imparato: ogni dettaglio  deve essere tenuto a mente, i dettagli sono indizi; ogni  avvenimento ha un suo perché ed ogni cosa non detta sarà poi spiegata, secondo la volontà ed i tempi decisi dall'autrice.  
Dovrei essere abituata ai sali e scendi della Armentrout eppure  qui ho sofferto non poco  per i  non detti: avevo bisogno di spiegazioni per mettere ordine nella storia, rispondere alle domande accumulate nella testa. Così come ho sofferto  la lentezza di alcuni brani, soprattutto nella prima metà, con le descrizioni di eventi più o meno noti. Però poi negli ultimi dieci capitoli  l'autrice si riscatta con scene adrenaliniche, rivelazioni non da poco ed un finale ben costruito. 

La Armentrout  è brava a tenere i fili di tutti i personaggi conosciuti nei precedenti capitoli così come è brava a sviluppare quelli appena accennati. Di  alcuni  ho dubitato fino alla fine e se devo dirla tutta ancora dubito; per altri ho provato solo sconfinata rabbia; altri ancora mi sono piaciuti sempre di più, pagina dopo pagina e qui non posso non citare il fantastico Draken Reaver  beh a lui va il premio: cinque stelline è il personaggio meglio riuscito, la parte ironica della storia ma anche quella più salace visto che non le manda a dire. 

Su Poppy è stato fatto il lavoro di crescita più importante, anche se sia lei che Cas, per motivi diversi, non ottengono il punteggio massimo.
Cas l'ho trovato un po' sottotono, alcuni dialoghi con Poppy hanno perso di smalto diciamo che lo preferivo in stile Hawke. Poppy invece risulta eccessivamente buonista quando si parla di guerra, la parola che tra l'altro da il titolo al volume, perché è inevitabile: muoiono sempre delle persone soprattutto in guerra

La parte romance è  sempre ben descritta, forse in alcuni punti della storia l'avrei omessa,  anche se, debolezza mia,  quando Cas dice a Poppy: Lo sai che non hai mai bisogno di implorare beh io mi dimentico di tutto il resto. 

Un applauso per la descrizione degli scontri, così come per la descrizione degli affetti e dei legami suggellati con il sangue e non solo, un applauso per la descrizione dei personaggi fantastici, un applauso per la capacità dell'autrice di tenere in piedi due serie contemporaneamente incastrandole tra loro perché i riferimenti a Flesh and Fire non sono pochi ed il lettore dovrà avere buona memoria o andare a rifrescarsela per non perdersi. 

Il terzo volume mi aveva lasciata in una specie di crisi di astinenza, dovevo sapere dare risposta alle tante domande, qui invece sono rimasta appagata, l'autrice finalmente chiude un cerchio anche se pone le basi per il lancio verso il prosieguo.

Commenti

  1. Queste due serie della Zia Arme mi mancano, prima o poi riuscirò a leggerle

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    1. si, si devi. Magari poi ne parliamo in Bottéga. : )

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  2. piaciuto tantissimo, contenta di averlo letto insieme

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